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Migranti, comandante missione Ue: “Con nuova fase caccia agli scafisti in acque libiche”

Secondo l’ammiraglio Enrico Credendino per smantellare il business dei trafficanti di esseri umani bisogna agire nelle acque territoriali libiche avviando la nuova fase che prevede l’addestramento è la costituzione di una guardia costiera locale.
A cura di Antonio Palma
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"Per smantellare il modello di business degli scafisti in modo efficace bisogna andare in Libia" passando alla seconda fase della missione Ue per il contrasto ai trafficanti di uomini. Ne è convinto L'ammiraglio Enrico Credendino da un anno al comando della flotta europea impegnata a smantellare il modello di business degli scafisti nel Mediterraneo. "La Libia è una Somalia nel cuore del Mediterraneo e solo con la stabilizzazione del paese potremo bloccare i trafficanti", ha spiegato Credendino in una intervista a Repubblica, per questo bisogna "passare alla nuova fase" della missione Ue agendo anche nelle acque territoriali libiche. Una fase che dovrà avvenire ovviamente con il via libera politico dell'Ue ma anche del governo libico. Punto fondamentale in questo senso è la costituzione di una guardia costiera libica che possa agire insieme con le navi dell'Ue.

"Il nuovo governo libico sta facendo i primi passi in questa direzione e la rinascita della guardia costiera sarà un segnale importante" ha sottolineato l'ammiraglio. "Noi in quattordici settimane possiamo formare i primi cento uomini, in acque internazionali, trasformando una nostra nave in scuola" ha ricordato Credendino, rivelando: "Inoltre ci sono otto motovedette pronte alla consegna, che erano state allestite dall'Italia per il governo libico prima dello scoppio della guerra civile". Per il comandante "quando arriverà l'ordine definitivo da Bruxelles, potremo muoverci in tempi brevi e in tre-quattro mesi i libici saranno in grado di agire autonomamente".

Grazie al lavoro congiunto "sarà possibile passare alla nuova fase dell'operazione e condurre insieme a loro la caccia agli scafisti nelle acque territoriali, dopo l'autorizzazione dell'Onu" ha ricordato l'ammiraglio, sottolineando che in questo modo "si ridurranno drasticamente le vittime dei naufragi che oggi avvengono quasi tutti davanti alle coste dove non riusciamo a intervenire e a quel punto inoltre i trafficanti non avranno più spazi di manovra come è accaduto in Somalia quando abbiamo schierato le navi davanti ai porti".

Per quanto riguarda i migranti invece "noi applichiamo in maniera rigorosa il principio del ‘non respingimento' e quindi i migranti non verranno riportati in Libia" ha assicurato Credendino ricordando che "in mare c'è una sola legge, chi è in difficoltà va salvato. È un obbligo morale, che non dimentichiamo mai, anche se la nostra missione è un'altra". In questo senso, secondo l'ammiraglio, "la soluzione a lungo termine non potrà che essere un accordo globale tra Ue e Libia, ma prima è necessario che il paese torni alla stabilità". "Quello che va capito invece è dove porteremo gli scafisti presi nelle acque interne, perché bisogna definire bene il quadro legale e le condizioni di detenzione" ha concluso Credendino.

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