Luca Bianchini ci parla di “La cena di Natale” (INTERVISTA)
Dopo aver svolto l’attività di venditore di tè, intervistatore telefonico, redattore filatelico e copywriter in un'agenzia di pubblicità, Luca Bianchini ha preso la decisione di fare lo scrittore “dopo aver letto dieci pagine della sceneggiatura di Santa Maradona”, il film d’esordio del suo amico Marco Ponti. Da lì in poi, correva l’anno 2001, la sua carriera ha letteralmente preso il volo fino a farlo diventare uno degli scrittori italiani di maggior successo: gli ultimi due romanzi, “Io che amo solo te”, e il sequel “La cena di Natale” (2013), pubblicati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, hanno venduto complessivamente più di 250mila copie.
Ma Bianchini oltre ad essere uno degli autori di punta di Mondadori, con cui ha pubblicato ben sei romanzi, collabora anche con "la Repubblica" e "Vanity Fair" per cui tiene il blog "Pop up” e conduce "Colazione da Tiffany" su Radio2: “Mi hanno offerto un programma in radio – racconta sul suo blog – un giorno in cui ero da Fiorello per presentare ‘Se domani farà bel tempo’ (il suo terzo titolo), e sono arrivato a Vanity Fair mentre stavo prenotando una settimana in Salento: due sere dopo mi hanno spedito a raccontare i poveri in Africa”.
Il suo esordio nella narrativa è “Instant Love” (2003), storia di un triangolo amoroso mancato che si risolve in quella che lui stesso definisce “un’acrobazia d’amore”, mentre l’anno successivo pubblica “Ti seguo ogni notte”, che racconta la rocambolesca avventura di Roger Milone, uno strampalato televenditore di pentole e tegami. Ancora nel 2004 esce con “Eros lo giuro”, biografia di Ramazzotti che venderà quasi centomila copie. Nel 2007 con “Se domani farà bel tempo”, Bianchini ci racconta dall’interno vizi e virtù dei giovani milanesi altolocati. Poi, dopo una pausa di tre anni, nel 2011, è il momento di “Siamo Solo Amici”, una commedia grottesca dal sapore agrodolce che si svolge in una Venezia lontana dagli stereotipi. Ma è il 2013 il suo anno d’oro inaugurato con “Io che amo solo te” a cui fa seguito “La cena di Natale”.
Quest’ultimo, pur mantenendo gli stessi personaggi del precedente, è un romanzo del tutto autonomo. La vicenda, infatti, è narrata nell’arco di un solo fatidico giorno, quello della vigilia di Natale. Ambientato in una Polignano sul mare insolitamente imbiancata dalla neve, la storia racconta rivalità, amori idealizzati, gelosie, conflitti, equivoci, il tutto con ironia, leggerezza e un velo di malinconia. I personaggi sono davvero singolari: da una donna sola, innamorata di un uomo sposato, che decide di tingersi i capelli biondo-Kidman; a una giovane ragazza che proprio quel giorno decide di perdere la verginità con un bulletto arrogante; a un uomo afflitto dai sensi di colpa perché innamorato della moglie di un altro che combinerà un pasticcio a causa di un anello. Tutti però si ritroveranno intorno alla stessa tavola per condividere una tragicomica vigilia di Natale che sembra rievocare alcune situazioni di “Parenti serpenti”, come ammette lo stesso Bianchini.
Siamo andati a intervistarlo durante una pausa dai suoi impegni promozionali che lo vedono coinvolto su e giù per l’Italia in incontri e reading. Nel corso della chiacchierata lo scrittore torinese ci ha raccontato di come è arrivato al successo, “attraverso molte coincidenze, ma anche tanta fatica” e di quanto sia diverso “immaginare la fama e invece viverla!”. Inoltre ci ha rivelato la sua ossessione per la scaramanzia: “Ho un amico a Napoli da cui mi faccio comprare i cornetti portafortuna!” e anticipato il suo prossimo progetto: “Un film che sto scrivendo insieme con Marco Ponti tratto da ‘Io che amo solo te’, per cui mi piacerebbe avere un cast stellare anche se per adesso fatico a trovare i volti giusti per i miei personaggi”.
Poco prima di concludere, gli chiediamo se oggi dovesse scegliere tra cinema, radio, giornalismo e scrivere romanzi: “L’unica cosa di cui sono sicuro, in questo tempo precario, è che scrivere è la cosa che amo di più, dopo la pasta coi broccoli”.