Matteo, 8 anni, inventa la parola “petaloso”. L’Accademia della Crusca risponde e approva
La storia di “petaloso”, una parola che fino a qualche ora fa quasi sicuramente non diceva nulla a nessuno è iniziata qualche settimana fa, quando Margherita Aurora, una maestra di una scuola elementare di Copparo (Ferrara) stava lavorando con i suoi bambini sugli aggettivi. Uno degli alunni, il piccolo Matteo di 8 anni, ha scritto di un fiore che era “petaloso”. La maestra Margherita Aurora, considerato che quella parola non esiste, avrebbe potuto segnare l’errore con la matita rossa e magari dare un voto in meno al suo fantasioso studente ma invece, dato che il termine le è piaciuto, ha deciso di inviarlo all’Accademia della Crusca per una valutazione. Ed è stata la stessa maestra, anche con un post su Facebook, a rendere noto che la prestigiosa accademia custode della lingua italiana ha dato una risposta precisa ed esauriente al piccolo Matteo.
La lettera dell'Accademia della Crusca – “Caro Matteo – si legge nella lettera dell’Accademia della Crusca – la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole nello stesso modo”, così facendo anche qualche esempio come “peloso” e “coraggioso”. “La tua parola – si legge ancora – è bella e chiara, ma sai come fa una parola a entrare nel vocabolario?”. L’Accademia lo ha dunque spiegato al bambino nella lettera: “Una parola entra nel vocabolario se tante persone la usano e la capiscono e tante persone cominceranno a dire e scrivere ‘Com’è petaloso questo fiore!’ o come suggerisci tu ‘Le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi’. Non sono gli studiosi a decidere quali parole nuove sono elle o brutte, utili o inutili. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti) allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario”. Prima di chiudere la lettera, la Crusca ha anche suggerito a Matteo, ai suoi compagni e alla maestra la lettura di un libro, Drilla di Andrew Clemens, che racconta proprio di un bambino che inventa una parola e cerca di farla entrare nel vocabolario.
Su Twitter l’hashtag #petaloso – Intanto, quando la maestra ha iniziato a parlare della storia di “petaloso”, tantissime persone hanno cercato di aiutare il piccolo Matteo a “compiere la sua impresa” e far entrare così la sua parola nel vocabolario. Come? Usando, come dice l’Accademia della Crusca nella lettera di risposta a Matteo, il nuovo termine inventato dal bambino. Basta andare su Twitter e cercare l’hashtag #petaloso per capire quanto questa nuova parola sia stata apprezzata, anche dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.