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L'omicidio Meredith Kercher

Meredith, Guede è su Facebook: “Sono innocente, chiederò revisione del processo”

Il 29enne ivoriano, condannato a 16 anni di carcere come unico colpevole per l’omicidio della 21enne inglese, sbarca su Facebook a poche ora dall’intervista per ‘Storie Maledette’. “Da oggi inizio a raccontarvi la mia storia”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il processo per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia il primo novembre 2007, rischia di riaprirsi. Rudy Guede, unico condannato in via definitiva per la morte della ragazza, sta infatti pensando di chiederne la revisione. Il 29enne, che sta scontando nel carcere di Viterbo 16 anni di reclusione per concorso in omicidio, è stato intervistato da Franca Leosini per il programma Storie Maledette sulle reti Rai, dove ha tentato spiegare come sono andate davvero le cose quella tragica notte di oltre otto anni fa. Prima ancora dell'intervista, l'uomo ha aperto un profilo Facebook col quale "raccontare la sua storia". Già oltre seicento i likes (nel momento in cui scriviamo) e numerosi i commenti. Guede prova a rivelare quello che sempre ha taciuto in questi otto anni. E punta subito il dito contro la giustizia:

L'intervista a Storie Maledette

"Quella sera non ho ucciso Meredith, ero in bagno e ho sentito un urlo. Ho provato a soccorrerla, ma poi ho avuto paura e sono fuggito" dice. "Nella sentenza della Cassazione (che ha assolto definitivamente Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall'accusa di omicidio, ndr) si legge che i giudici riconoscono che loro erano presenti in quella casa – ha continuato – . Io sono arrivato al terzo grado con il concorso in omicidio e violenza sessuale, ma è scritto nero su bianco che non sono l'autore materiale del delitto".

 Il 29enne ivoriano ha quindi ricostruito la sera dell'omicidio di Meredith. "La sera di Halloween, quando ho dato un bacio a Meredith, ci siamo accordati per vederci il giorno dopo. Sono andato a casa sua per questo motivo. Se sono entrato nella casa di via della Pergola è perché lei mi ha aperto e non perché mi sono arrampicato o perché mi ha aperto Amanda Knox", ha raccontato l'ivoriano. Durante la serata, ricorda, c’è un approccio con la giovane inglese, che però non si conclude con un rapporto sessuale perché Rudy non aveva con sé il preservativo. "Ci siamo rivestiti e dopo un po' di tempo avevo bisogno di andare in bagno. Sono andato in quello grande, era il più vicino al salotto e lontano dalla camera di Meredith" racconta il ragazzo. A quel punto suona il campanello ed in casa entra un’altra persona: "Ho riconosciuto la voce di Amanda Knox, sono sicuro al 100% che era lei, e ho sentito che le due litigavano. Sono rimasto in bagno per 10-11 minuti – ha raccontato l'ivoriano – e lo so perché perché ascoltavo la musica: due brani interi e il terzo fino a metà. Poi ho sentito un urlo più forte del volume della cuffia che avevo nell'orecchio. Era straziante".

Guede però si accorge che in casa c’è un’altra persona: “Vedo uno sagoma maschile di spalle, chiedo che è successo, lui si volta di scatto, muove le mani con qualcosa che mi ferisce alla mano e scappa dicendo ‘andiamo che ci hanno scoperto', con una  voce con accento del sud".  Quindi vede il corpo agonizzante di Meredith e tenta di soccorrerla: "Mi sono reso conto di quello che era successo. Sono andato in bagno e ho preso un asciugamano, poi ho visto che era ferita al collo e ho cercato di tamponare, ma non bastava. Ho preso un altro asciugamano”. Preoccupato, fugge: Non ragionavo più e sono uscito da quella casa. Ora, pensando a quella paura, mi sento di non aver fatto quello che avrebbe fatto un bambino di 6 anni, cioè chiamare aiuto. Non essere stato in grado di soccorrerla oggi per me è molto doloroso. Avrei potuto fare molto di più. Sono stato un vigliacco". "La paura ha avuto il sopravvento. Mi sono detto: ‘chi ti crederebbe? Chi crederebbe ad un povero nero’". La fuga in Germania non evita l'arresto a Guede e poi la condanna, con rito abbreviato, a 16 anni. "Meredith non ha avuto giustizia, l'unica persona in carcere è innocente".

Gli avvocati di Sollecito diffidano la Rai

C’è da dire che prima della messa in onda del programma tv, gli avvocatidi Sollecito (Giulia Bongiorno e Luca Maori) avevano inviato alla Rai una diffida: "Nessuno può mettere in dubbio l'innocenza di Raffaele Sollecito", sottolineando come Rudy Hermann Guede abbia “già rilasciato inverosimili dichiarazioni all'autorità giudiziaria nella fase delle indagini e ha ingiustamente accusato il nostro assistito con una lettera inviata ai media”. Inoltre, “Rudy Guede è stato dichiarato manifestamente inattendibile da tutti i giudici che lo hanno giudicato”. Questa la risposta dell'ivoriano su FB:

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