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Opinioni

Ma chi vuole davvero l’immunità per i senatori?

Ancora polemiche sulla possibilità che i nuovi senatori (consiglieri regionali, Sindaci e Governatori) godano dell’immunità parlamentare. Sembrano tutti contrari: Governo, Pd, Fi, Movimento 5 Stelle e cittadini. Ma, quindi, chi vuole davvero la norma?
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Che la riforma del Senato, per come concepita nell'incontro fra Renzi e Berlusconi e poi elaborata dal Governo, non dovesse avere vita facile (soprattutto nel passaggio a Palazzo Madama), era cosa abbastanza preventivabile. Così, non hanno destato eccessiva sorpresa le tensioni interne al Partito Democratico (che hanno portato all'allontanamento di Chiti e Mineo dalle postazioni strategiche in Commissione) e le "incomprensioni" fra Pd e Forza Italia, che hanno reso necessario un incontro tra Boschi e Romani, dal quale è emersa l'ennesima modifica all'impianto della legge costituzionale in discussione. La questione del momento è invece su un tema particolare e controverso: l'immunità parlamentare.

Nella formulazione del disegno di legge, infatti, compare una modifica all'articolo 68 della Costituzione che limita ai soli membri della Camera dei deputati la prerogativa dell'immunità parlamentare. Su questo punto (articolo 6 del ddl 1429) sono stati presentati diversi emendamenti, che, chiedendo la soppressione del comma 1/b, determinerebbero l'ampliamento dell'immunità anche ai membri del "nuovo" Senato. In tal modo, ed è questa la ragione della polemica politica, a godere di tale istituto sarebbero anche quei consiglieri regionali, Sindaci e Governatori che vengano nominati a Palazzo Madama. Una prospettiva contro la quale hanno protestato non solo i parlamentari del Movimento 5 Stelle (qui la reazione di Di Maio), ma anche alcuni esponenti di Forza Italia (Romani ha spiegato come "la questione dell'immunità non interessi il nostro gruppo") e dello stesso Partito Democratico. Ma non solo, perché lo stesso ministro Boschi ha spiegato che la proposta non è condivisa dal Governo, ricevendo l'immediata (e seccata) risposta del relatore Anna Finocchiaro.

La questione si è poi tinta di giallo, quando il senatore del Partito Democratico Francesco Russo ha mostrato come in realtà a presentare emendamenti per il ripristino dell'immunità fossero stati anche senatori del M5S e di Forza Italia:

Una ricostruzione avversata con forza dal Movimento 5 Stelle, come spiega Di Maio sulla sua pagina facebook:

Sul provvedimento poi si registra anche lo scetticismo di parte consistente del Partito Democratico, nonché l'acclarata contrarietà del Presidente del Consiglio, che nello specifico non si è esposto, ma che in passato si era detto decisamente contrario all'istituto dell'immunità parlamentare, "messa in Costituzione, quindi una cosa seria, che aveva un valore, ma in un altro momento, in un altro contesto".

Insomma, tutti contrari, o quasi. E allora la domanda è lecita: chi vuole la reintroduzione dell'immunità parlamentare per i senatori? Ecco, a leggere le cronache, sembrerebbe che la risposta sia "nessuno": non la vuole il Governo, non la vogliono i partiti e non la vogliono i cittadini. Tutti d'accordo, dunque? Nemmeno per sogno, poiché c'è sempre la questione di merito da affrontare. Andrebbe infatti discusso il problema di fondo, che è quello del valore e del senso della stessa immunità parlamentare: perché se si ritiene ancora efficace e "giustificato" tale istituto (ricordiamo che all'Aula attiene il voto, dopo l'iter in Giunta, per quel che concerne l'esistenza o meno del fumus persecutionis) e allo stesso tempo si affidano al Senato funzioni essenziali di controllo, gestione eccetera, allora l'allargamento non sarebbe certamente uno scandalo (anche se poi andrebbe definito l'equivoco dei consiglieri-Sindaci-Governatori "immuni"). Nel caso contrario, basterebbe cancellare l'immunità parlamentare per tutti.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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