Nella giornata dell'orgoglio Chrysler a catalizzare l'attenzione di media ed analisti di settore è stato ancora una volta l'amministratore delegato di FIAT Sergio Marchionne. Il Manager del Lingotto infatti, durante la cerimonia della "restituzione del prestito", non si è limitato ad annunciare l'avvenuot saldo degli ultimi 5,9 miliardi di dollari (sui complessivi 10,5) del prestito accordato a Chrysler dal governo statunitense e da quello canadese, ma ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda gli assetti futuri della compagnia.
Nello stabilimento di Sterling Heights, nel Michigan e alla presenza di Ron Bloom (Assistant to President Barack Obama for Manufacturing Policy), il manager del Lingotto ha manifestato ben più di un semplice e generico orientamento a procedere sulla strada della fusione fra le due società. Come riportato dal Sole24ore, interrogato in merito, Marchionne ha infatti risposto: "Ripeto che tenere due organizzazioni separate per un costruttore unico non ha senso. Dobbiamo trovare una soluzione, ma non ho una risposta immediata. Non credo però che sia un tema urgente, ma deve essere risolto". Allo stesso tempo, la volontà di Fiat è quella di procedere all'acquisizione di ulteriori quote di mercato di Chrysler, fino a salire "dal 46 al 51% nel quarto trimestre, quando verrà omologata l'auto Chrysler a basso consumo con tecnologia Fiat" e completare il tal modo il percorso avviata qualche mese fa che aveva portato all'acquisizione del 46% di quote azionarie.
Un progetto al centro dei disegni di Marchionne ed al quale è collegato in qualche modo anche l'ulteriore passaggio che prevede l'acquisizone della quota di Chrysler in mano al Tesoro Usa. Infine, l'ormai "consueta" precisazione sulle mosse a breve termine del gruppo torinese in Italia, con la rassicurazione sugli investimenti:"Nessuna inversione di rotta, nè per quanto riguarda gli investimenti nè per quanto riguarda Fabbrica Italia".