Matteo Salvini: “Mi dicono di far saltare il governo, ma ho dato la mia parola e non cambio idea”
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, continua a rassicurare i suoi alleati di governo del Movimento 5 Stelle, spiegando che qualunque cosa accada, anche sul caso Diciotti, l’esecutivo non cadrà. “C’è chi dice ‘adesso la Lega è il primo partito, se fai saltare tutto chissà quanti parlamentari in più avrai’. Io rispondo che ho dato la mia parola e la mia parola vale più dei sondaggi, anche se abbiamo idee di futuro e di sviluppo diverse. Io non cambio idea”. Parlando dalla Sardegna, il vicepresidente del Consiglio continua: “Siamo in due al governo, da solo non sarei riuscito a far nulla”. Giudizio positivo sui Cinque Stelle, definiti “compagni di viaggio rispettosi e leali”, e su Luigi Di Maio, “una persona corretta: provano a farci litigare tutti i giorni ma non ci riescono”.
Il ministro dell’Interno non critica la decisione del M5s di far votare online gli iscritti sul caso Diciotti e sull’autorizzazione a procedere nei suoi confronti: “Giusto ascoltare gli italiani, consultare gli iscritti. Spero che poi non finisca come a Sanremo, dove gli italiani hanno votato in un modo, poi la giuria ha cambiato, spero ci sia più trasparenza”. Parlando a Non è l’Arena, su La7, Salvini prosegue: “La Giunta dedicherà se quello che ho fatto l'ho fatto nell'interesse pubblico o perché non avevo altro da fare ed anche i sassi sanno che una volta arrivato al Governo avrei fatto il possibile per fermare gli sbarchi”. In ogni caso, se dovesse esserci un processo, il governo comunque “andrà avanti: l’Italia va avanti a prescindere da quello che si deciderà su Salvini. Non sono così importante da decidere le sorti del Paese”.
Un commento anche sulla Francia e sullo scontro con Parigi: “Nessuna tensione, andiamo d'amore e d'accordo. Se vuole le canto anche la Marsigliese”, ironizza. Prima di parlare di Tav e di assicurare che con Di Maio, sul tema, “chiariremo da persone adulte quali siamo. Ma se abbiamo speso soldi per scavare un buco sotto una montagna è meglio spendere per finirlo”. Altro tema affrontato è quello del latte e della protesta dei pastori sardi: “Ringrazio i pastori che in molti casi il latte non lo buttano per terra e lo portano alla mensa dei poveri, è la forma migliore di protesta. Ho passato con loro San Valentino, ora sono qui. Le due parti, pastori e industriali, si stanno avvicinando, ma anche il comportamento dei consumatori fa la differenza. Mi auguro che ci fa la spesa guardi l'etichetta e compri il tricolore. Siamo partiti da 60 centesimi al litro, siamo arrivati a 70, poi 72 e chiederemo uno sforzo ulteriore con l'obiettivo di arrivare a un euro quando salirà il prezzo del pecorino. Nelle prossime ore troveremo una soluzione”.