Luigi Vitali sulla prescrizione breve: “E’ una mia iniziativa e vado avanti”
La proposta di Luigi Vitali sulla cosiddetta prescrizione breve ha alzato un polverone. La proposta, in sintesi, prevede che in presenza di imputati incensurati o over 65 divenga obbligatorio applicare loro sempre e comunque le attenuanti generiche. Tradotto: tempi di prescrizione più rapidi per chi ha più di 65 anni o è incensurato. Berlusconi è incensurato e di anni quest'anno ne compirà 75. Un'altra legge ad personam? Per ora non possiamo dirlo con certezza. Anche perché, a quanto pare, nessuno era stato messo al corrente della proposta che avrebbe formulato Vitali.
Ieri Niccolò Ghedini aveva così commentato la proposta: "Chiederemo a Vitali di ritirare immediatamente quella parte di ddl che potrebbe offrire strumentali polemiche in particolare per ciò che riguarda la prescrizione". Oggi l'avvocato del Cavaliere ha anche precisato che al suo assistito quella proposta non serve.
Le polemiche, come detto, non s'erano fatte attendere. Il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, in particolare, s'era lamentato di un parlamento sempre a disposizione del Cavaliere: "In questi giorni in Parlamento si esaminano tutte quelle norme che servono a salvare Berlusconi dai processi e non a migliorare il sistema giustizia". Donatella Ferranti del Partito Democratico, invece, aveva parlato di “una proposta sconcertante perché priva di ogni logica di sistema, con intenti punitivi e intimidatori nei confronti della magistratura".
Nonostante però anche il suo partito ne abbia preso le distanze, Vitali ha deciso di andare avanti con la sua proposta. Il parlamentare, infatti, conferma di aver agito di sua iniziativa e senza alcun suggerimento da parte di nessuno. "La proposta di legge, che è in redazione presso gli uffici della Camera, ci sarà sicuramente" – ha detto.
In un'intervista rilasciata a Repubblica, il parlamentare ha ammesso che il Presidente Berlusconi avrebbe potuto trarre giovamento dalla legge, ma che "le leggi che si fanno sono esclusivamente erga omnes". Anche al quotidiano del Gruppo Editoriale L'Espresso ha quindi ribadito di aver fatto tutto da solo, senza consultare né il Presidente del Consiglio né il suo avvocato Niccolò Ghedini. E il 14 marzo riprenderà l'esame del processo breve.