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M5s, Di Maio pronto a fare il premier: “Se gli iscritti mi voteranno ci sarò”

Luigi Di Maio si dice pronto a candidarsi come presidente del Consiglio del M5s: “Se gli iscritti mi voteranno ci sarò”. E spiega che se l’M5s dovesse essere il primo partito ma senza una maggioranza autosufficiente, sarebbe pronto a chiedere la fiducia al Parlamento per dare un’occasione al Movimento e poi valutare ogni singolo provvedimento.
A cura di Stefano Rizzuti
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Luigi Di Maio è sempre più vicino a essere incoronato ufficialmente candidato alla presidenza del Consiglio del Movimento 5 Stelle e a confermarlo è lo stesso diretto interessato che dà la sua disponibilità. “Se i nostri iscritti vorranno individuare me come candidato premier ci sarò”, ha detto ai microfoni della trasmissione ‘Circo Massimo’ su Radio Capital. Ma ancora Di Maio non si espone su quella che potrebbe essere la sua squadra di governo: “Dei ministri ne parleremo il 25 settembre, farlo prima significherebbe fare il Fantacalcio”. La votazione tra gli iscritti avverrà prima dell’evento Italia 5 Stelle di Rimini nel quale verrà incoronato il candidato premier del M5s il 24 settembre.

Di Maio ha deciso di non commentare il ruolo che potrebbe avere nella squadra di governo Alessandro Di Battista, uno dei volti noti del Movimento che più di chiunque altro potrebbe insidiare la leadership dell’attuale vicepresidente della Camera, ma che sembra voler rinunciare alla candidatura per convergere su Di Maio. “Di ministri ne parliamo dopo il 25”, ribadisce. Di Maio spiega poi che non crede ci sia una differenza tra ministri politici e tecnici e aggiunge: “Per me un candidato ministro deve avere sensibilità politica e competenza tecnica”. Obiettivo del M5s è quello di raggiungere il 40% alle elezioni politiche, secondo Di Maio, che sostiene che la scelta dei cittadini sarà “tra chi li ha già governati e noi”. “Se non riusciremo a raggiungere il 40% ma arriveremo comunque primi – aggiunge – ci presenteremo al Parlamento per chiedere ai partiti di darci la possibilità di partire. Poi il Parlamento deciderà sulle singole leggi. Chi è disponibile ci dia la fiducia ma non si aspetti poltrone in cambio”.

Nessuna affinità tra Di Maio e Salvini, secondo il vicepresidente della Camera: “Sono di Napoli, lui diceva ‘Vesuvio lavali col fuoco’…”. Secondo Di Maio l’M5s viene definito populista nel “tentativo di associarlo a movimenti come quello di Le Pen, ma noi abbiamo sempre respinto il tentativo di accomunarci a queste forze politiche. Se per populisti intendete che siamo gli unici a rinunciare ai voli di stato e all’auto blu allora siamo populisti”.

Di Maio: ‘Renzi ossessionato dal M5s'

Di Maio ha anche risposto al segretario del Pd, Matteo Renzi, il quale ieri ha definito Grillo e Salvini come i problemi di questo paese: “Le vittime della legge Fornero, quelle della Buona scuola e quelle del Jobs Act sanno che il problema non è il Movimento Cinque Stelle. Il problema è che a Renzi il paese glielo abbiamo già affidato. Ha avuto la sua occasione e ci ha fatto vedere di cosa è capace”. Secondo il vicepresidente della Camera, quindi, “Renzi ha una ossessione nei confronti del M5s”.

Si avvicinano poi le elezioni regionali in Sicilia, dove il candidato del M5s Giancarlo Cancelleri è dato come il favorito dai sondaggi. Un voto che sarà “un segnale anche per i cittadini delle altre regioni”: “Siamo diventati la prima forza politica in Sicilia nel 2012 e poi a livello nazionale nel 2013”. Quello del cinque novembre, comunque, Di Maio lo vede “come un referendum più che un test nazionale: si può votare contro chi ha usato la Sicilia come un bancomat o votare per noi”.

Di Maio loda Minniti sulle Ong: ‘Ha seguito la nostra proposta'

Infine, Di Maio dedica un passaggio alla crisi migratoria e alla gestione del fenomeno da parte del ministro dell’Interno Minniti: “Sono contento del fatto che sul tema delle Ong alla fine abbia seguito quello che noi proponevamo, dispiace solo non sia stata approvata la legge Bonafede per mettere su quelle imbarcazioni la polizia giudiziaria. Ma il solo fatto di aver minacciato la costituzione di un codice e poi formate quel codice di comportamento delle Ong ha sicuramente cambiato l’atteggiamento di quelle imbarcazioni nel Mediterraneo”.

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