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Mein Kampf, la pubblicazione che “non s’ha da fare”

La corte civile di Monaco ha vietato all’editore britannico McGee di pubblicare in fascicoli alcuni estratti del Mein Kampf in Germania. Discutibile la scelta di far uscire le prime decine di pagine della bibbia hitleriana, allegate ad un settimanale, proprio nei giorni a ridosso della Giornata della Memoria.
A cura di Nadia Vitali
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La corte civile di Monaco ha vietato all'editore britannico McGee di pubblicare in fascicoli alcuni estratti del Mein Kampf in Germania. Discutibile la scelta di far uscire le prime decine di pagine della bibbia hitleriana, allegate ad un settimanale, proprio nei giorni a ridosso della Giornata della Memoria.

L'iniziativa aveva fatto inevitabilmente discutere ma a stroncare l'editore britannico che aveva deciso di pubblicare in fascicoli alcuni estratti del Mein Kampf è intervenuto direttamente il tribunale di Monaco: il governo della Baviera, infatti, detiene i diritti d'autore di tutte le edizioni del libro, eccezion fatta per quella inglese e quella olandese, e continuerà a rimanerne in possesso fino al 2015, quando saranno ormai passati settant'anni dalla morte del suo scelleratissimo autore.

Il libro illeggibile in edicola per la Giornata della Memoria

Peter McGees, inglese, titolare della Albertas Ltd, aveva già in programma un'uscita delle prime pagine della bibbia hitleriana per i giorni scorsi, in allegato ad una discussa rivista settimanale venduta dalla medesima casa editrice dal titolo Zeitungszeugen che si occupa della ripubblicazione di vecchie pagine di quotidiani e periodici dell'epoca nazista, accompagnandoli con il commento critico e storico di alcuni esperti. Mc Gees ci ha tenuto a sottolineare come l'intento di divulgare il «libro illeggibile», certamente oggetto di enfatizzazione quando non di venerazione da parte di infiammabili esaltati, avesse come finalità non solo la diffusione di un testo di cui l'opinione pubblica parla a vario titolo senza averne conoscenza ma, soprattutto, la rivelazione che si tratta di «un'opera di infima qualità e confusa». Peccato, tuttavia, che i suoi buoni propositi siano andati a scontrarsi con la discutibile idea di rendere disponibile in edicola il primo fascicolo proprio a ridosso della Giornata della Memoria.

Lo stop della Giustizia bavarese

Già al primo stop giunto dalla Germania, in cui il libro non è edito dai tempi della drammatica II Guerra Mondiale, la Albertas si era detta decisa a pubblicare il testo opacizzato, dunque non leggibile, con un commento a fronte in tedesco, onde evitare il sequestro del materiale. Ma la corte bavarese è stata inflessibile applicando la legge che vieta alla «Mia Battaglia» di essere ristampata e riprodotta sul suolo tedesco (ma non di essere prestata, letta da internet o acquistata in vecchie edizioni, qualora disponibili in librerie antiquarie, o in recenti pubblicazioni ad opera di neonazisti di altri paesi quali gli Stati Uniti): McGees dovrà rinunciare al suo progetto.

La scadenza del copyright il 31 dicembre 2015

Ma la questione, per il momento, è soltanto rimandata: cosa accadrà infatti a partire dal 2016, quando il copyright del Mein Kampf finirà? In verità, il testo circola già abbondantemente in varie forme presso quanti sono interessati a conoscere le parole giovanili del Führer, i suoi progetti politici e le sue dottrine intrise di odio, scritte nel corso dell'anno di reclusione che scontò dopo un fallito tentativo di colpo di Stato. Ma questo non significa che la sua pubblicazione, la divulgazione di idee deliranti che sfortunatamente trovarono uno stuolo di entusiasti sostenitori nel secolo scorso, soprattutto se non corredata da un'adeguata ed obbligatoria segnalazione sul tipo di contenuti con tanto di spiegazione fortemente critica (come già accade in Francia), potrebbe costituire ancora un pericolo gravissimo: in particolare se si pensa che, stando ad un sondaggio commissionato dall'istituto per ricerche ed analisi statistiche Forsa al settimanale Stern, un giovane su cinque in Germania non sa cosa è accaduto ad Auschwitz: il 21% degli intervistati al di sotto dei 30 anni non conosce l'orrore consumatosi nei campi di sterminio della cittadina polacca. Quel libro, nelle mani sbagliate, va ancora temuto.

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