Margot Fonteyn: a 25 anni dalla scomparsa la ricordiamo così
Margot Fonteyn, in verità nome d'arte di Margaret Evelyn Hookham, era figlia di un inglese ed una irlandese ma figlia illegittima dell'uomo d'affari brasiliano Antonio Fontes. Da lì l'origine del cognome Fonteyn, poi rivelatosi fortunatissimo per la giovane danzatrice inglese. Portati avanti gli studi di danza a Shanghai ed a Londra, Morgot Fonteyn ha da subito conseguito brillanti risultati per la grazia e l'eleganza messe a servizio dell'impareggiabile senso artistico in tutti i ruoli interpretati. Divenuta presto la diva londinese del balletto, Margot Fonteyn sin dal lontano 1934 ha calcato il palcoscenico della City con Lo Schiaccianoci, esattamente l'anno prima del debutto da prima ballerina ne Le Blaiser de la Fée. I suoi iniziali trionfi sono appartenuti alla storia del Vic-Wells Ballet, divenuto poi Sadler's Wells Ballet ed infine l'attuale compagine del Royal Ballet con cui è stata scritturata quale ballerina ospite dal 1959 per consentirle di esibirsi in tutte le altre compagnie di balletto del mondo. Se negli anni Quaranta Margot Fonteyn è stata sempre associata al pas de deux con l'australiano Robert Helpmann, negli anni Cinquanta è stato il co-direttore del Royal Ballet Michael Somes il partner ideale per una serie infinita di rappresentazioni a Londra ed in giro per il mondo. Succeduta ad Alicia Markova nel cuore del pubblico e della critica londinese, Margot Fonteyn ne ha ereditato autorevolezza e prestigio, divenendo immediatamente la nuova star e musa ispiratrice dei coreografi sir Frederick Ashton e Kenneth MacMillan. Su tutti il primo ha creato per lei Ondine, Daphnis et Chloe, Sylvia e Marguerite and Armand che per tutto il Novecento è stato portato in scena solo da lei in coppia con Rudolf Nureyev.
Margot Fontey e Rudolf Nureyev: quando gli opposti si attraggono
La carriera di Margot Fonteyn sarebbe stata comunque straordinaria senza quel 21 febbraio di cinquantaquattro anni fa, ovvero quando per la prima volta apparve sul palcoscenico insieme a lei il tartaro volante Rudolf Nureyev, da poco fuggito dalla sua Unione Sovietica. Al termine di quella Giselle, il giovanissimo Rudy le baciò la mano al cospetto di un pubblico letteralmente in delirio. Da quella volta nacque il mito della coppia tersicorea più bella del mondo, invitata negli anni a seguire sul palcoscenici più prestigiosi e dai coreografi più in voga. Con ben vent'anni di differenza, Margot Fonteyn poteva essere la migliore chioccia dell'impulsivo tartaro, catalizzandone l'immenso talento a suo piacimento ed a tutto vantaggio di platee di appassionati pronti a seguirli in ogni teatro del mondo. Quegli anni Sessanta e Settanta furono strepitosi, i due offrirono il meglio in coppia, allungando a dismisura la carriera di Margot Fonteyn ben oltre i limiti che si credevano o speravano nelle migliori delle ipotesi. Debuttarono nel celebre Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan, anche se quest'ultimo lo aveva in verità pensato per Lyn Seymour in coppia con Christopher Gable. Quel cambio di portò evidentemente immensa fortuna tanto al coreografo, quanto ai due interpreti! Margot e Rudolf danzarono insieme anche la versione filmata de Il Lago dei cigni, ulteriore vessillo del loro monopolio in ogni angolo del pianeta. Tuttavia il mito della danzatrice inglese ha resistito al logorio di questi venticinque anni dalla sua scomparsa anche e soprattutto per il suo essere donna speciale, amica di tutti i colleghi. Nel 1954 fu nominata Dame (DBE Ordine dell'Impero Britannico), dunque ancor prima del successo planetario in bella compagnia con l'amico-collega Rudolf Nureyev, a dimostrazione dell'eccellenza portata in scena e per strada dalla deliziosa Margot Fonteyn. La vita sentimentale le ha invece spesso voltato la faccia, vivendo sfortunate storie d'amore fino al matrimonio con il diplomatico panamense Roberto Arias, gambizzato nel 1965 da un rivale politico. Da quel momento la vita privata della nostra Dame subì un drastico ridimensionamento, vedendosi costretta ad accudire il marito paralizzato e lavorare fino alla veneranda età di sessant'anni. Poi il trasferimento a Panama e la morte per cancro di quel 21 febbraio 1991 che non ne ha certamente scalfito il ricordo.