Mercatone Uno, tavolo di discussione al Mise. Di Maio: “Dobbiamo trovare una soluzione”
Si apre oggi con un tavolo di discussione al Ministero dello sviluppo economico la complicata trattativa per cercare di trovare una soluzione alla vicenda del Mercatone Uno dopo il fallimento annunciato a sorpresa dalla nuova proprietà. Un tavolo che si preannuncia quanto mai difficile, sia per le enormi difficoltà economiche del gruppo sia per la situazione che si è venuta a creare nell'azienda dove i dipendenti hanno scoperto tutto solo a cose già fatte e attraverso il tamtam sui social. L'Esecutivo, anche se alle prese con i risultati di una tornata elettorale come quella delle elezioni europee 2019 che avranno sicuramente effetti sugli equilibri di governo, ha promesso di voler intervenire in magiara diretta per trovare un compromesso. Sia il Ministro interessato Luigi Di Maio sia il Vice Premier Matteo Salvini infatti hanno dichiarato di ave preso a cuore la vicenda Mercatone Uno.
"Mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà, non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi" aveva dichiarato infatti Salvini anticipando anche il suo alleato di governo a cui però spetta il compito di risolvere la questione. "Finirò con voi ed andrò al tavolo della crisi per Mercatone Uno. Dobbiamo trovare una soluzione", ha dichiarato infatti oggi il ministro dello Sviluppo Economico durante la conferenza stampa post elezioni, aggiungendo che "continueremo a dare risposte ai cittadini".
Al tavolo del Mise, Di Maio troverà sia i curatori fallimentari della Shernon Holding Srl, la società che aveva rilevato gli oltre cinquanta negozi Mercatone Uno rimasti dopo la precedente crisi finanziaria, sia i rappresentanti dei lavoratori. Tra questi ultimi ci saranno Sabina Bigazzi, segretario generale Filcams Cgil, Aurora Blanca leader Fisascat Cisl e Stefano Franzoni segretario generale Uiltucs. Sotto al Mise però Il Ministro troverà anche un gruppo di lavoratori del Mercatone Uno che hanno organizzato un presidio proprio in attesa di risposte. A rischio ci sono oltre 1800 posti di lavoro. Lo scopo è cercare di trovare una soluzione a lungo termine almeno per una parte di loro oltre che garantire ammortizzatori sociali a chi si verrà a trovare senza lavoro dopo aver affrontato già un anno di sofferenza tra cassa integrazione e contratti di solidarietà