Migranti, l’Austria torna a minacciare la chiusura del confine al Brennero
L’Austria torna a minacciare la chiusura del confine per evitare l’accesso di migranti nel paese attraverso il Brennero. A inizio luglio il ministro della Difesa austriaco aveva già annunciato di voler schierare l’esercito al Brennero per fermare il flusso di migranti. Posizione su cui ha poi ritrattato il cancelliere austriaco Christian Kern che aveva rassicurato l'Italia dicendo che l’Austria “non eseguirà alcun controllo ai confini del Brennero e non sta per ricorrere all’impiego dell’esercito nell’immediato”.
Se i migranti dovessero aumentare l’Austria chiuderebbe il confine al Brennero, secondo le parole del ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka, che in un’intervista alla Bild ha detto: “Se il numero dei migranti illegali diretti verso l’Austria dovesse aumentare ancora, chiuderemo il confine al Brennero. Nel giro di 24 ore possiamo chiudere il confine e realizzare controlli severi con i nostri soldati”.
Già nella giornata del 17 luglio il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, aveva avvertito che l’Austria è disposta a proteggere il confine al Brennero se necessario. Kurz ha fatto riferimento a un articolo pubblicato dal Times il 15 luglio, secondo cui il governo italiano potrebbe tentare di alleggerire la pressione in tema di accoglienza concedendo visti umanitari a 200mila migranti sbarcati negli ultimi mesi, concedendo così loro di andare anche in altri paesi dell’Ue. “Non permetteremo che la gente possa andare a Nord – ha detto Kurz – sappiamo che cosa ha innescato questo nel 2015”, riferendosi ai migranti provenienti dalla rotta balcanica che furono lasciati passare attraverso i paesi confinanti con l’Austria.
La risposta italiana arriva da Mario Giro, viceministro degli Esteri, che contattato dall’Ansa ha spiegato che l’Italia non ha “nessuna intenzione di compiere mosse unilaterali” sulla crisi dei migranti ma ha chiesto a Vienna di “abbassare i toni” per evitare di mettere a rischio i rapporti tra gli stati a causa di “polemiche pre-elettorali”, in vista del voto austriaco del 15 ottobre.
Quelle dell’Austria sono minacce “surreali”, secondo Giro: “Non c’è nessun aumento del numero dei migranti, come loro stessi hanno dichiarato più volte”. Il viceministro degli Esteri italiano se la prende con il ministro austriaco Kurz: “Dovrebbe sapere che non si può continuamente mettere in crisi i rapporti tra gli stati per polemiche elettorali, meglio abbassare i toni visto che ci siamo già chiariti con l’Austria, non c’è nessun aumento dei migranti che transitano per il Brennero e quindi non sono necessarie queste gesticolazioni solo a fini interni”.
Sui visti temporanei “non abbiamo intenzione di compiere mosse unilaterali”, rassicura Giro spiegando che “se avessimo voluto l’avremmo già fatto”. A replicare alle minacce austriache anche la presidente della Camera Laura Boldrini: “La politica non si fa con le minacce e la questione migranti non si risolve con la forza. Serve lavorare sulla relocation”.