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Macao il giorno dopo lo sgombero, bisogna decidere della proposta di Pisapia

Il collettivo che aveva occupato la Torre Galfa di Milano ha trascorso la notte tra musica e sacchi a pelo e oggi discuterà in assemblea del trasferimento nell’ex Ansaldo, proposta avanzata ieri, tra fischi e applausi, dal sindaco Pisapia.
A cura di Susanna Picone
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Il collettivo che aveva occupato la Torre Galfa di Milano ha trascorso la notte tra musica e sacchi a pelo e oggi discuterà in assemblea del trasferimento nell’ex Ansaldo, proposta avanzata ieri, tra fischi e applausi, dal sindaco Pisapia.

Sono ancora lì, sotto la Torre Galfa, i lavoratori dell’arte, giovani e meno giovani che, dieci giorni fa avevano occupato il palazzo milanese abbandonato da anni e avevano fatto nascere Macao, il loro spazio per fare cultura dal basso. Uno spazio che in appena pochi giorni è stato invaso da tutti coloro che hanno aderito all'iniziativa ed hanno lavorato per ridare vita ad una struttura ma che, nel corso della giornata di ieri, è stato sgomberato. Era l’alba di ieri quando la Torre Galfa è stata infatti “liberata” dagli uomini della polizia, azione avvenuta tra le proteste dei manifestanti, compresi quelli illustri come il Nobel Dario Fo che non aveva fatto attendere le sue parole contro le operazioni della polizia: “Se butti via un pezzo di pane non è più tuo, lo sgombero è illegale”. Sgombero che, inoltre, ha portato alla denuncia per occupazione abusiva di nove manifestanti.

“ Voi siete una ricchezza per me e per voi. ”
Giuliano Pisapia
Poi la promessa di Pisapia – Lo sgombero, oltre che malvisto da tutti i presenti a Milano, aveva fatto cadere una pioggia di critiche anche dal web sul sindaco Giuliano Pisapia, colpevole di non aver fatto nulla per impedire questo intervento e di aver tradito in qualche modo quello che era il suo progetto per Milano ma che, da parte sua, si era giustificato dicendo che il Comune non poteva fare nulla su un palazzo proprietà di un privato. Poi, nel corso della giornata, Pisapia ha raggiunto direttamente i lavoratori dell’arte di Macao, riuniti in presidio sotto la Torre Galfa, riuscendo (in parte) a riconquistarli grazie alla promessa di un nuovo spazio che andrebbe a sostituire la Torre Galfa. “In tempi brevi – ha detto Pisapia al collettivo di Macao – metteremo a disposizione lo spazio ex Ansaldo. Abbiamo girato Milano per tre giorni nei luoghi più nascosti e abbiamo individuato questo spazio molto bello per tutti i soggetti che vogliono ricreare un progetto di cultura”. Pisapia lo promette, l’ex Ansaldo sarà a disposizione di Macao in poche settimane, in questo modo Macao potrà ridare cultura alla città di Milano e al Paese.

Intanto sotto la Torre Galfa si continua a fare cultura – I ragazzi di Macao non hanno abbandonato il luogo che avevano scelto per ridare cultura alla loro città e, dopo lo sgombero di ieri, hanno continuato ad occupare la zona a due passi dalla Stazione Centrale. Per tutta la giornata di ieri, la notte scorsa e ancora oggi sono andate avanti le assemblee (bisogna valutare, per esempio, la proposta del sindaco Pisapia, per molti il problema non sarebbe infatti di “spazi”) mentre si continua a dar voce all’arte: nella serata post-sgombero, per esempio, dopo la cena sono arrivati gli Afterhours, convinti sostenitori del progetto Macao. Secondo il leader del gruppo, Manuel Agnelli, è ora il momento di dimostrare che c’è una generazione (quella che lui definisce “i veri milanesi”) che è pronta a costruire qualcosa, per farlo basta “slegargli le mani”. Ma non solo gli Afterhours, in via Galvani sono arrivati tanti artisti, noti e meno noti, che hanno risposto all’appello che i giovani del collettivo hanno affidato ai social network. Tutto questo mentre ancora oggi, sulla loro pagina di Facebook, continuano a dare informazioni, a pubblicare programmi e fotografie, ad invitare gente e a mostrare che, nonostante lo sgombero, il progetto Macao non è stato smantellato.

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