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Lo sbarco dei migranti della Sea Watch: cosa c’è da sapere

I migranti a bordo della Sea Watch sono sbarcati a Lampedusa, mentre la nave della Ong si dirige verso Licata in attesa degli accertamenti della Procura che ne ha previsto il sequestro probatorio per verificare se ci siano state o meno violazioni della legge. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul caso, da chi ha autorizzato lo sbarco alla reazione del Viminale.
A cura di Annalisa Girardi
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Credits: Sea Watch International.
Credits: Sea Watch International.

La Sea Watch lascerà oggi il porto di Lampedusa, in direzione di Licata. La nave è stata sequestrata ieri sera dalla procura di Agrigento, dopo che i 47 migranti a bordo sono stati trasferiti nell'isola da imbarcazioni della Guardia Costiera. La Guardia di Finanza ha eseguito la confisca in piena autonomia e in contrasto con il ministero dell'Interno: dovrà ora fare gli accertamenti necessari per verificare se ci sia stata o meno una violazione della legge da parte del comandante della nave, Arturo Centore, iscritto al registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Entrando nelle acque italiane, infatti, la Sea Watch ha infranto un divieto esplicito del Viminale. Centore aveva chiesto di cancellare la proibizione in nome di ragioni umanitarie. In giornata erano state fatte sbarcare 18 persone: due neonati, cinque bambini con i genitori, otto donne e tre uomini, ma 47 migranti restavano bloccati a bordo della nave.

In serata, Centore ha comunicato che sarebbe entrato nel porto di sua iniziativa, se non gli fosse stato concesso lo sbarco. "I naufraghi hanno chiesto di indossare i giubbetti salvagente e hanno detto di volersi buttare in acqua per disperazione", ha raccontato invece la portavoce della Ong, Giorgia Linardi. A quel punto la Guardia Costiera, la Guardia di Finanza e la Procura di Agrigento hanno deciso di intervenire, prima che la situazione precipitasse, disponendo dello sbarco dei migranti e del sequestro probatorio della nave, per cui si dovrà verificare se ci sia stato o meno un reato da contestare. "Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi", ha commentato Linardi.

Su Twitter, l'account internazionale della Ong ha pubblicato un video dell'arrivo dei migranti al porto di Lampedusa, dove sono stati accolti calorosamente dagli abitanti dell'isola. "I porti sono aperti! Le autorità italiane hanno finalmente autorizzato lo sbarco di coloro che rimanevano a bordo della nave. La Costituzione ha ancora più poteri di un ministro, il quale non rispetta nemmeno le leggi secondo l'ONU. Siamo grati al popolo italiano che difende la solidarietà", scrive Sea Watch. Sono anche state pubblicate alcune foto in cui si vedono migranti ed isolani, accompagnate dalla didascalia: "La società italiana, la Guardia Costiera e le Ong, tutti mano nella mano per sostenere la dignità umana e difendere la Costituzione!".

Matteo Salvini attacca il procuratore: "Il ministro sono io"

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è venuto a conoscenza dell'avvenuto sbarco mentre era in collegamento da Massimo Giletti a ‘Non è l'Arena' su La7. "Sto leggendo in diretta anche io la notizia. Questo procuratore della Repubblica è quello che mi ha indagato  per sequestro di persona, che è una pena che prevede fino a 15 anni di carcere. Io non cambio idea e siccome il ministro sono io prendo atto delle parole di questo procuratore e della possibilità di valutare il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per chiunque agevoli lo sbarco a terra di immigrati portati in Italia da un'organizzazione illegale e fuorilegge", ha detto il leader del Carroccio.

Il riferimento è a Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento. Dopo aver autorizzato lo sbarco, Patronaggio ha affermato: "I migranti messi in salvo saranno affidati al personale della Questura di Agrigento per l'identificazione e per i necessari atti della polizia giudiziaria. Le indagini proseguiranno sia per l'individuazione degli eventuali trafficanti di esseri umani coinvolti, sia per la valutazione della condotta della Ong". Le persone scese a terra ieri sera si trovano ora nei centri di accoglienza dell'isola.

L'iniziativa è stata commentata duramente dal ministero, per cui la Sea Watch sarebbe una nave fuorilegge. "La magistratura faccia come crede ma il Viminale continua e continuerà a negare lo sbarco", affermano fonti del Viminale, per cui l'azione coordinata della Guardia di Finanza e dei pm sarebbe stata programmata in modo da eludere le direttive di Salvini. "C’è stata un’accelerazione d’intesa tra tutti che ha di fatto spogliato il Viminale delle sue competenze", per cui viene confermata "l’urgenza di approvare il decreto sicurezza bis, per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro".

L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha inviato una lettera al governo italiano, in cui sono si esprimono forti preoccupazioni intorno alla direttiva del Viminale. "Le operazioni che hanno scopi di salvataggio non possono costituire una violazione delle legislazioni nazionali sull’immigrazione. Se il governo italiano si rifiuta di mettere in pratica operazioni per proteggere la vita e la dignità umana, il ruolo delle organizzazioni umanitarie è indispensabile", si legge nel documento, che accusa anche l'esecutivo italiano di voler "criminalizzare tutti i migranti che si trovano in situazioni vulnerabili".

Spataro, "Il procuratore fedele alla legge: indaga ma tutela le persone"

"La magistratura è indipendente, ci sono leggi e testi unici, ben venga il sequestro del mezzo gestito dalla magistratura attraverso la Guardia di Finanza", ha commentato invece Danilo Toninelli. Il ministro dei Trasporti si era già scontrato con Salvini, per cui chiunque avesse dato il via libera allo sbarco avrebbe dovuto risponderne davanti agli italiani. Fonti pentastellate avevano comunicato che la direttiva non era partita dai ministri del Movimento 5 Stelle, ma i battibecchi erano continuati.

Anche l'ex procuratore di Torino, Armando Spataro, è intervenuto in difesa dei colleghi di Agrigento: "Sento il dovere di dirvi che leggendo la decisione della Procura di Agrigento mi sono emozionato in maniera forte: il procuratore ed i suoi magistrati fedeli alla legge, indagano ma tutelano le persone. Dovrebbe essere la normalità ma non sempre è così, indipendentemente dai deliri che ci circondano, ignorando le disposizione di legge e la dovuta tutela dei diritti umani", ha scritto il magistrato. "Senza retorica, mi inchino di fronte ai colleghi di Agrigento. Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo".

"Nessuna contestazione per violazione direttiva Viminale"

Dal collegamento con Sergio Scandura di Radio Radicale emerge che non c'è stata violazione delle direttive provenienti dal Viminale nel caso della nave della Ong tedesca. "A differenza della Mare Jonio, nessuna contestazione dell'articolo 1099 del codice navale per rifiuto di obbedienza a nave da guerra", ha scritto il giornalista su Twitter. Scandura è poi voluto tornare sulla disposizione, spiegandola in questo modo: "Non solo la procura di Agrigento non affonda la Sea Watch come ha chiesto stanotte Salvini. L'ufficio del procuratore capo Patronaggio non contesta alcun reato del codice della navigazione, riconducibile alla direttiva del ministro".

Nel frattempo, la Sea Watch è arrivata al porto di Licata, dove è stata accolta dall'equipaggio della Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea Saving Humans, che le ha dato il benvenuto su Twitter, scrivendo: "Entrambe le navi sono sotto sequestro probatorio. Certi di aver agito nel rispetto del diritto per salvare vite umane, vogliamo tornare in mano là dove è necessario".

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