Di Maio: “Le banche sono il vizietto del Pd, Gentiloni allontani subito Boschi dal governo”
Le dichiarazioni in Commissione banche di Ghizzoni, ex ad di Unicredit, hanno dato il via a un vero e proprio terremoto politico. L’ex banchiere, infatti, ha confermato che, durante un incontro privato, l’allora ministro del Governo Renzi gli chiese “se fosse pensabile valutare una acquisizione” di Banca d’Etruria (di cui il padre era vicepresidente) da parte di Unicredit. Una circostanza riportata anche dall’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, che poi era stato minacciato di querela da parte dell’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Sulla questione interviene ora il MoVimento 5 Stelle, che tira in ballo anche il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, che ha sempre difeso Boschi, chiedendone le dimissioni e l’abbandono della scena politica. Ecco cosa scrive il M5s:
La Boschi ha mentito spudoratamente al Parlamento e al Paese. Non solo chiese a Federico Ghizzoni di valutare un’acquisizione di Etruria attraverso l’intervento di Unicredit, ma scopriamo che tutto il "giglio magico" andò all’assalto del banchiere per favorire un salvataggio dell’istituto di papà Boschi.
Apprendiamo infatti oggi della sollecitazione di Marco Carrai, altro uomo vicinissimo a Matteo Renzi, che non aveva alcun titolo per intervenire nella vicenda, essendo presidente degli Aeroporti di Firenze. Una mail cui giustamente Ghizzoni non ha dato seguito.
Inutile per il Pd giocare sulla parola ‘pressione’. Già il semplice interessamento di un ministro potente, e vicinissimo all’allora premier, è una pressione enorme, anche se poi Unicredit ha dimostrato di aver mantenuto la propria indipendenza. Anche perché l’acquisizione di Etruria era chiaramente una fregatura.
Decine di migliaia di risparmiatori ci sono andati di mezzo. Molti hanno perso tutto. Si è creata una situazione gravissima in un’area importante del Paese.
Mentre i partiti giocano con le banche e il giglio magico occupa la Repubblica, il MoVimento 5 Stelle parla ai cittadini e lavora concretamente per il benessere delle persone. Quando saremo al governo, risarciremo tutti i truffati e tuteleremo davvero il risparmio.
Sul caso è intervenuto anche Luigi Di Maio, candidato alla presidenza del Consiglio del M5s, attraverso un post sul blog di Grillo. Di Maio ribadisce che Boschi “ha mentito a tutti gli italiani e lo ha fatto davanti a tutto il Parlamento”, riferendosi all’intervento dell’ex ministra il 18 dicembre quando disse che non c’era “alcun favoritismo e conflitto d’interessi”. Secondo il vicepresidente della Camera, oggi “le parole dell’ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni la smentiscono platealmente, confermando quanto emerso nei giorni scorsi dalle audizioni di Vegas e Visco. La corsia preferenziale e il favoritismo ci sono stati eccome, visto che non risulta che la Boschi si sia spesa in egual modo per altre banche. Il suo chiodo fisso è sempre stata la Banca di cui il padre era amministratore”.
Il leader del Movimento aggiunge:
Tre indizi di questo livello fanno ben più di una prova. Sta emergendo un vero e proprio sistema di pressioni indebite e arroganti da parte del “giglio magico” renziano per proteggere i vertici dell’Etruria, la banca di famiglia di Maria Elena Boschi della quale il padre Pier Luigi era amministratore.
Quando un ministro, braccio destro del presidente del Consiglio, ti chiede di valutare l’acquisto di una banca, quella in atto o è una forma di pressione, più o meno esplicita, o è uno scambio di favori. Addirittura, come emerge dalle affermazioni di Ghizzoni, si utilizzavano persone esterne alle istituzioni per risolvere "il dossier Etruria”: fu Marco Carrai, faccendiere che Renzi voleva piazzare a capo della cyber security, ad inviare per conto terzi una mail a Ghizzoni al fine di sollecitarlo sull’acquisizione di Etruria da parte di Unicredit. Mentre si consumava questa violenza istituzionale, quattro banche popolari, Etruria inclusa, stavano per collassare trascinandosi dietro decine di migliaia di piccoli azionisti e obbligazionisti subordinati. Molti di loro hanno perso tutti i risparmi di una vita.
Ciò che sta emergendo con forza è l’uso familistico delle istituzioni repubblicane, in totale spregio dell’interesse collettivo e nazionale. Qui ci sono responsabilità personali, ma soprattutto politiche. Dopo Mps, distrutta dal vecchio corso del Pd, ora Banca Etruria. Le banche sono il vizietto del Pd. Ed è impossibile che nessun altro del partito sapesse nulla di quello che è andato avanti per anni, ma tutti sono stati zitti, omertosi, complici.
Andando più a fondo: nessun partito può tirarsi fuori da Bancopoli. Quando Boschi mentiva in aula, Forza Italia si rifiutava di votare favorevolmente alla mozione di sfiducia presentata dal MoVimento 5 Stelle e usciva dall’aula. Oggi tutti questi signori dovrebbero dirci una cosa: cosa prevedeva davvero il Patto del Nazareno e se tra i punti della "profonda sintonia" ci fosse anche la questione banche. All’epoca Salvini, che tanto si agitava contro il ministro, dichiarava “se Forza Italia non vota sfiducia rivediamo la coalizione” e oggi invece è ancora una volta alleato di Berlusconi e la sua Lega ha collezionato nella principale Regione che governa due crac bancari terribili come quelli di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il sistema si sta sfaldando ma cercherà di sopravvivere fino all’ultimo.
Una cosa immediata che pretendiamo – prima di tutto come cittadini e poi come MoVimento 5 Stelle – è che Maria Elena Boschi venga allontanata dalle sue cariche di governo e il presidente Gentiloni, a questo punto a fronte di queste prove, o lo fa o ci dice perché non lo vuole fare. È intollerabile che chi ha usato le istituzioni per i suoi interessi non venga cacciato.