Lo strano caso del Processo Mills. Le tappe principali
La Corte dichiara di non doversi procedere: il reato è estinto per prescrizione. Con la decisione dei giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano si è consumato l'ultimo atto – almeno per quel che riguarda il primo grado – del Processo Mills, che vedeva l'ex primo ministro Silvio Berlusconi accusato di aver corrotto con 600 mila dollari l'avvocato inglese in cambio di testimonianze reticenti, sui casi dei processi All Iberian e sulle tangenti alla GdF, in cui era imputato lo stesso Cavaliere.
Luglio 2002 – Il Pm milanese Fabio De Pasquale iscrive nel registro degli indagati Mills e Berlusconi ipotizzando a loro carico il reato di corruzione in atti giudiziari.
13 marzo 2007: Prende il via il processo davanti alla decima sezione penale del Tribunale presieduta da Nicoletta Gandus.
14 dicembre 2007 – il Pm sposta la data in cui si sarebbe verificato il presunto reato: dal 2 febbraio 1998 (data in cui Berlusconi avrebbe versato la somma) al 29 febbraio 2000, quando cioè Mills si sarebbe intestato le quote di un fondo usando i 600 mila dollari.
19 giugno 2008 – ll "nuovo" Presidente del Consiglio ricusa per la prima volta la corte. Motivo? Il giudice che lo processa avrebbe “avversione politica” nei suoi confronti e avrebbe criticato pubblicamente l’attività del suo governo. Il 18 luglio la richiesta viene respinta dalla Corte d’appello.
4 ottobre 2008 – Una delle prime leggi del Governo Berlusconi IV è il Lodo Alfano. La norma ha l'effetto di bloccare i processi per le massime cariche dello Stato. Il 4 ottobre il Tribunale trasmette gli atti alla Consulta e stralcia la posizione di Berlusconi. Per lui i procedimenti giudiziari sono sospesi, mentre vanno avanti per il solo Mills.
17 febbraio 2009-25 febbraio 2010 – David Mills è condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi. Dovrà inoltre risarcire 250mila euro alla presidenza del consiglio, parte civile. La Corte d'appello conferma la sentenza di primo grido, ma nel febbraio 2010 la Corte di Cassazione, a sezioni unite, annulla la condanna in quanto il reato è già prescritto dal 23 dicembre 2009 per intervenuta prescrizione. Viene comunque riconosciuto l'intero impianto accusatorio, riconoscendo che l'imputato è stato corrotto. Resta però da capire chi è stato il corruttore.
11 Marzo 2011– Si torna in aula, con un scenario diverso. Berlusconi è ancora premier ma ora è coinvolto in un altro processo: il caso Ruby. Non è un caso se proprio in questo periodo il Cavaliere lancia le accuse più forti contro il «complotto» delle toghe rosse e parla di «processo inventato». Nel frattempo l'imprenditore Attanasio, sentito come teste, mentisce la linea della difesa affermando di non aver «mai dato 600 mila euro a Mills.
19 settembre 2011 – La corte taglia 10 testimoni considerati «determinanti» dalla difesa, molti dei quali da interrogare attraverso una rogatoria in Regno Unito. Questa decisione porta Berlusconi a ricusare nuovamente i giudici, affermando che tale atteggiamento esprime una chiara volontà di condanna («convincimento colpevolista»). Ma la richiesta è respinta.
Gennaio 2012 – Il processo subisce un' accelerata. L'obiettivo è quello di evitare l’imminente prescrizione. Il pm chiede la condanna di Berlusconi a 5 anni e al risarcimento di 250 mila euro alla presidenza del consiglio dei ministri. Il 25 febbraio arriva la sentenza: Silvio Berlusconi viene prosciolto perché il reato è prescritto. Ma l'imputato non è assolto.