Dopo il nulla di fatto del primo giro di consultazioni, il Pd ribadisce che sarà forza di minoranza parlamentare. I pentastellati ripropongono ai dem e alla Lega un contratto su cui trovare un accordo per governare, tagliando fuori Berlusconi. Oggi a Ivrea la kermesse dei grillini per ricordare Gianroberto Casaleggio. Di Maio si rivolge al Pd: "Sotterriamo ascia di guerra, diamo governo a Paese". Ieri Salvini ha chiesto ai suoi alleati di andare insieme al Colle.
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Il Pd dice no all'appello di Di Maio: nessun incontro finché non sarà premier incaricato
Nessun incontro tra Pd e MoVimento 5 Stelle prima che venga affidato dal presidente della Repubblica l’incarico a un esponente delle forze politiche uscite vincitrici dal voto del 4 marzo. Questa è la linea che sembra emergere dal Pd, secondo quanto trapelato da fonti dem. Il Pd sembrerebbe quindi contrario a un incontro con Luigi Di Maio, capo politico del M5s, che oggi ha proposto un contratto di governo proprio ai dem o, in alternativa, alla Lega. Allo stesso modo, il Pd non vorrebbe incontrare neanche il segretario della Lega Matteo Salvini, almeno fino a quando non ci sarà un presidente del Consiglio incaricato che avvierà le consultazioni formali.
Le fonti del Pd spiegano all’Ansa come sia impensabile dare seguito al pensiero di Di Maio, che “mette sullo stesso piano il Pd e la Lega come se avessero una base programmatica comune”. L’appello rivolto oggi dal capo politico del M5s sembra poter quindi cadere nel vuoto: difficile, senza un incarico in mano, pensare che ci possa essere un incontro con una delegazione dem sui temi che Di Maio vorrebbe mettere in un eventuale contratto di governo.
Giorgetti (Lega): "Berlusconi sbaglia, non si può tenere M5s fuori dal governo"
Secondo Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera, Silvio Berlusconi sta commettendo un errore affermando che il MoVimento 5 Stelle non debba andare al governo. Intervistato da Matrix, su Radio 105, Giorgetti commenta: “Oggi Berlusconi ha messo un punto fermo rispetto al fatto che il M5s non deve andare al governo. Hanno preso il 32%, è difficile tenerli fuori in una fase come questa. Non so strategicamente, ma secondo me tatticamente Berlusconi ha sbagliato”. “Nel momento in cui dice non vogliamo governare con il M5s – afferma ancora riferendosi al leader di Forza Italia – Di Maio poi ha avuto via facile a dire sono loro che non vogliono governare con noi. Tatticamente Berlusconi ha sbagliato, ha alzato la palla a Di Maio che l'ha semplicemente schiacciata”.
Giorgetti parla anche di possibili alleanze e spiega perché un accordo con il M5s sarebbe plausibile mentre uno con il Pd no: “Il Pd è stato bocciato dagli elettori, mentre il M5s ha avuto la fiducia di 11 milioni di elettori. Può piacere o no, ma è un dato oggettivo e se si vuole un governo forte, ci vogliono numeri forti”. C’è poi un’altra questione affrontata dal capogruppo della Lega durante la trasmissione radiofonica, quella riguardante un eventuale presidente del Consiglio che sia terzo rispetto alle due forze politiche (Lega e M5s). Sull’ipotesi di Giulio Tremonti, Giorgetti replica: “Il premier non può essere chi non sia stato votato dagli italiani. Quindi, no professori, tecnici, governatori o ex. Basta con i governi tecnici”.
Meloni: "Di Maio vuole solo dividere il centrodestra, così lui diventerebbe primo"
"La questione non è volere o no i 5 stelle ma chi fa il governo: si può parlare di tutto se il cemtrodestra rimane unito e compatto, mentre il m5S dicono in modo infantile tu si e tu no, una cosa che non ha senso". Lo afferma la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, a Rai Radio1, commentando le dichiarazioni di Di Maio dopo le consultazioni. "Non possiamo prescindere dall'unità del centrodestra. Il gioco di Di Maio è chiaro: dividere chi è arrivato primo, così lui, secondo, diventerebbe primo. Non ci vuole Bismarck per capirlo. Noi insieme abbiamo vinto le elezioni, se ci spacchiamo Di Maio giocherà la sua partita, ma nessuno cadrà nella trappola del Cinquestelle".
Mattarella non decide: “Serve più tempo, nessuno ha i numeri per governare”
Al termine del primo giro di consultazioni, iniziato ieri mattina e terminato poco fa con l'incontro con la delegazione del MoVimento 5 Stelle, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di parlare con i cronisti presenti al Quirinale per fare il punto della situazione. "Le consultazioni – ha esordito – come è noto hanno lo scopo di fare emergere una composizione di un governo che abbia il sostegno della maggioranza del Parlamento. Le elezioni di un mese fa hanno visto un ampio aumento di consensi per due partiti, uno dei quali alleato con altri, ma non hanno assegnato a nessuna forza politica la maggioranza dei seggi in parlamento, dove sono presenti tre schieramenti politici. Nessun partito e nessuno schieramento dispone da solo dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo, ed è quindi indispensabile che vi siano delle intese tra più parti per formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento".
"Nelle consultazioni di questi due giorni – continua Mattarella – questa condizione non è ancora emersa, farò trascorrere qualche giorno di riflessione, anche sulla base dell'esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata da più parti politiche: sarà utile a me, sarà utile a loro per valutare responsabilmente la situazione e le possibili soluzioni per dar vita a un governo. Nel corso della prossima settimana avvierò un nuovo ciclo di consultazioni per verificare se è maturata qualche soluzione che oggi non si registra".
