Lorys, confermata in appello la condanna a 30 anni per Veronica Panarello
Veronica Panarello è stata condannata a trent'anni per l'omicidio del piccolo Lorys. I giudici della Corte d'Assise d'appello di Catania hanno confermato la sentenza di primo grado emessa dal Corte d'Asssise di Ragusa alcuni mesi fa. La corte ha scelto, dunque, di non concedere le attenuanti generiche che avrebbero alleggerito la condanna di ben 14 anni, portandola a 16. Oggi in aula per la prima volta Davide Stival, il papà del bimbo ucciso a Santa Croce di Camerina nel novembre 2014. Dura la reazione di Veronica che alla lettura della sentenza si scaglia contro il giornalista di Quarto grado, Simone Toscano e minaccia il suocero Andrea Stival di morte: "Sai cosa ti dico? Prega Dio che ti trovo morto, perché ti ammazzo con le mie mani quando esco".
Andrea Stival: "Mi aspettavo pena anche più alta"
Soddisfatto, nonostante l'invettiva della nuora, Andrea Stival, il nonno del piccolo Lorys che Veronica aveva accusato di aver ucciso il piccolo per impedirgli di rivelare una loro presunta relazione. "Mi aspettavo qualcosa in più, ma va bene così". "È emerso lo schifo che ha fatto Veronica Panarello, non c'è alcunché che potrei dire di lei che ha tolto la vita a un bambino e alle persone che stanno accanto a me. Non ci sarà mai giustizia per mio nipote, perché non tornerà più'". "Con mio figlio? – dice rispondendo alle domande dei giornalisti circa le false accuse di Veronica, che aveva detto di avere avuto una relazione con il suocero – con mio figlio ho ricucito, con un figlio si risolve sempre".
La difesa: "Ricorreremo in Cassazione"
L'epilogo della vicenda arriverà con la pronuncia della Corte di Cassazione che renderebbe definitiva la sentenza. "Sarà interessante leggere le motivazioni e in particolar modo per vedere perché non hanno concesso le circostanze attenuanti generiche, una sorta di semi infermità, di non dovere rifare la perizia psichiatrica e il confronto col suocero. Valuteremo il ricorso in Cassazione".
Il piccolo Lorys è scomparso da casa, a Santa Croce Camerina (Ragusa), il 29 novembre 2014. È proprio sua madre Veronica a denunciarne la scomparsa prima che il corpicino del piccolo venga ritrovato casualmente da un cacciatore in un canalone. Dopo alcuni giorni di indagini gli investigatori giungono all'arresto della giovane mamma, avvenuto i primi giorni di dicembre, con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. A sconfessare la versione di Veronica, che da subito nega di aver mai fatto del male al suo bambino, sono le telecamere di videosorveglianza del paese.