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Medico si assentava per giocare a calcio, dovrà pagare 28mila euro

L’episodio in Liguria nel 2012: i giudici della Corte dei Conti hanno condannato il professionista al risarcimento danni di 8mila euro per danni patrimoniale e 20mila euro per danno d’immagine.
A cura di Susanna Picone
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I carabinieri lo hanno fotografato in maglietta e calzoncini quando, invece di lavorare al pronto soccorso di Lavagna, raggiungeva gli amici per giocare a calcetto. E lo ha fatto per mesi tutte le settimane, per un totale di duecentoventinove ore regolarmente pagate dall’ospedale ma trascorse sul campo. A incastrarlo ci sono i video registrati dai carabinieri del Nas. Per il suo assenteismo un medico ligure è stato condannato dai giudici della Corte dei Conti. Si tratta di un medico quarantenne che nel 2012 lavorava al pronto soccorso di Lavagna. Due anni fa il professionista è stato denunciato dai carabinieri proprio perché durante l’orario di lavoro si assentava: il 40enne timbrava e poi andava via, spesso proprio per raggiungere gli amici al campo di calcio. Per l’accusa di truffa il medico ha patteggiato una pena a un anno e sei mesi. Ma per quanto compiuto è stato anche condannato al risarcimento danni di 28mila euro di cui 8mila per danni patrimoniali e 20mila per danno d’immagine.

Medico assenteista condannato al risarcimento danni

Dalle indagini portate avanti dai carabinieri è emerso che il numero di ore di lavoro falsamente dichiarate dal medico sarebbero state, appunto, ben 229. Da qui la richiesta di risarcimento danni di 8mila euro per indebita percezione di compensi retributivi e da disservizio. Per il procuratore contabile il medico ha con le sue assenze causato anche un danno d'immagine all'Asl 4. I giudici della Corte dei Conti hanno sottolineato poi come “l'abitualità con cui lo stesso si allontanava dal lavoro per svolgere attività di carattere privato – spesso rappresentate dalla partecipazione a partite di calcio – ritornando dopo all'Ospedale per timbrare il cartellino d'uscita, non può non presupporre la piena consapevolezza e volontà di violare i propri doveri d'ufficio”.

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