Mattarella: “Il fascismo non ha fatto nulla di buono, è una macchia infamante della nostra storia”
Celebrando la Giornata della Memoria dedicata alle vittime del nazi-fascismo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha a lungo parlato di fascismo, condannando duramente e scagliandosi contro il regime dittatoriale che per decenni ha governato l'Italia: "Il fascismo fu un regime che non ebbe alcun merito, e nel quale la caccia agli ebrei non fu affatto una deviazione ma fu insita stessa alla natura violenta e intollerante di quel sistema. I fantasmi del passato, il rischio che si possano di nuovo spalancare le porte dell'abisso, devono essere sempre tenuti presenti. La nostra società ha gli anticorpi per evitarlo ma spetta a ciascuno di noi operare per impegnarsi per impedire che il passato possa tornare. Non bisogna minimizzare i focolai di odio. Il nostro Paese ha la forza e la capacità di fare i conti con la propria storia e ottanta anni dopo l'infamia delle leggi razziali non bisogna aver paura di ricordare che quelle leggi furono firmate di proprio pugno da Mussolini ma trovarono complicità e giustificazione all'interno dello Stato e della società dell'epoca: intellettuali, giuristi, scienziati, storici firmarono il Manifesto della razza che diede il supporto teorico a quella ingnominia".
Proprio in relazione al risorgere dei movimenti neofascisti, il Capo dello Stato ha lanciato un appello contro "i profeti di morte che agiscono al riparo dei nuovi social sul web, seminando odio, fake news, violenza. Richiamo tutti gli italiani al dovere della memoria per scacciare i fantasmi del passato e invito le giovani generazioni a prendere le distanze da ogni nuovo razzismo".
"I volenterosi carnefici di Hitler trovarono nel regime e sopratutto nella Repubblica di Salò dei complici pieni del folle e scellerato progetto di ridurre gli essere umani a freddi numeri, a ad oggetti, destinati nel'indifferenza generale alla macchina dello sterminio tedesco che annientò sei milioni di ebrei. Una macchia indelebile e infamante della nostra storia italiana".
Alle celebrazioni della Giornata della Memoria ha partecipato anche la neo-senatrice a vita Liliana Segre, la quale ha raccontato brevemente la telefonata per la nomina intercorsa con il presidente della Repubblica: "Ho sentito come una sorta di risarcimento della mia vita, lo Stato che a quella bambina chiuse la porta della scuola come ebrea adesso le riapre le porte delle sue massime istituzioni, il Senato".