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Malesia, aereo sparito: per due mesi lo hanno cercato nella zona sbagliata

E’ stato reso noto che i segnali acustici captati tempo fa non provenivano dalle scatole nere dell’aereo della Malaysia Airlines con 239 passeggeri e i membri dell’equipaggio. Ciò vuol dire che le ricerche ora dovranno ripartire da zero.
A cura di Biagio Chiariello
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Mesi e mesi di ricerche, senza trovare nessun detrito del Boeing 777 della Malaysian Airlines scomparso ai primi di marzo, con 239 persone a bordo. Ora sappiamo perché: l’aereo, in realtà, non si è inabissato nella zona dell'Oceano indiano del sud in cui sono stati captati i segnali acustici che avevano fatto pensare alla presenza delle scatole nere del velivolo. “Si può ormai affermare che questa zona non è quella dove è finito il volo MH370”, ha dichiarato con un comunicato il Centro di coordinamento internazionale delle ricerche con base in Australia. Per le ricerche erano stati impiegate decine di navi e aerei di una task force multinazionale, ma non era mai stato trovato nulla che potesse ricondurre in qualche modo all’aereo sparito nel nulla. L'area era stata circoscritta sulla base dei calcoli basati sui dati satellitari a disposizione degli investigatori, dopo che il volo MH370 Kuala Lumpur-Pechino aveva inspiegabilmente virato verso Sud Ovest, per cause ancora da chiarire.

Il giallo dell'aereo malese sparito

Per adesso, dunque, l’unico punto fermo nel mistero del Boeing 777 della Malaysia Airlines, scomparso l'8 marzo scorso, è che l'aereo è precipitato nel sud dell’Oceano Indiano. A darne l'annuncio era stato a Kuala Lumpur il primo ministro malaysiano Najib Razak. Gli investigatori hanno lavorato per giorni all’ipotesi di una deviazione "deliberata" della rotta del velivolo da parte dei piloti o di qualcun altro a bordo, come aveva affermato lo stesso premier. Ma negli ultimi giorni si è fatta strada l’eventualità che il velivolo sia precipitato nell’Oceano Indiano dopo aver volato verso sud e a corto di carburante. Nei giorni scorsi sono stati infatti trasmessi i dati via satellite dal volo ed è emerso che la trasmissione finale era una richiesta automatica da parte dell’aereo per quello che viene chiamato electronic handshake. “Questo è coerente con l’equipaggiamento di comunicazione satellitare su un aereo che si accende in seguito ad un’interruzione di corrente”, ha detto il Transport Safety Buereau australiano in una dichiarazione, aggiungendo che “l’interruzione di corrente elettrica potrebbe essere stata causata da un esaurimento del carburante”.

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