Migranti, 65 persone soccorse in mare da peschereccio tunisino: erano partite dalla Libia
Un peschereccio tunisino ha tratto in salvo al largo delle coste di Sfax 65 migranti a bordo di un barcone in difficoltà partito dalla Libia. Lo hanno reso noto l'attivista e membro della Mezzaluna Rossa tunisina di Medenine, Chamesddine Marzoug, e Imed Soltani dell'Ong "La Terre Pour Tous", sulle proprie pagine Facebook, documentando le operazioni di salvataggio con foto e video. La notizia è stata confermata dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
I migranti soccorsi, secondo fonti qualificate, in gran parte di paesi africani, Eritrea, Somalia e Sudan, sono stati poi affidati alle autorità locali di Sfax. L'Oim, in collaborazione con le autorità locali e altri organismi umanitari si sono messi subito al lavoro per fornire ospitalità alle persone soccorse: tra i migranti tratti in salvo 9 donne e 3 bambini sono stati trasferiti a Tunisi, con il coordinamento delle autorità ed il sostegno di partner della società civile. Il capo missione dell'Oim in Tunisia, Lorena Lando, ha spiegato che a donne e minori non accompagnati è già stata fornita assistenza umanitaria e medica, alloggio e cibo. "L'Oim esprime tuttavia preoccupazione per i rimanenti migranti maschi, da ieri sera al Porto di Sfax, per i quali le autorità non hanno ancora confermato un luogo dove poter alloggiare", ha detto Lando precisando "che nel frattempo Oim e Mezzaluna Rossa di Sfax hanno provveduto a fornire loro cibo e cure essenziali".
147 migranti recuperati dalla Marina libica
La Marina libica ha annunciato oggi di aver recuperato altri 147 migranti in due operazioni separate al largo delle coste occidentali del Paese. Secondo quanto riferito dall'ufficio informazioni, il primo salvataggio è avvenuto al largo delle coste della città di Zawiya, dove sono stati recuperati 96 migranti, tra cui 16 donne e quattro bambini.
Nella seconda operazione, al largo di Khoms, sono stati recuperati altri 51 migranti, che non volevano lasciare l'imbarcazione a bordo della quale si trovavano, minacciando di darle fuoco. Poi, dopo una trattativa, hanno accettato di salire sulla nave della Marina, che li ha riportati in Libia.