Manovra Monti: via libera dalla Camera con 402 Sì e 75 No
La manovra Salva Italia passa alla Camera con 402 voti favorevoli e 75 contrari. L'Aula di Montecitorio, dopo una seduta fiume durata molto più del previsto, anche a causa dell'ostruzionismo della Lega che ha presentato decine di ordini del giorno per poi contestare singolarmente ogni parere contrario del Governo, ha dato il prima via libera al provvedimento economico. A favore hanno votato il Pd, il Pdl e il Terzo Polo mentre contro si sono schierati ovviamente la Lega ma anche l'Italia dei Valori. Il provvedimento ora passerà al vaglio del Senato per essere discusso e definitivamente approvato.
La giornata in Aula è stata caratterizzata da contestazioni, lungaggini e anche momenti di imbarazzo con il Ministro Giarda che più volte ha dovuto fare i conti con la confusione di nomi e numeri degli ordini del giorno. Il tanto atteso discorso di Monti, previsto per le 19, è iniziato con circa mezz'ora di ritardo proprio per l'ostruzionismo che il Governo ha dovuto subire in Aula. Il Premier nel suo breve intervento ha fatto molto richiamo all'unità non sdegnando però qualche piccola frecciatina. Soprattutto alla Lega cui ha rivolto i suoi ringraziamenti per avergli permesso di riflettere sulle misure grazie al loro "meno evidente appoggio", ma anche a Berlusconi che ieri aveva parlato di un Monti disperato. Il Premier ha scherzato sulle parole del suo predecessore presente in Aula, affermando "mi sono sentito colpevole perché non mi sento affatto disperato".
Durante le dichiarazioni di voto molti battibecchi tra la Lega e gli altri gruppi che si sono accusati a vicenda della situazione in cui versa il Paese. Reguzzoni ha risposto alle parole di Monti, che ironicamente aveva ringraziato la Lega, consigliando al Premier di lasciare l'ironia e auspicando che Berlusconi ripensi al suo appoggio prima che sia troppo tardi. Particolare il discorso del segretario del Pdl Alfano che invece ha contestato al Premier la risposta alle parole di Berlusconi invitandolo a non lasciarsi influenzare dai giornali.
Deciso l'appoggio a Monti e alla manovra invece da parte di Bersani del Pd e di Casini dell'Udc. Bersani nel suo intervento ha anche citato un discorso di Crispi del 1800 per parlare di liberalizzazioni, mentre Casini ha accusato di amnesia chi ha criticato i provvedimenti del Governo e ha auspicato che l'appoggio al Governo non sia uno strumento ai fini elettorali.