Matteo Orfini (Pd): “Respingere i migranti è illegale, stracciamo gli accordi con la Libia”
Oggi è la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dall'Onu. Sono previste iniziative ed eventi di solidarietà, tra cui la storia delle coperte termiche dorate. Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico, ha scritto un lungo post su Facebook per l'occasione, spiegando il suo punto di vista: "Oggi troverete, qui sui social, card e post sulla Giornata Mondiale del Rifugiato. Frasi strappalacrime, pensieri profondi. Ed è bello che sia così, ancora più in questi tempi bui. Io però non ne posterò – sottolinea Orfini – e proverò a spiegarvi perché". Al dì là del Mediterraneo "c'è una guerra" e "chi scappa da una guerra ha diritto ad essere accolto", perché "è appunto un rifugiato". Così "dovrebbe essere – spiega l'ex presidente dei dem – ma non in Italia". I migranti che fuggono dalla guerra in Libia "vengono riportati nel paese dal quale scappano", questo, secondo Orfini, si chiama "respingimento" ed "è illegale", ma nonostante ciò "si ripete ogni giorno". In più, sottolinea il deputato del Pd, "abbiamo scelto di affidare questo compito alla cosiddetta guardia costiera libica. Lo abbiamo fatto quando la guerra ancora non c'era, ma già c'erano i lager. Tra qualche giorno in Parlamento dovremo decidere se continuare o meno ad applicare quegli accordi".
Quegli accordi furono stretti proprio da un governo del Partito Democratico e che ora "trovano il consenso della maggioranza – scrive Matteo Orfini – io li criticai quando li facemmo, oggi, con la guerra, sono ancora più insostenibili". A questo punto l'ex presidente del Pd lancia la sua personale iniziativa: "Se davvero si vuole onorare la giornata del rifugiato un modo c'è: decidere di stracciare quegli accordi". Orfini lo dice in primis al suo partito che "a quanto pare ha scelto una strada diversa", perché si può evitare "un errore drammatico".
"Non c'è giustificazione alcuna per una scelta che ricaccia nell'inferno chi miracolosamente era riuscito a fuggirne – scrive Orfini – E non si può essere credibili quando si contesta il governo per aver chiuso i porti se non si smonta la base normativa che legittima quella scelta, ovvero proprio quegli accordi". E intanto, conclude il deputato del Partito Democratico, "la Sea-Watch è ancora in mare, da 7 giorni, con 43 persone a bordo".