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Manovra, per gli insegnanti che danno ripetizioni in arrivo flat tax al 15%

Una delle novità contenute nella nuova bozza della manovra è rappresentata da una tassa piatta per gli insegnanti, dipendenti statali, che hanno delle entrate grazie alle lezioni provate a domicilio. Ora dovranno comunicare alla propria amministrazione di appartenenza “l’esercizio di attività extra professionale didattica ai fini della verifica di eventuali incompatibilità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Stop alle ripetizioni a domicilio in nero. Una delle novità contenute nella nuova bozza della manovra, datata 29 ottobre, che arriverà domani alle Camere, è un primo assaggio di Flat Tax: in questo caso ci si rivolge agli insegnanti. Si tratta di un'imposta al 15%, sostitutiva di Irpef e addizionali regionali e comunali, su quanto percepito dai docenti con lezioni private e ripetizioni. A partire dal primo gennaio 2019 "i titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado", potranno chiedere infatti l'applicazione di "una imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%, salva opzione per l'applicazione dell'imposta sul reddito nei modi ordinari", si legge nel testo. Secondo le previsioni del governo grazie a questa norma potrebbe piovere nelle casse dello Stato un centinaio di milioni di extragettito Irpef.

Come funziona? I dipendenti pubblici che svolgono l’attività di insegnamento a titolo privato, nel rispetto delle norme vigenti, devono comunicare alla propria amministrazione di appartenenza "l’esercizio di attività extra professionale didattica ai fini della verifica di eventuali incompatibilità".

"L’imposta è versata – si legge nel testo – entro il termine stabilito per il versamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Per la liquidazione, l’accertamento, la riscossione, i rimborsi, le sanzioni, gli interessi ed il contenzioso ad essa relativi si applicano le disposizioni previste per le imposte sui redditi".

Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, due anni fa la Fondazione Luigi Einaudi aveva calcolato in 800 milioni l’esborso a carico delle famiglie italiane per far seguire i propri figli nello studio da un insegnante privato. Una stima che il Codacons ha rivisto al rialzo nell’agosto scorso, arrivando a toccare i 950 milioni: si parla di 650 euro per famiglia, 950 se la materia da recuperare è il greco. E se pensiamo che nel 90% dei casi quelle somme non vengono dichiarate, applicando la nuova flat tax del 15%, l’erario potrebbe recuperare oltre 100 milioni di euro.

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