Matteo Renzi: “Se vinco io mai più larghe intese”
A pochi giorni dal nuovo appuntamento alla Stazione Leopolda di Firenze, che segnerà l'apice della sua campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico, Matteo Renzi sceglie le colonne de L'Unità per inviare un chiaro messaggio a partito e maggioranza di governo. "Se vinco io il Pd presenterà una proposta di legge elettorale molto netta che imponga il bipolarismo e l’alternanza. Io voglio che le larghe intese non tornino mai più. Se qualcuno immagina che le larghe intese siano il futuro, e non mi riferisco a Enrico Letta che è un convinto bipolarista, sappia che con noi non riusciranno". Una posizione chiara, netta, che però secondo il Sindaco di Firenze non indebolisce la posizine di Letta, ma va proprio nella direzione di fare uscire il Partito Democratico da un'impasse che ormai dura da mesi.
Del resto, la ricetta per il partito che verrà di Matteo Renzi è tutto sommato semplice: "Un partito vero che si basa su tre gambe: parlamentari, amministratori e circoli. Fra Camera e Senato abbiamo circa 400 eletti. Siamo la maggioranza eppure fin qui è sembrato che l’agenda la gestisse solo Brunetta. Facciamoli giocare. Sono una ricchezza del Pd, vanno valorizzati. Se eletto, li riunirò una volta alla settimana, al massimo ogni 15 giorni perché un segretario non decide da solo. Poi abbiamo i circoli. Siamo ovunque, nei luoghi di lavoro, in ogni città. Apriamoli, facciamoli vivere, spalanchiamoli. Valorizziamo gli iscritti".
C'è ovviamente spazio per qualche stoccata ai suoi rivali alla carica di segretario, ma Renzi avverte: "Non voglio che il Pd viva di correnti. Non sono per i più fedeli, ma per i più capaci. Gianni lo stimo, come anche Civati e Pittella, ma ho idee diverse e le differenze stanno emergendo. Il dopo si vedrà. Ora voglio vincere le primarie perché voglio che il Pd vinca le prossime elezioni. L’altra volta abbiamo fatto grandi discorsi e poi abbiamo riportato al governo Brunetta e Alfano. Questa volta non si può sbagliare". E su amnistia e indulto mostra di non aver cambiato idea: "Ho spiegato che ora, dopo solo sei anni dall’ultimo indulto, sarebbe inaccettabile. Che s’è fatto in questi anni per riformare la giustizia? La vicenda Scaglia è devastante. Poco meno della metà dei detenuti è in attesa di giudizio".