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Massimo Bossetti scarcerato per visitare la camera ardente del padre

L’uomo, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, è stato ricondotto in cella in mattinata.
A cura di D. F.
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Questa mattina Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, ha ottenuto l'autorizzazione per essere accompagnato a far visita alla camera ardente di suo padre Giovanni, morto due giorni fa a 73 anni dopo una lunga malattia. Erano le 10 e 50 quando il detenuto è stato accompagnato all’hospice di Bergamo dove ha fatto il suo ingresso nella camera ardente dalla porta posteriore. Il muratore è rimasto all'interno 40 minuti quindi è stato riaccompagnato in cella con il furgone della polizia penitenziaria. All’interno della camera ardente erano presenti sua madre Ester Arzuffi, sua sorella gemella Laura Letizia e altri parenti. Anche un giornalista e due fotografi hanno tentato di incrociare Bossetti ma sono stati tenuti a debita distanza dagli uomini delle forze dell'ordine. Il bergamasco, raccontano testimoni, è parso piuttosto turbato, anche perché non è ancora stato stabilito se potrà prender parte ai funerali del padre.

Aldo Maria Bonomo, legale della famiglia Bossetti, in seguito al lutto che ha colpito il suo assistito, nei giorni scorsi ha chiesto la massima riservatezza e "il massimo rispetto per il dolore dei famigliari". "In questo momento — scrive il legale — pare indelicata e fuori luogo la descrizione di dettagli che riguardano più la sfera privata che la necessità di informazione relativa al processo Bossetti. La famiglia — conclude il legale — resta unita nel dolore per la perdita di Giovanni Bossetti, marito premuroso e padre affettuoso. La famiglia ringrazia, certa della sensibilità dei mezzi d’informazione".

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