Maometto in copertina scatena la rabbia dei fondamentalisti: incendiata la sede di Charlie Hebdo
Parigi si è risvegliata stamane con vetri infranti ed edifici in fiamme: un incendio doloso ha, infatti, distrutto questa notte la redazione di un giornale. Si tratta di Charlie Hebdo, un settimanale che si occupa di satira e che, ieri, aveva annunciato la pubblicazione per oggi di un numero speciale dedicato alla Primavera araba ribattezzando per l’occasione il giornale “Sharia Hebdo”.
La notizia è stata riferita direttamente dal direttore del giornale che ha spiegato alla polizia la dinamica dell’attacco e le presunte motivazioni che stanno dietro. L’ incendio è scoppiato verso l’una del mattino a causa del lancio di una bomba molotov all’interno della redazione che, pur non avendo fatto morti e feriti, ha distrutto tutti i computer provocando danni gravissimi.
“Fortunatamente i pompieri sono intervenuti in tempo”, ha riferito il direttore Stéphane Charbonnier che si è detto convinto di poter attribuire l’attacco all’annuncio del numero speciale previsto per oggi. “Charb”, così è conosciuto il direttore, ha spiegato che sin da ieri il giornale era stato vittima di continue minacce e insulti arrivati su Facebook e su Twitter proprio in seguito alla notizia della “Sharia Hebdo” che avrebbe commentato le recenti elezioni in Tunisia che hanno decretato la vittoria del partito islamico e “ironizzato” sulla decisione del nuovo governo libico di adottare la Sharia come principale fonte del diritto: temi che, appunto, avrebbero scatenato l’ira dei fondamentalisti.
Sulla copertina di oggi di Charlie Hebdo il profeta Maometto
Il protagonista in copertina sarebbe stato il profeta Maometto che prometteva “100 frustate se non muori dalle risate”. Un lavoro, quello di Charlie Hebdo, che non intendeva offendere né provocare nessuno e che si differenziava da altri giorni solo per la presenza in copertina di Maometto, cosa – ha continuato lo stesso Charb – “abbastanza rara”. Sul sito piratato del giornale è apparso oggi un messaggio intitolato “Per l’Islam” che denuncia l’utilizzo dell’immagine del profeta da parte della rivista.
Non è la prima volta che il settimanale si trova a dover rispondere ad attacchi di questo tipo: nel 2006 l’ex direttore Philippe Val fu denunciato (e poi condannato nel 2008 con sentenza definitiva) per “offese razziali” in seguito alla pubblicazione di alcune caricature di Maometto che avevano fatto infuriare molti musulmani e che avevano spinto, in quella occasione, il Consiglio francese del culto musulmano a chiedere il ritiro delle copie della rivista. Ancor prima è stato costretto ad assumere l’attuale nome in seguito alla messa al bando del suo predecessore, Hara-Kiri, a causa di commenti irriverenti sulla morte di Charles De Gaulle.