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L'omicidio Meredith Kercher

Meredith Kercher: nessuna certezza per il DNA presente su coltello e reggiseno

Ennesima svolta nel delitto di Meredith Kercher: secondo i periti scientifici i reperti chiave nel processo d’Appello, il reggiseno e il coltello con cui sarebbe stata uccisa la studentessa, non sono in grado di fornire alcuna certezza. Cerchiamo di capirne il motivo.
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amanda knox
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Terremoto a Perugia. I periti scientifici chiamati in causa per il processo d'Appello per il delitto di Meredith Kercher, dove sono imputati Raffaele Sollecito, Amanda Knox e Rudy Guede tornano sui reperti chiave del delitto: il coltello con cui Meredith sarebbe stata uccisa e il reggiseno che la studentessa inglese indossava nella notte tra il 1 e il 2 novembre. In particolare, pare non esserci prova del fatto che sul coltello, così come sul reggiseno repertato dagli inquirenti, ci sia il sangue di Meredith. In realtà chi ha seguito la storia del delitto di Meredith Kercher sa bene che le sicurezze sugli appigli scientifici hanno cominciato a vacillare già nelle prime fasi del processo d'Appello. In particolare, nelle 145 pagine depositate oggi e relative alla perizia c'è scritto che "gli accertamenti tecnici effettuati non siano attendibili perché non sussistono elementi scientificamente probanti la natura ematica della traccia B", ovverosia della lama del coltello.

Non solo, sempre in relazione al coltello la perizia prosegue puntando il dito sulle procedure utilizzate per le analisi; eccone alcuni stralci:

  • dai tracciati elettroforetici si evince che il campione indicato sulla traccia B, era un campione Low Copy Number e, in quanto tale, avrebbero dovuto essere applicate tutte le cautele indicate dalla comunità Scientifica internazionale;
  • tenuto conto che le procedure relative a LCN non sono state eseguite, non si condividono le conclusioni circa la certa attribuizione del profilo ritrovato sulla lama del coltello alla vittima, perché il profilo genetico, così come attenuto, appare inattendibile in quanto non supportato dai procedimenti analitici scientificamente validati;
  • non sono state seguite le procedure internazionali di sopralluogo ed i protocolli internazionali di raccolta e campionamento del reperto;
  • non si possa escludere che il risultato proveniente dalla campionatura B (lama del coltello) possa derivare da fenomeni di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della repertazione e/o manipolazione e/o dei processi analitici eseguiti.

Un gran pasticcio che dipende in gran parte dal fatto che il campione della traccia sia Low Copy Number, ovverosia si trova su di un oggetto che conserva un basso numero di cellule, per cui c'è bisogno di effettuare esami riproducibili per poter stabilire con esattezza la provenienza genetica. Ciononostante, per ciò che concerne l'impugnatura del coltello in questione, i periti sono concordi nel ritenere che la traccia ivi presente appartiene ad Amanda Knox.

Ennesima falla, poi, per quanto riguarda il gancetto del reggiseno: oltre alla possibilità di contaminazione e la violazione delle procedure internazionali, in merito al reperto in questione si legge che:

  • non esistono elementi scientificamente probanti la presenza di presunte cellule di sfaldamento sul reperto;
  • vi è stata una scorretta interpretazione del tracciato elettroforetico degli  STRs autosomici;
  • così come di quello relativo al cromosoma Y.

Al di là dei tecnicisimi, vorrebbe dire che non è certo che il DNA sul gancetto del reggiseno sia riconducibile con certezza a Raffaele Sollecito, ex fidanzato della Knox. Nel rompicapo di Perugia, quando la verità sembrava essere vicina, il quadro torna a complicarsi: a questo punto, un ulteriore sforzo è richiesto agli inquirenti per dipanare i fili del giallo di Meredith.

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