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Manovra, premier Conte: “Nessuna volontà di limitare il Parlamento, colpa del negoziato con Ue”

Il premier Giuseppe Conte parla ancora della manovra, che giudica “espansiva”: “Avrei senz’altro avuto piacere di lasciare un più ampio margine di discussione ma purtroppo non è stato proprio possibile chiudere prima l’interlocuzione con la Commissione europea, grazie alla quale è stata evitata una procedura di infrazione. Era nell’interesse dei cittadini giungere ad un esito positivo del negoziato e questo risultato ha richiesto notevoli energie e anche tempo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte giustifica ancora una volta i ritardi sulla manovra con i tempi dilatati nella trattativa con l'Europa:"E' dovuto a Bruxelles", un negoziato che giudica "complesso", come dice in un'intervista a ‘La Stampa'.

"Avrei senz'altro avuto piacere di lasciare un più ampio margine di discussione ma purtroppo non è stato proprio possibile chiudere prima l'interlocuzione con la Commissione europea, grazie alla quale è stata evitata una procedura di infrazione. Era nell'interesse dei cittadini giungere ad un esito positivo del negoziato e questo risultato ha richiesto notevoli energie e anche tempo. Aver concluso questo negoziato mantenendo integre le misure qualificanti del contratto di governo è un successo per la nostra democrazia: è un'iniezione di fiducia per i cittadini perché dimostra che il voto popolare può ancora produrre risultati concreti".

"Molti di coloro che criticano il governo per i tempi di presentazione della manovra – aggiunge – hanno la memoria corta. Ad esempio solo due anni fa, nel 2016, la manovra in seconda lettura al Senato non è stata oggetto di alcun voto in Commissione; due anni prima, nel 2014, è stato posto il voto di fiducia su una manovra votata a notte fonda".

"Ma non voglio rivangare il passato e alimentare polemiche, tengo solo a precisare che le tempistiche di quest’anno sono state imposte da un negoziato con Bruxelles davvero molto complesso – ribadisce – e tengo a sottolineare che non c’è stata alcuna deliberata volontà del governo di comprimere il vaglio del Parlamento. Il grande risultato è una manovra espansiva con dentro reddito di cittadinanza e quota 100, con i conti in ordine e l’ok dell'Europa. Di questo sono orgoglioso".

Per quanto riguarda invece i rapporti all'interno dell'esecutivo, secondo Conte, "le forze politiche che sostengono il governo hanno dato prova di grande responsabilità e sono certo che il lavoro proseguirà nell'interesse dei cittadini italiani. Da parte di tutti c'è una profonda condivisione di quel desiderio di cambiamento che è scritto nero su bianco nel contratto di governo: entrambe le forze politiche hanno interesse a proseguire in questa direzione e sanno che i cittadini non capirebbero una inversione di rotta".

Poi in un post che pubblica nella nott su Facebook parla della situazione in Libia, al termine della sua visita lampo nel Paese nordafricano: "Dopo l'approvazione della legge di bilancio al Senato a tarda notte e un Consiglio dei ministri durato fino alle tre del mattino, all'alba sono partito per la Libia. Tre tappe in una sola giornata per incontrare i principali interlocutori libici, peraltro proprio alla vigilia della festa di indipendenza della Libia: Fayez Al Serraj e Khaled Al Meshri a Tripoli, Khalifa Haftar a Bengasi, Aghila Issa Saleh a Tobruk".

"A tutti ho ribadito che l'Italia non vuole decidere le sorti del popolo libico, ma siamo un Paese amico che vuole offrire un contributo affinché questo popolo possa trovare pace e stabilità E' il motivo per cui nemmeno due mesi fa, a metà novembre, abbiamo organizzato a Palermo una conferenza per la Libia per promuovere un percorso di stabilizzazione del Paese, nel solco dell'impegno messo in campo dall'Onu. Ed è lo stesso motivo delle mie visite di quest'oggi a tutte le principali autorità libiche", aggiunge. "A tutte le autorità ho espresso il mio sincero auspicio che il 2019 possa essere per la Libia l'anno della svolta". 

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