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Matteo Salvini ci porta a un passo dalle leggi razziali: e gli italiani lo applaudono pure

L’innovativa iniziativa di Matteo Salvini, peraltro, non ha nulla di nuovo e risale a circa 90 anni fa: proprio poco prima dell’introduzione delle Leggi Razziali, il regime fascista censì gli ebrei italiani presenti sul territorio nazionale e quello strumento apparentemente innocuo venne poi utilizzato per fare rastrellamenti di massa e avviare gli ebrei alla deportazione. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, Salvini altro non fa che riproporre idee vetuste già viste in Italia e a distanza di 90 anni, il popolo applaude anche, insultando chi invece evidenzia il pericolo, un pericolo che non viene percepito come tale da molti perché al momento riguarda altri. Ma come recita un famoso sermone di Martin Niemöller, finirà così: “Poi vennero a prendere me./ E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa”.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo la cacciata della Ong dai porti italiani e la guerra innescata contro i migranti che cercano di fuggire da guerra e povertà, questa mattina il neo-ministro dell'Interno Matteo Salvini ha annunciato una nuova e innovativa iniziativa contro i Rom, un censimento su base etnica, "una ricognizione per vedere chi, come e quanti sono" per arrivare all'espulsione degli stranieri irregolari, sottolineando che "purtroppo quelli italiani ce li dobbiamo tenere". Insomma, il neo-capo del Viminale in campagna elettorale permanente propone l'ennesima misura contro "gli ultimi", una politica repressiva e securitaria dove la parola "integrazione" non trova alcuno spazio, dove la questione migratoria viene trattata come un mero problema di ordine pubblico da risolvere facendolo semplicemente scomparire a colpi di repressione, securitarismo, espulsioni e carcerazioni su base etnica.

Forse Salvini non lo sa, ma un censimento delle popolazioni rom, sinti e caminanti è stato pubblicato dall'Istat l'anno scorso e dunque il ministero dell'Interno da lui presieduto ha già a disposizione i dati relativi agli insediamenti rom  sparsi in tutta Italia, il tutto corredato da dati sulle condizioni in cui versano questi ghetti a cielo aperto a cui l'Italia non ha mai trovato una soluzione perché le politiche di vera e propria integrazione di queste persone nella società non sono mai state realmente avviate. Il problema del censimento proposto da Matteo Salvini non sta nello strumento, ma nei fini annunciati: il capo del Viminale vorrebbe censire rom, sinti e caminanti per procedere all'espulsione degli irregolari, un censimento basato su un assunto che si potrebbe tranquillamente definire razzista: rom=delinquente, problema da eradicare con le maniere dure.

Matteo Salvini, esattamente come per i migranti, continua a basare la propria azione politica sugli annunci, rafforzando stereotipi razzisti già di per sé duri a morire. La pericolosità delle parole di Matteo Salvini sta proprio nell'equazione che sottende all'annuncio delle espulsioni, la sua azione politica è pericolosa perché si basa sul rafforzamento di luoghi comuni smentiti da una molteplicità di dati certificati, luoghi comuni che insistono nel descrivere le persone come potenzialmente pericolose solo ed esclusivamente in virtù del colore della loro pelle o della loro appartenenza etnica e non della loro reale e personale propensione a delinquere. In sostanza, la forza elettorale di Salvini sta proprio nel "fare di tutta l'erba un fascio", puntando a scagliarsi contro quelli che sono i nemici del popolo che lui stesso ha creato in questi anni a furia di campagne elettorali indirizzate esclusivamente alla pancia del Paese.

L'innovativa iniziativa di Matteo Salvini, peraltro, non ha nulla di nuovo e risale a circa 90 anni fa: proprio poco prima dell'introduzione delle Leggi Razziali, il regime fascista censì gli ebrei italiani presenti sul territorio nazionale e quello strumento apparentemente innocuo venne poi utilizzato per fare rastrellamenti di massa e avviare gli ebrei alla deportazione. Dal censimento, così propagandato, si passò a una vera e propria schedatura utilizzata per discriminare chiunque non appartenesse alla sacra e superiore "razza italica". Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, Salvini altro non fa che riproporre idee vetuste già viste in Italia, a distanza di 90 anni, il popolo applaude anche, insultando chi invece evidenzia il pericolo, un pericolo che non viene percepito come tale da molti perché al momento riguarda altri. Ma come recita un famoso sermone di Martin Niemöller, finirà così: "Poi vennero a prendere me./ E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa".

«Quando i nazisti presero i comunisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero comunista./

Quando rinchiusero i socialdemocratici/ io non dissi nulla/ perché non ero socialdemocratico./

Quando presero i sindacalisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero sindacalista./

Poi presero gli ebrei,/ e io non dissi nulla/ perché non ero ebreo./

Poi vennero a prendere me./ E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa".

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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