Marco Simoncelli e le emozioni che ci ha regalato [VIDEO-STORY]
Marco Simoncelli è morto da poche ore, il pilota di motogp, talento di casa Italia ci ha lasciato verso le 11.00 dopo un brutale incidente durante il gran premio di Sepang, in Malesia. Un sogno lungo 17 anni, da quando a 7 anni sale in sella alla sua prima mini moto, e che stava diventando realtà negli ultimi anni, dopo la consacrazione a campione del mondo di 250cc nel 2008 e le prestazioni del campionato in corso, che ben facevano sperare per il futuro italiano dei motori, con un Valentino Rossi un pò appannato negli ultimi tempi.
Chi fa delle corse un mestiere o una passione di vita, sa che va incontro ad un rischio altissimo, continuo, di rimediare infortuni e nel peggiore dei casi di perdere la vita, ma forse ci sono amori, anche pericolosi, per i quali vale la pena vivere, anche poco, ma almeno in maniera intensa.
Non riproporremo le terribili immagini dell’incidente e degli ultimi istanti della sua corsa, non ribadiremo quanto fosse bravo in moto e quanto avrebbe potuto sfondare nel mondo dei motori, ma parleremo semplicemente di Marco Simoncelli e di come è nata la sua passione per le corse.
Del simpatico Sic, dei suoi capelli ribelli, del suo accento romagnolo, della sua simpatia e della sua umiltà nel prestarsi alla tv, ai set fotografici, alle pubblicità e alle interviste, dei suoi sorrisi giovani, delle sue cadute e vittorie: quando qualcuno va via, è sempre meglio raccogliere i ricordi dei momenti migliori, così da conservare impressa nella memoria l’immagine più bella.
Era luglio 2011 quando Marco rilasciò un' intervista esclusiva a Gazzettatv: cominciava ad andare forte in campionato, certo le cadute non mancavano, forse perchè è sempre stato uno a cui piaceva rischiare. Il giornalista gli chiese se al Mugello non sarebbe caduto e Simoncelli, sicuro di sè, sigillò la promessa con una stretta di mano.
Si chiedeva perchè i piloti spagnoli lo odiavano, ma allo stesso tempo era cosciente di non essere lui quello sbagliato (in fondo in gara non esistevano amici). Nell’intervista rimasta nel cuore di molti, emerse un lato inedito di Marco: il suo rapporto con la fede, la sua quotidianeità e le sue prospettive future che ad oggi accrescono ancor di più il malessere di tutti coloro che lo hanno amato come uomo e stimato come campione.
Un cristiano un pò dubbioso, che nei momenti di pericolo ammetteva di non pregare Dio ma di soffrire in silenzio. Amava il rock, amava le ragazze more e alla domanda del giornalista del Tg1"Cosa ti colpisce a prima vista di una ragazza?" non ebbe problemi ad ammettere in modo smaliziato e con una bozza di sorriso imbarazzato che "il lato b" rientrava tra le sue priorità. Era un giovane talentuoso e una promessa del mondo del motociclismo, ma pur sempre giovane, un ragazzo come tanti che sapeva catalizzare l'attenzione forse proprio per quella spontaneità senza filtri.
Marco Simoncelli era giovane sì, ma ha spesso affermato di esser maturato e cresciuto proprio grazie alle sue amate gare e, perchè no, anche alle improvvise cadute e oggi, prima di partire, si sentiva pronto a non andare giù, pronto a dominare la moto e il suo talento. Tra 10 anni si vedeva ancora in moto, magari in motogp: sognava qualche vittoria in più e sperava di esser ricordato per aver regalato emozioni. Purtroppo non è andata così.
Nel visionare contributi video e interviste, l’attenzione è stata attirata da un set fotografico che l’ha visto protagonista per Sport Week. Una copertina per Marco Simoncelli, diavolo o angelo?
Marco si diverte a farsi scattar foto, si mette in posa, si trucca, fa domare la sua "criniera", sorride davanti a papà Paolo e al fotografo, scatta istantanee insieme alla troupe: il video si chiude con le parole di Chico De Luigi, dal cui obiettivo nascerà poi il servizio fotografico. E sono parole che ora come ora hanno più senso di altre e portano a galla un pò di amara consolazione “…e definitivamente, Marco Simoncelli è un angelo”.