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Luigi Di Maio: “Reddito di cittadinanza non è misura assistenzialista, le coperture ci sono”

Durante il question time alla Camera Luigi Di Maio ha risposto sulle risorse disponibili per introdurre il reddito di cittadinanza entro il 2018: “Verrà attuato il prima possibile, le coperture già ci sono. Al Sud c’è una situazione drammatica, un abitante su 10 vive in indigenza”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Durante il question time alla Camera Luigi Di Maio ha risposto sulle risorse disponibili per introdurre il reddito di cittadinanza entro l'anno, e poi sulle iniziative volte a incrementare le pensioni minime e sociali; sulle iniziative volte a contrastare la precarietà nel mondo del lavoro, con particolare riferimento alla reintroduzione dell'articolo 18 per i neoassunti e al riordino degli ammortizzatori sociali; e infine sul futuro produttivo e occupazionale dell'Ilva.

"Il reddito di cittadinanza verrà attuato il prima possibile, le coperture già ci sono. C'è una situazione drammatica, al Sud un abitante su 10 vive in indigenza. Con il premier Conte abbiamo subito indetto un tavolo alla presidenza del Consiglio per coordinare i ministeri che se ne interesseranno e per realizzare questo strumento". ha detto il ministro pentastellato. Questa la replica di Giorgio Mulè (Forza Italia): "Tajani ha detto che non si possono utilizzare fondi europei. È una misura contro la povertà? O contro la disoccupazione? Voi giocate sull'ambiguità. Il ministro Tria da già detto che i soldi non ci sono. Lei è il ministro del Lavoro, e il lavoro lo deve creare, non deve fare l'elemosina".

Per quanto riguarda i tempi per la realizzazione del provvedimento Fratelli d'Italia "chiede di sapere dove il governo intenda recuperare i fondi per il Reddito di Cittadinanza annunciato dal Movimento 5 Stelle e che molti cittadini attendono" – ha detto Giorgia Meloni anticipando la presentazione del question time da parte del suo partito – "Tra i punti qualificanti del ‘contratto di governo' – ha aggiunto Giorgia Meloni – è previsto lo stanziamento di 17 miliardi annui per il Reddito di Cittadinanza, che prevede la corresponsione di una cifra variabile fino a 780 euro al mese affinché ogni cittadino possa godere di almeno tale somma come reddito mensile. Recentemente, a margine dell'Assemblea di Confartigianato, il ministro Di Maio ha dichiarato che il reddito di cittadinanza e la lotta alla povertà saranno le priorità del nuovo governo. Al contempo inoltre, è stata anche annunciata un'accelerazione per attuare la citata misura entro il 2018 utilizzando i fondi Ue. Premesso che per FdI – ha concluso Giorgia Meloni – il futuro dell'Italia non è il reddito di cittadinanza e l'assistenzialismo ma il lavoro, chiediamo al ministro Di Maio a che punto sia la prevista introduzione di questa riforma e se sia sua intenzione renderla operativa a breve".

Di Maio ha risposto così: "L'obiettivo è quello di reinserire lavorativamente le persone, grazie allo strumento dei Centri per l'Impiego, che verranno riformulati, con l'aiuto della Germania. Le persone devono avere il tempo per riformarsi. Il reddito di cittadinanza non è una misura assistenzialista. Noi non vogliamo far stare la gente sul divano. I vecchi lavoratori dovranno essere riqualificati, per poter essere competitivi per le sfide imposte dalle nuove professioni. Il mercato del lavoro subirà uno shock, dovuto alle nuove tecnologie. Per poterla introdurre abbiamo avuto il 50% dei consensi al Sud".

"Abbiamo iniziato ridando dignità al lavoro dei rider – ha continuato Di Maio – In Italia siamo arrivati al paradosso che i lavoratori sono disposti a lavorare anche gratis. Per le tutele dei lavoratori vogliamo introdurre un salario minimo orario e un sistema di flexsecurity, come esiste in altri paesi europei. Per questo il decreto dignità servirà a ridare diritti ai giovani precari sfruttati. Altri punti riguarderanno la sburocratizzazione del mondo delle imprese, la stretta sulle delocalizzazioni e poi il divieto di pubblicità sul gioco d'azzardo. Ho a cuore il destino dei giovani e metterò in campo tutti gli strumenti per tutelare il loro futuro e permettere loro anche di farsi una famiglia e favorire la crescita demografica, che è più importante della crescita economica", ha concluso Di Maio.

Guglielmo Epifani (LeU), nel suo intervento ha sottolineato che, preso atto degli impegni che il governo intende assumere, "su queste materie bisogna evitare di fare interventi segmentati. Il Paese non può permettersi misure spot che non vadano alle radici del problema".

Sara Moretto (Pd) ha chiesto notizie sul futuro del più grosso polo siderurgico d'Europa, l'Ilva, con più di 14mila dipendenti, dopo la proroga della gestione commissariale. Il vicepremier ha sottolineato di non aver dato formalmente nessuna proroga, ma di aver preso atto della decisione dei commissari: "Ci sono due diritti, quelli dei cittadini di Taranto, che devono tornare a respirare, e il diritto dei dipendenti Ilva a conservare il posto di lavoro. Sento un'enorme responsabilità, oltre il 50% dei cittadini di Taranto si fidano di me. Bisogna ancora esaminare le carte. Devo assicurarmi che nelle 23.000 pagine del dossier tutto sia a posto. Utilizzeremo la proroga concessa decisa dai commissari straordinari per approfondire alcuni punti del contratto. Ci sono fondi sufficienti per prorogare la gestione commissariale fino al 15 settembre senza oneri dello Stato". 

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