Luigi Di Maio vuole limitare le aperture domenicali e festive dei negozi: “No alle liberalizzazioni”
Luigi Di Maio torna a promettere la modifica della normativa Monti che a suo tempo permise agli esercizi commerciali di rimanere aperti sempre, senza limiti di sorta. Stando a quanto dichiarato dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, le cosiddette "liberalizzazioni" saranno riviste. Rispondendo alle domande di un gruppo di lavoratori in difficoltà che si sono presentati davanti al Mise per parlare con lui, Luigi Di Maio ha detto: "Rivedere le liberalizzazioni degli orari? Certo". I lavoratori in particolare hanno chiesto al ministro del Lavoro un impegno contro il lavoro domenicale e le misure introdotte dal decreto Monti, dunque una revisione di tutte le norme che hanno permesso agli esercizi commerciali italiani di eliminare il giorno di chiusura settimanale e le rigide regolamentazioni degli orari di apertura.
"Il nuovo Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, durante l’incontro con i lavoratori della logistica della Conad, ha confermato quanto promesso in campagna elettorale e dichiarato l’intenzione di convocare un tavolo per rivedere la legge sulle liberalizzazioni. Esprimiamo soddisfazione per le dichiarazioni del Ministro Di Maio, una notizia che aspettavano i circa 3 milioni di lavoratori del commercio. Di Maio lo aveva annunciato in campagna elettorale e lo ha confermato oggi su mia precisa domanda, durante il presidio dei lavoratori della logistica Conad sotto al del Ministero dello Sviluppo Economico. Ora attendiamo l’incontro e le proposte per una nuova legge che metta al riparo i lavoratori del commercio dalla precarietà, dallo sfruttamento e dall’alienazione dei tempi di vita, arguiti dal decreto Monti", spiega Francesco Iacovone, dell’Esecutivo Nazionale Cobas.
Questa non è certo la prima volta che Luigi Di Maio promette battaglia contro il lavoro domenicale e le "liberalizzazioni selvagge" introdotte dal governo tecnico di Mario Monti. Nel corso della scorsa campagna elettorale, infatti, l'attuale ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico spiegò: “Le liberalizzazioni ad opera di Monti e del Pd ci hanno reso più poveri e hanno sfaldato le famiglie. I commercianti delle città italiane insieme ai loro dipendenti ormai sono costretti ad inseguire questo ritmo forsennato dettato dai megastore. Con l’eliminazione degli orari di chiusura degli esercizi commerciali ad opera di Monti e del Pd, si sono messe in competizione piccole botteghe e grandi centri commerciali, scatenando una concorrenza al ribasso che ha ottenuto come unico risultato lo sfaldamento del nucleo familiare del negoziante e dei dipendenti”.