M5S, chi è Sergio Costa, il generale che Di Maio vuole come ministro dell’Ambiente
Il leader pentastellato Luigi Di Maio ha scelto come per ministro dell'Ambiente del suo governo Sergio Costa, generale di Brigata dell'Arma dei Carabinieri, noto in Campania per le sue battaglie contro le discariche che hanno interessato i campi del casertano e il Parco Nazionale del Vesuvio. Anche se Costa dovrà fare i conti con il Codice dell'ordinamento militare che impone, con l'articolo 1483, ai militari in servizio "di mantenersi fuori in ogni circostanza dalle competizioni politiche".
Proprio per questo l'investitura di Di Maio e l'assenso del generale sono stati accolti con sorpresa dal Comando generale dell'Arma. Costa, subito dopo l'annuncio, ha detto che si metterà in licenza fino al 6 marzo "per mantenere il profilo istituzionale più corretto", adeguandosi così alla procedura seguita dai militari candidati alle elezioni. "Da servitore dello Stato, qualora il premier incaricato ritenesse di indicarmi come possibile ministro dell'Ambiente, mi renderò disponibile", ha commentato il militare. Del resto, il caso di Costa è un inedito nell'Arma: anche se in passato altri militari sono entrati a far parte del Governo, dal generale Giampaolo Di Paola, al generale Domenico Rossi, attuale sottosegretario alla Difesa, in entrambi i casi si trattava di ufficiali che erano già in pensione.
Chi è il generale Sergio Costa
Napoletano, classe 1959, laureato in Scienze Agrarie con un master in Diritto dell'Ambiente, Costa è stato comandante regionale del Corpo Forestale fino al suo scioglimento, nel 2016. Il superamento del Corpo Forestale, frutto della riforma Madia, è stato fortemente criticato proprio da Costa, che in un'intervista del 2015 al "Corriere del Mezzogiorno" disse: "È folle sciogliere i Forestali", allineandosi così alle posizioni grilline. Impegnato nel contrasto alle ecomafie, ha collaborato con la Direzione Nazionale Antimafia nello svolgimento di analisi investigative ambientali sull’intero territorio nazionale. Costa ha contribuito inoltre alla scoperta della più grande discarica di rifiuti pericolosi d'Europa a Caserta e di un'altra discarica, seppellita questa volta nel Parco Nazionale del Vesuvio. Eppure, nel 2013, l'organizzazione No profit "Terra dei fuochi" su Facebook si scagliò contro di lui: "Al Tgr Costa, soddisfatto del sequestro di un campo agricolo adibito a discarica, spiegava che erano intervenuti grazie alle foto e all'ausilio di potenti mezzi tecnologici. Manco ci fosse bisogno del satellite per scoprire che tutta la provincia è disseminata di amianto e rifiuti speciali di ogni genere".