Manager pubblici: stop al taglio degli stipendi dalle commissioni in Senato
Le commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato hanno soppresso l'articolo 12 del Decreto del Fare, che intendeva mettere un tetto agli stipendi dei manager pubblici, che rimarranno dunque di 300mila euro. Le commissioni non hanno votato l'emendamento del governo al dl fare che prevedeva per il tetto ai compensi dei manager pubblici un "sistema differenziato" per le società non quotate controllate da società con titoli azionari quotati rispetto a quelle controllate da società emittenti altri strumenti finanziari. Per le società quotate a controllo pubblico, il testo dell'esecutivo prevedeva una riduzione del 25% in sede di rinnovo degli organi di amministrazione dei compensi rispetto a quelli deliberati per il precedente mandato. L'articolo, inoltre, vietava a tutte le società a controllo pubblico, a eccezione di quelle emittenti titoli azionari quotati e loro controllate, di corrispondere agli amministratori con deleghe bonus, indennità o benefici economici di fine mandato. "Il Governo non può rinunciare al taglio del 25% agli stipendi dei manager delle società pubbliche quotate e non quotate che emettono titoli", ha ricordato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, commentando lo stop.