Massacrati bambini e donne a Homs: trovati più di 50 cadaveri mutilati
Scorre ancora sangue in Siria e a pagarne lo scotto maggiore sono le frange più deboli della popolazione. Ad Homs, sono stati ritrovati più di 50 cadaveri di donne e bambini: una vera e propria mattanza condotta da ignoti contro famiglie residenti a Karm az Zeitun e Adawi, quartieri a maggioranza sunnita. A Daara, a sud della Siria, al confine con la Giordania, è esplosa un'autobomba che ha ucciso una studenssa e ferito altri 25 compagni. In Rete, sono stati pubblicati diversi video amatoriali che mostrano i corpi mutilati dei cadaveri ritrovati a Homs: i filmati sono stati diffusi da attivisti che combattono contro le barbarie del regime e che accusano le milizie lealiste del massacro di questi civili innocenti.
Le donne e i bambini martoriati erano riusciti a scampare al bombardamento della scorsa notte, rifugiandosi nell'artiglieria governativa su Karm az Zeitun e Adawi, rioni del quartiere Nuzha, dove si concentra, invece, una maggioranza alawita, a cui appartengono anche i clan che detengono il potere da più di quarant'anni nel Paese. Secondo quanto scritto in un comunicato diffuso dall'agenzia ufficiale Sana, i terroristi (dei quali non viene specificato né il nome, né l'eventuale gruppo di appartenenza) avrebbero dapprima prelevato civili nella città di Homs e di averli poi uccisi e barbaramente mutilati. I terroristi hanno filmato i terribili momenti del massacro per inviarli alle emittenti panarabe più importanti, tra le quali c'è Arabiya e Al Jazira, allo scopo di attribuire tale crimine alle autorità siriane. In queste ore, i Comitati di Coordinamento stanno cercando di dare un nome alle salme: tra esse, sono stati identificati due bambini, uno di cinque e l'altro di sei anni e alcune donne.
Walid al-Buni, esponente del Cns, domanda l'intervento dell'Onu: "Chiediamo alle Nazioni Unite di tenere immediatamente una riunione d’emergenza. Questo è un massacro documentato con tutti i nomi e le identità delle vittime. La comunità internazione non può più restare in silenzio". Tante le famiglie che hanno abbandonato Homs, per paura di nuove ritorsioni: è quanto comunicano varie fonti delle organizzazioni siriane che lottano per la difesa dei diritti umani nel Paese, quotidianamente violati.