video suggerito
video suggerito
Opinioni

Mediaset piace a Vivendi (e Sky), matrimonio in vista?

A Milano riflettori puntati sul titolo Mediaset. Si parla di possibili operazioni straordinarie con Sky Italia o con Vivendi, entrambe interessate alla partita della pay tv e non solo: la famiglia Berlusconi potrebbe cedere il controllo del Milan…
A cura di Luca Spoldi
3 CONDIVISIONI
Immagine

Le giravolte di Alexis Tsipras, che prima “depotenzia il fin troppo estroverso ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, rinnovando la squadra di negoziatori con la “troika” Ue-Bce-Fmi e aprendo all’ipotesi di un accordo su temi come riforma previdenziale, contenimento della spesa e varo delle privatizzazioni, solo poi dichiarare che ogni accordo che “eccedesse il mandato” elettorale ricevuto dal governo di Atene a “non ripetere il circolo vizioso di austerità, miseria e saccheggio” del precedente Memorandum d’intesa con cui sono stati concessi alla Grecia aiuti per oltre 122 miliardi dai creditori (cui vanno aggiunti i 76,9 miliardi dell Ela – Emergency Liquidity Assistance, programma il cui tetto è stato alzato giusto oggi di altri 1,4 miliardi e che serve a garantire liquidità alle banche greche) dovrebbe essere sottoposto a referendum popolare, continuano a pesare sui mercati azionari europei, non  meno delle singole trimestrali e dati macro pubblicati in questi giorni.

Al di là delle chiusure giornaliere, a Piazza Affari  continua a far parlare di sè il gruppo Fininvest. Per il gruppo controllato dalla famiglia Berlusconi sembra avvicinarsi l'ora del passaggio di testimone (Silvio Berlusconi a settembre compirà 79 anni) e si accavallano da giorni notizie circa un progressivo disimpegno dalle "passioni" di un tempo, Milan in testa e forse Mediaset, per concentrarsi su poche attività come Mondadori (che ha ancora in piedi l'offerta su Rcs Libri, da 120-150 milioni di euro) ed eventualmente nel settore delle torri, dove per ora è finita su un binario morto l’Opas da 1,22 miliardi di euro lanciata da Ei Towers su Rai Way, che però alcuni analisti come quelli di Credit Suisse (ma anche lo stesso presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri) non escludono possa essere riproposta in termini meno ambigui più in là nel tempo.

Per il Milan potrebbe essere questione di giorni se non di ore: il finanziere thailandese Bee Taechaubol, cui fa capo la società di private equity Thai Prime, punterebbe a rilevare la quota di controllo (il 51%) del Milan per una cifra attorno ai 500 milioni di euro, sulla base di una valutazione della squadra rossonera di un miliardo, distante dagli 1,5 miliardi che l’ex “Cavaliere” sembrava ritenere il minimo per cedere il diavolo, ma pur sempre un multiplo significativamente superiore a quella per la quale nell’ottobre di due anni fa Massimo Moratti cedette il 70% dell’Inter all’indonesiano Erick Thohir (250 milioni, equivalente ad una valutazione del 100% dell’Inter di poco superiore a 350 milioni).

Ancora più ghiotti gli appetiti attorno a Mediaset: dopo primi approcci formulati da Sky Italia e che avrebebro riguardato l'acquisto di una quota fino al 100% di Mediaset Premium, approcci smentiti dal vice presidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, gli analisti hanno iniziato a valutare quanto potrebbe valere Premium. Se valessero ancora le stime in base a cui lo scorso anno venne ceduta una partecipazione dell’11% alla spagnola Telefonica (che si è riservata un’opzione “put” per uscire dal capitale nel caso di ingresso di nuovi soci), il 100% di Premium varrebbe 900 milioni – un miliardo di euro,.

Ad alcuni analisti, tra cui quelli di Fidentiis, che sottolineano come Premium "genererà cassa solo dal 2017 e per farlo avrebbe bisogno di attirare clienti diversi da Sky", non pare sensato che Sky riesca ad estrarre così tanto valore da un'eventuale fusione (che per di più potrebbe avere qualche problema di Antitrust) da procedere nell'operazione, anche se resta l’interesse strategico motivato in particolare dall’esclusiva della Champions per le stagioni 2015-2018 (ottenuta nel febbraio dello scorso anno dal gruppo Mediaset per una cifra di circa 700 milioni di euro), esclusiva che, fanno notare altre case d’investimento, potrebbe anche essere comunque oggetto di un accordo più circoscritto.

