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Matteo Miotto ucciso da un gruppo di insorti: è stato scontro a fuoco

Il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è partito per l’Afghanistan, dove ha fatto visita al contingente italiano, che si trova proprio ad Herat, una…
A cura di danila mancini
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matteo miotto ucciso da un gruppo di insorti in afghanistan

Il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è partito per l'Afghanistan, dove ha fatto visita al contingente italiano, che si trova proprio ad Herat, una delle zone più bersagliate dagli attacchi terroristici. Ed è stato proprio durante uno di questi, che il giovane alpino Matteo Miotto ha perso la vita: colpito da un proiettile tra il collo e la spalla, quindi in un punto non coperto dal giubbotto.

Il Ministro ha voluto ricostruire la dinamica dell'incidente, a partire da chi ha sparato il colpo mortale. E' stato un cecchino ad uccidere Matteo Miotto, come è stato già detto, ma quello non ha agito da solo: è stato, infatti, appoggiato da un gruppo di insorti, che hanno preso d'assalto la base Snow nella valle del Gulistan.

"All'attacco ha risposto chi era di guardia, con armi leggere e altri interventi: a questi si è aggiunto anche Miotto. E' stato ucciso durante uno scontro a fuoco al quale egli stesso ha attivamente partecipato. Erano in due sulla torretta di guardia e sparavano a turno: uno sparava e l'altro si abbassava. Proprio mentre Matteo si stava abbassando, è stato colpito da un cecchino che ha puntato un fucile di precisione ex sovietico degli anni '50, un Dragunov, reperibile anche al mercato nero di Farah. Miotto ha avuto il tempo di accorgersi di quello che stava accadendo e ha gridato ‘mi hanno colpito‘ prima di perdere conoscenza. Subito dopo è stato richiesto anche un intervento di un aereo americano, che è riuscito a disperdere gli insurgent. Lo scontro è durato parecchie decine di minuti" questa la ricostruzione ufficiale di quanto accaduto al caporal Maggiore Matteo Miotto La Russa, spiegata dal Ministro.

Secondo quanto era stato previsto, gli attacchi terroristici ad Herat durante l'inverno, sarebbero dovuti diminuire ed invece così non è stato. L'ultimo, organizzato nella valle del Gulistan, porta la firma di un gruppo di insorti, che hanno sparato contro la postazione italiana, colpendo a morte il caporal maggiore Matteo Miotto.

"Adesso siamo lì, prima ci passavamo e basta, ora siamo negli avamposti con turni che durano anche 14 giorni di fila. La fase di transizione sta andando avanti, ma nessuno si illude che sia agevole, senza rischi o pericoli. Temo che questi pericoli ci saranno ancora per un po', allo stesso livello. La speranza è che, come è sempre capitato finora, con l'inverno il numero degli attacchi diminuisca" ha poi aggiunto La Russa.

Ecco cosa resta ai nostri soldati: la speranza.

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