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Mali: truppe francesi e maliane a Timbuctu, jihadisti in fuga

I militari alleati controllano l’accesso alla città conquistata l’anno scorso dai ribelli. Timbuctu è considerata un obiettivo strategico per strappare il nord del paese ai miliziani islamici.
A cura di Antonio Palma
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Mali: truppe franco maliane a Timbuctu, jihadisti in fuga

Le truppe francesi e quelle maliane stanno avanzando da giorni senza problemi verso il nord del Mali incontrando pochissima resistenza, e sono entrate ieri sera nella leggendaria città di Timbuctu, occupata l'anno scorso dai jihadisti alleati di al Qaeda e considerata strategica per il controllo del nord del Paese, da anni terreno incontrastato dei ribelli. I militari alleati hanno occupato senza sparare un colpo l'aeroporto, fuori dalla città e stanno preparando l'entratata in città. Anche se al momento pare non ci sia traccia dei jihadisti si teme che prima di scappare il dedalo di viuzze fatto di antiche moschee, monumenti e case di mattoni di fango possa essere stato seminato di trappole esplosive dai ribelli. Dopo la presa dell'altra importante città della zona, Gao, avvenuta tra sabato e domenica le truppe di Francia e Mali controllano ormai tutta la zona considerata la roccaforte dei jihadisti. "Stiamo vincendo molto rapidamente, i ribelli sono stati sbaragliati, la guerra finirà entro pochi giorni" ha detto il ministro dell'Informazione maliano Manga Dembelè, spiegando la situazione militare sul campo. Effettivamente le resistenze contro il doppio attacco, aereo e terrestre, delle truppe francesi e maliane sono state meno impegnative del previsto. Le voci che parlano di scissione interna ai jihadisti, con una parte di loro che vorrebbe scendere a patti è un buon segnale anche se il problema resta il controllo del territorio che le truppe maliane da sole hanno dimostrato di non riuscire a gestire. L'affluire delle tanto attese truppe africane  dovrebbe migliorare la situazione, martedì ad Addis Abeba l'Unione africana farà un nuovo esame della situazione chiarendo i tempi di dispiegamento delle 6mila truppe promesse che prima o poi dovranno sostituire i militari francesi.

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