Marea nera in Sardegna: l’olio combustibile si estende da Porto Torres a Gallura
L'11 gennaio scorso, mentre la nave Esmeralda stava scaricando una certa quantià di carburante nei depositi della centrale termoelettrica E.On di Fiume Santo, parte di quello si è riversato in mare: le tubature hanno ceduto, causando la dispersione di circa 15mila litri di olio combustibile. Nelle ultime ore il carburante si è esteso da Porto Torres alle coste della Gallura, interessando la zona che va da Santa Reparata alla penisola di Capo Testa. Addirittura l'emergenza potrebbe riguardare anche la meravigliosa isola di Spargi e tutto l'arcipelago della Maddalena.
La situazione è molto più grave di quanto si era inizialmente creduto: ad oggi è difficile quantificare i danni ambientali causati dall'incidente e, venerdì scorso, il Capo del Compartimento Marittimo de La Maddalena ha ufficializzato lo stato di emergenza.
Per ora sono sei le tonnellate di materiale inquinante raccolto dai volontari, dagli operatori della stessa E.On e da varie ditte incaricate alla pulizia della costa; ma ci si chiede anche quante altre ancora siano da raccogliere, una vera minaccia per la flora e la fauna marina.
Marea nera sulla spiaggia di Platamona (Sassari)
Marco Bertolino, direttore della centrale termoelettrica, ha spiegato: "Non c’e’ mai stata una sottovalutazione dell’incidente. Tutte le Autorità sono state avvisate appena si è avuta la percezione dello sversamento e le prime azioni antinquinamento sono iniziate immediatamente. Tutte le misure preventive erano attive. Purtroppo, l’evento e’ accaduto alle 16.00 e l’insorgere dell’oscurità’ e le condizioni del mare mosso hanno consentito di limitare ma non di bloccare completamente l’evolversi della situazione".
E' stata aperta un'inchiesta dalla Procura della Repubblica di Sassari, ma ancora nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Dure le parole dei sindaci di Santa Teresa e Aglientu, Stefano Pisciottu e Gabriela Battino: "La colpevole superficialità del ministero dell'Ambiente non è meno grave del disinteresse della Regione, che fino a oggi ha ritenuto di dover limitare la propria azione politica all'invio di messaggi di solidarietà. Di fronte alla concreta prospettiva di un gravissimo danno ambientale ed economico leviamo il nostro grido di allarme. Nella speranza che almeno una tardiva presa di coscienza delle istituzioni e della opinione pubblica, possa favorire l'adozione dei necessari interventi".