“Metodo Stamina è ciarlataneria”: giudice dice no alle cure per un bimbo
No al metodo Stamina per un bambino piemontese di tre anni affetto dal morbo di Canavan, una gravissima malattia neurologica ereditaria. È quanto ha stabilito un giudice del lavoro di Torino che ha, appunto, respinto la richiesta di cure staminali presso gli Spedali Civili di Brescia da parte dei genitori del piccolo. Il giudice, nel dire no, ha definito il metodo Stamina di Davide Vannoni una terapia “ciarlatana”. L’ordinanza è del 10 marzo scorso, ed è stata depositata nei giorni scorsi. La famiglia del bambino aveva chiesto nelle scorse settimane di ordinare con urgenza agli Spedali Civili di Brescia di somministrare al piccolo le cellule trattate con la metodologia della Stamina Foundation di Vannoni. Il giudice, bocciando tale metodo, ha dedicato un intero capitolo alla terapia che ha fatto tanto discutere negli ultimi mesi.
Terapia definita un “quack method” (per “quack” nella letteratura scientifica si intende qualcuno che millanta capacità che non possiede), ciarlatano e fasullo. L’adozione di tali cure comporta, secondo il giudice, “fatali sprechi di tempo”, danni e molte spese. Non è la prima volta che un magistrato di un tribunale italiano boccia la terapia (a differenza di tanti altri che in tutta Italia hanno invece accordato le cure con le staminali). Ma sarebbe la prima volta, almeno in base alla documentazione di cui si è a conoscenza, che un magistrato la marchia come opera di “ciarlatani”.