M5s, i consulenti della procura Palermo confermano: “Le firme erano false”
L'inchiesta relativa alle firme false che sarebbero state presentate, per correggere un errore pregresso, da alcuni attivisti palermitani del Movimento 5 Stelle a convalida della lista elettorale per la candidatura di Riccardo Nuti a sindaco del capoluogo siciliano nel 2012 prosegue. Stando alle risultanze di una perizia grafologica realizzata da alcuni consulenti su mandato della procura guidata da Francesco Lo Voi, le duecento firme scelte a campione tra le 1.400 depositate allora dagli attivisti pentastellati sarebbero tutte false. Secondo quanto emerso dalla consulenza, inoltre, tra gli autori della falsificazione materiale sarebbero presenti alcuni attivisti che al momento risultano iscritti nel registro degli indagati. La perizia grafologica, dunque, sembra sostanzialmente corroborare le ammissioni rese qualche mese fa dalla parlamentare regionale Claudia La Rocca, che per prima si auto-accusò e ammise il reato commesso nel 2012.
Durante gli interrogatori svolti qualche mese fa, solo la Pantaleone e la Busalacchi acconsentirono al rilascio del saggio grafico richiesto, necessario a effettuare tutti gli accertamenti del caso, e secondo quanto si apprende da iniziali indiscrezioni, a causa del rifiuto di numerosi indagati che si opposero alla richiesta dei Pm, il Procuratore aggiunto Dino Petralia e il pm Claudia Ferrari hanno dovuto reperire le grafie da analizzare da altri documenti, così da permettere ai consulenti di effettuare i dovuti riscontri. Al momento risultano iscritti nel registro degli indagati tredici persone: i deputati nazionali Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, il marito della Mannino, Pietro Salvino, i parlamentari regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, gli attivisti Samantha Busalacchi, Francesco Menallo, Stefano Paradiso, Giuseppe Ippolito, Alice Pantaleone, il marito della parlamentare Loredana Lupo – non indagata -, Riccardo Ricciardi, e il cancelliere del tribunale Giovanni Scarpello, che materialmente autenticò le firme depositate dagli attivisti nel 2012. Al momento, però, non sono ancora stati rivelati i nomi di chi materialmente avrebbe ricopiato le firme presentate per la candidatura.