Manovra, Renzi alle Regioni: “Nessuna mediazione, i miliardi sono quattro”
"Non c'è spazio per una mediazione, i miliardi sono quattro. Da qui due strade: o lo scontro o ci sono proposte alternative su cui si lavora in queste ore", è stato abbastanza chiaro il premier Renzi con le Regioni in merito ai tagli richiesti nella Legge di stabilità. "Sui costi standard – ha spiegato, secondo quanto si apprende da chi è presente, nell'aprire l'incontro nella Sala Verde di Palazzo Chigi – se voi ci siete, io ci sono”. I tagli previsti dalla legge di stabilità solo nel 2015, per il comparto delle Regioni, pesano per 4 miliardi che diventano 6,2 se si sommano i tagli già previsti dai governi Monti e Letta. “Noi interveniamo solo ex post se le cose non vanno. Se avete una risposta seria, rigorosa, noi ci siamo”, ha ribadito il Presidente del Consiglio. Oltre a lui, per il governo sono presenti il ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, mentre le Regioni sono rappresentate dai vari governatori, a parte la Lombardia di Roberto Maroni per cui è presente Massimo Garavaglia, coordinatore degli assessori regionali. Si parla anche di trasparenza. Renzi ha annunciato che entro fine anno dovranno essere diffusi online tutti i dati che riguardano i costi e le spese delle amministrazioni centrali e locali.
Manovra, precisazioni su bonus bebè e pensioni
Nel frattempo ieri è arrivata l’attesa “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato per la legge di Stabilità per il 2015-2017. E arrivano anche i primi chiarimenti su alcuni dei provvedimenti che più hanno fatto più discutere nelle ultime ore. Innanzitutto le pensioni il 10 del mese: le riceveranno, a partire dall'anno prossimo, solo le 800mila persone che godono del doppio assegno Inps-Inpdap (dipendenti pubblici). Tra le novità della manovra, il bonus-bebè di 80 euro per le neo mamme, che dovrebbe essere corrisposto con un assegno in un'unica soluzione di 960 euro l’anno. L'effetto del bonus voluto da Renzi a sostegno della natalità sarebbe ‘sterilizzato' ai fini Irpef