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Migranti, Matteo Salvini vuole gli hotspot in Libia ma il governo Serraj dice no: “Contro la nostra legge”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha incontrato il suo omologo libico e il presidente Fayez Serraj e ha dichiarato che “l’Italia intende svolgere un ruolo di primo piano nell’arena politica per promuovere la riconciliazione e la stabilità libica. Questo avverrà grazie all’esperienza dell’Italia e alla sua presenza nel Paese con la sua ambasciata ma anche grazie all’equidistanza dalle parti in gioco”.
A cura di Charlotte Matteini
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Nell'ambito dell'incontro istituzionale con le autorità del governo libico, il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha portato una serie di proposte per rafforzare il controllo delle frontiere esterne e limitare le partenze dei migranti verso l'Italia. Nel corso della conferenza stampa, Salvini ha spiegato: "La Libia è un paese amico dell'Italia e il mio impegno sarà massimo per definire una più stretta collaborazione per contrastare l'immigrazione illegale, ma anche per realizzare iniziative comuni in materia economica e culturale. Questo Paese rappresenta un'opportunità di sviluppo. Saremo vicini alle autorità libiche anche con i necessari supporti tecnici ed economici per garantire insieme la sicurezza nel Mediterraneo e rafforzare la cooperazione investigativa e più in generale la collaborazione in tema di sicurezza. Aspetto al più presto il ministro Ashour a Roma". 

Hotspot in Libia? Il governo di Al Serraj blocca Salvini

Il vice premier libico Ahmed Maitig, intervistato da Repubblica, ha parlato di collaborazione "decisiva" fra Libia e Italia, ma ricordato anche i "problemi enormi" del suo paese e sottolineato che trovca irrealizzabile la creazione di hotspot per i migranti in Libia?: "Non è possibile, l'identificazione da parte di autorità straniere in Libia è contro la nostra legge. Per noi sono solo migranti illegali. Ma sono sicuro che con il nuovo governo italiano e con la Ue potremo lavorare su soluzioni più efficaci di quelle praticate finora". Su Twitter, Salvini ha spiegato che la creazione di "centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come l'Italia. Speriamo che la nostra idea sia maggioranza in Europa, perché se passasse l'idea francese di avere centri in Italia e in Spagna il problema non si risolverebbe".

A colloquio con il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez Serraj, Matteo Salvini ha assicurato che l"Italia intende svolgere un ruolo di primo piano nell'arena politica per promuovere la riconciliazione e la stabilità libica. Questo avverrà grazie all'esperienza dell'Italia e alla sua presenza nel Paese con la sua ambasciata ma anche grazie all'equidistanza dalle parti in gioco".

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