Il Madagascar è alle prese con un’epidemia di peste bubbonica e polmonare. L’allarme è iniziato il 23 agosto quando un uomo di 31 anni del distretto di Ankazobe, negli altipiani centrali, è deceduto a seguito della malattia. In poche settimane, 169 persone sono state contagiate; trenta quelle che hanno perso la vita. Tra le vittime anche Alix Allisop, un allenatore di basket delle Seychelles, che stava partecipando a un torneo nella capitale Antananarivo. Allisop è deceduto mercoledì scorso e adesso le autorità sanitarie stanno cercando le persone con cui è entrato in contatto negli ultimi giorni e che potrebbero essere state esposte all'infezione. La peste, in particolare quella bubbonica, è considerata una malattia endemica in questa isola africana nell'Oceano Indiano dove ogni anno si registrano almeno 400 casi.
A preoccupare maggiormente sia le autorità malgasce che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è la “rapida diffusione” del contagio che ormai ha raggiunto le città portuali e la stessa capitale. Secondo i dati diffusi dal ministero della sanità, sono già dieci le regioni dove si sono registrati casi di peste polmonare. Una situazione simile a quella accaduta nel 2014, quando ci furono 40 morti nel Paese. E proprio a Antananarivo si sta diffondendo il panico dopo le dichiarazioni del primo ministro, Olivier Mahafaly Solonandrasana, il quale sabato scorso sulla Tv di Stato ha ammesso il numero di morti a causa dell'epidemia. Le farmacie sono prese d’assalto dagli abitanti per comprare antibiotici e mascherine per proteggersi dall'infezione. “Questa mattina sono già stato in sei farmacie – ha detto Johannes Herinjatovo, un cinquantenne della capitale – ma non sono riuscito a trovare neanche una mascherina. Abbiamo paura, tutti questi morti dimostrano che la situazione è grave”. "Non so se questa mascherina mi proteggerà, ma ce l’hanno tutti e ne voglio una anch'io”, ha aggiunto Maurice Rakotomanana, un altro degli abitanti preoccupato per la peste. E con la paura cresce anche la speculazione: nella capitale il prezzo di una mascherina è praticamente raddoppiato in poche ore.
Dal 1980 la peste riappare in Madagascar ogni anno, generalmente da ottobre a marzo, ma questa volta il primo caso è stato registrato addirittura ad agosto. “Siamo preoccupati che la peste si possa diffondere in maniera estesa – ha dichiarato Charlotte Ndiaye, la rappresentante dell'Oms in Madagascar – perché è già presente in diverse città e siamo solo all'inizio di quella che è solitamente la stagione epidemica”. La rilevazione del focolaio è avvenuta dopo oltre due settimane dal primo decesso riconosciuto e questo ha permesso che il contagio si sia diffuso in diverse parti del Paese, tra cui la capitale Antananarivo. L’epidemia potrebbe, inoltre, estendersi anche a livello regionale a causa dei frequenti voli verso le isole confinanti dell’Oceano Indiano. Per contenere la diffusione della malattia, il governo ha iniziato una campagna di disinfestazione delle aule scolastiche nei distretti dove sono stati registrati casi di peste, obbligando gli studenti a rimanere a casa fino al 9 ottobre, e il ministero dell’Interno malgascio ha sconsigliato gli assembramenti pubblici.
La peste è considerata dall'Oms la "malattia della povertà" perché tende a svilupparsi in zone malsane ed estremamente arretrate, dove scarseggia un'adeguata assistenza sanitaria. Il morbo è provocato da un batterio, lo Yersinia pestis, che si sviluppa nei ratti e viene veicolato dalle pulci. Se l’uomo contrae la malattia mediante la puntura di questi insetti, la patologia tende a svilupparsi in forma bubbonica. Nello specifico, il batterio colpisce i tessuti linfoidi, disabilita le capacità dei linfociti e catalizza la produzione di specifiche proteine; il risultato è un'infezione devastante che si presenta in varie forme. Tra i sintomi più noti, la comparsa dei cosiddetti bubboni, febbre alta, grave debolezza, emorragie interne ed insufficienza cardiocircolatoria. Il batterio colpendo i polmoni provoca una polmonite che, a sua volta, permette la trasmissione della peste per via area, attraverso i colpi di tosse del malato. Diagnosticata in tempo, però, la patologia nella maggior parte dei casi può essere curata con antibiotici. Ma la forma polmonare, che è una delle malattie infettive più letali, può portare alla morte in 24 ore.
Sulla base delle informazioni disponibili finora – avverte l'Oms – il rischio di diffusione globale della peste appare molto basso. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, chi si appresta a visitare il Madagascar dovrebbe essere informato sull'epidemia in corso e che si tratta di una malattia endemica, soprattutto in certe zone dell’isola. Le possibilità che un turista contragga la peste sono poche, tuttavia, alcune aree rurali sono considerate particolarmente a rischio. Ai viaggiatori – conclude l'agenzia dell'ONU per la salute – oltre alla normale profilassi contro malattie come la malaria o la febbre gialla, non resta che proteggersi dalle punture delle pulci utilizzando prodotti repellenti simili a quelli usati contro le zanzare e, ovviamente, evitare il contatto con persone ammalate di peste.