Luigi Di Maio contro la CGIL: “Non faremo mai la patrimoniale”
Una tassa sui grandi patrimoni e le grandi rendite finanziare per finanziare un “piano straordinario di spesa pubblica e privata, ma anche a una nuova idea di sviluppo che parta dalla sostenibilità ambientale”: è questa la proposta che Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, porta avanti da tempo e che ieri ha rilanciato ai taccuini di Repubblica. Una impostazione che però ha ricevuto il secco alt da parte del Governo, esplicitato dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Il leader del Movimento 5 Stelle, infatti, risponde direttamente a Landini e sui suoi profili social boccia l’ipotesi di tassare i grandi patrimoni, ribadendo: “Oggi apro i giornali e leggo che tra i sindacati, in particolare uno, c’è chi chiede l’introduzione di una patrimoniale. La stessa patrimoniale tanto cara al Pd. […] Mai una patrimoniale, mai fino a quando il MoVimento 5 Stelle è al governo!”
Nella lettura di Di Maio, dunque, ci sarebbe una sorta di intesa tra PD e CGIL sull’introduzione di una tassa patrimoniale, così come ci sarebbe unità di intenti sulla proposta “per alzarsi gli stipendi” (nonostante la smentita di Nicola Zingaretti, che ha bollato come iniziativa personale la proposta di legge Zanda sulla revisione del meccanismo di erogazione degli stipendi dei parlamentari italiani). La direzione del Movimento 5 Stelle è invece un’altra, aggiunge il ministro, e verte sull'introduzione di una riforma su cui sia CGIL e PD hanno presentato proposte alternative: “Loro dicono di no al salario minimo, noi lo approveremo presto, con o senza il PD”.