Se tutto questo non fosse stato sufficiente, la stampa francese ha rilanciato la voce di un interesse di Vivendi per il gruppo italiano ed è qui che il gioco inizia a farsi realmente interessante. Il gruppo controllato dal finanziere bretone Vincent Bollorè (socio al 14,5%, da anni ben introdotto in Italia esseno tra l'altro azionista di Mediobanca), già proprietario di Canal Plus, starebbe infatti studiando un’offerta per Mediaset di una serie di alternative che dovrebbero essere al vaglio del comitato strategico convocato per il prossimo 12 maggio; una voce che sottointende a sua volta un doppio possibile sviluppo, un’offerta concorrente a quella di Sky per Mediaset Premium o un’alleanza a tutto tondo.

Quest’ultima ipotesi è particolarmente gustosa per analisti e investitori che la reputano “credibile” visto il riposizionamento strategico in atto del gruppo francese, che dopo aver ceduto vari asset telecom (tra cui Sfr, Maroc Telecom e Gvt) ha incassa oltre 10 miliardi di euro per rafforzarsi nel settore media. Non solo: oltre al denaro Vivendi sta per ricevere una partecipazione importante (il 5,7 del capitale, l’8,23% dei diritti di voto) di Telecom Italia da Telefonica proprio in contropartita della cessione all’operatore spagnolo di Gvt e questo significa che il rafforzamento della presenza italiana di Vivendi potrebbe passare anche per il coinvolgimento di Telecom Italia nell’alleanza con Mediaset.

Un matrimonio Mediaset-Telecom Italia è aleggiato per anni a Piazza Affari, ma per evidenti ostacoli politici non è mai stato neppure proposto: l’eventuale uscita di scena della famiglia Berlusconi, che a quel punto si potrebbe concentrare su Mondadori (e sulle sue mire sulle attività di Rcs Libri), potrebbe tuttavia cambiare radicalmente lo scenario, dando vita a Mediaset Italia, un gruppo che aggregando i numeri del 2014 potrebbe registrare un fatturato di circa 25 miliardi di euro (Mediaset ha chiuso l’anno passato con circa 3,4 miliardi di giro d’affari, Telecom Italia di quasi 21,6 miliardi) ed un utile di 1,4 miliardi (23,7 milioni l’anno scorso per il gruppo controllato da Silvio Berlusconi, 1,35 miliardi per l’ex monopolista telefonico italiano).

Numeri comparabili persino con quelli di Vivendi, che lo scorso anno ha fatturato poco meno di 10,1 miliardi con un utile netto di circa 626 milioni e che in realtà sembra interessata principalmente a controbattere lo strapotere del gruppo Murdoch cui fa capo Sky (che solo un paio di settimane fa ha annunciato un’intesa proprio con Telecom Italia per portare sulla rete fissa e mobile dell’ex monopolista telefonico italiano ben 150 canali televisivi attraverso la fibra ottica e l’alta definizione. Una intesa non esclusiva, che anzi potrebbe ampliarsi alla stessa Mediaset, che rischia di erodere fette di mercato alle attività di pay tv del gruppo francese (Canal Plus).

Così, ragionano gli uomini di borsa, non importa chi farà la prima mossa, una “convergenza d’interessi” è destinata a emergere con sempre maggiore prepotenza nei prossimi mesi e gli ostacoli politici stavolta verrebbero rimossi con un’offerta alla famiglia Berlusconi di quelle che non si possono rifiutare. Sarà vero e sarà il segnale che anche per Mediaset (e per Telecom Italia) è arrivata l'ora di ammainare il tricolore per entrare a far parte, in qualità di soci rilevanti, di un più ampio gruppo europeo, magari sfruttando così l'abbondante liquidità di cui disporrà dopo la cessione delle quote del Milan e la rinuncia all'Opas su Rai Ways?

3 CONDIVISIONI
Immagine
Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views