Di Maio: "Ci sono solo due soluzioni: o governo M5S-Lega o governo M5S-Pd"
Il leader del M5S Luigi Di Maio è arrivato al Quirinale per le consultazioni con il presidente della Repubblica. Il capo politico del movimento è giunto al Colle insieme ai capigruppo di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli. All'arrivo del gruppo alcuni sostenitori hanno urlato: "Vai Giggi, vai Luigi! Non vi arrendete!". Di Maio ha risposto salutando con il braccio, così come Danilo Toninelli, capogruppo al Senato, anch'egli acclamato.
"Abbiamo detto al Presidente Mattarella che sentiamo la responsabilità di essere la prima forza politica del Paese, e lavoreremo per assicurare il prima possibile una maggioranza ad un governo del cambiamento. Gli abbiamo fatto anche gli auguri di buon lavoro. Come ho ribadito in campagna elettorale abbiamo ottenuto 11 milioni di voti circa, anche per la nostra posizione in politica estera. Con noi al governo l'Italia resterà alleata dell'Occidente nel Patto atlantico, nell'Unione europea e monetaria: è questo l'obiettivo. Abbiamo interloquito con tutti e non abbiamo posto veti a nessuno. Abbiamo posto dei temi e poi abbiamo individuato tre messaggi che vengono dai cittadini: al governo deve andarci chi è stato legittimato dal popolo. No a governissimi, governi di scopo o governi tecnici; governare per cambiare e non per continuare a sopravvivere; mettere al centro soluzioni e non giochi di Palazzo. Bisogna mettere al centro il cambiamento per l'Italia, per questo abbiamo proposto un contratto di governo sul modello tedesco, su cui le forze politiche, di destra o di sinistra non importa, possono lavorare sui temi, ma anche sui tempi e le procedure. Un contratto il M5S lo può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd, sono chiaramente due soluzioni alternative. Per questo chiederò un incontro con Matteo Salvini e Maurizio Martina. Dopo questi due incontri individueremo la forza politica più affine ai nostri temi, con cui costruire insieme un percorso di cambiamento per il Paese, visto che l'Italia aspetta da trent'anni alcune soluzioni a problemi enormi, come la corruzione".
E poi aggiunge: "Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni, io non voglio spaccare il Partito democratico, mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne. Nè ci interessa spaccare il centrodestra, non abbiamo questo obiettivo. Il punto è che noi con riconosciamo il centrodestra come forza politica, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati. E una di queste forze non riconosce il M5s. Per questo ci rivolgiamo solo ad una delle forze politiche di centrodestra, cioè la Lega".
Il colloquio del M5S con il presidente della Repubblica è durato tre quarti d'ora. È stato l'incontro più lungo di questo primo giro di consultazioni la cui media per delegazione è stata di 25-30 minuti.
Salvini: "Faremo di tutto per un Governo di 5 anni, ma tocca a noi"
La delegazione della Lega è giunta puntuale al Colle per le consultazioni. Al colloquio con il presidente della Repubblica hanno partecipato con il segretario Matteo Salvini anche Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, capigruppo al Senato e alla Camera. "È stato un incontro assolutamente positivo in cui abbiamo espresso una linea costruttiva. Molti hanno detto dei no, noi siamo venuti a dire dei sì. Non pensiamo a governi raccogliticci".
"Lavoriamo per un Gorverno che duri almeno 5 anni, partendo ovviamente da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra, ma coinvolgendo M5s, senza altre soluzioni temporanee e improvvisate. Vediamo se si riesce a trovare una quadra. Al presidente Mattarella abbiamo detto che non ci interessano le poltrone. Più che posti e ruoli ci interessano i programmi su temi come la riforma delle pensioni, il lavoro e la riforma fiscale. Continueremo a incontrare tutti, già dalla prossima settimana. Noi non abbiamo detto "no" a prescindere a nessuno. Bisogna smussare quegli angoli che gli altri non riescono a smussare in questo momento. Bisogna che tutti facciano dei passi di lato. Con i personalismi il governo non nasce. Andiamo in Parlamento se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto. La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni".
Salvini durante l'incontro ha twittato dal Colle: "Qui Quirinale, rimanete sintonizzati per ascoltare in diretta le nostre dichiarazioni dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica".
Consultazioni, Berlusconi: "Serve governo Salvini, no a populismi e dilettantismi"
"Abbiamo rappresentato al Capo dello Stato l'urgenza di affrontare i problemi che riguardano gli italiani". Lo afferma Silvio Berlusconi, leader di Fi al termine delle Consultazioni al Quirinale. L'incontro con il presidente Mattarella è durato poco più di mezzora. Alla guida della delegazione c'era il leader di Forza Italia insieme alle capogruppo Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini. Il leader dei Forza Italia ha aggiunto: "Non siamo disponibili a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario". La soluzione proposta è invece un esecutivo che "dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega".
Al termine delle consultazioni Berlusconi è uscito in auto dal Quirinale salutando i giornalisti.
PD: "Noi all'opposizione, non parteciperemo a governi di alcun tipo. Tocca a M5s e centrodestra"
Al termine di un colloquio durato circa 30 minuti, ha parlato il segretario reggente del PD Maurizio Martina, confermando la posizione pubblicamente espressa in questi giorni: “Al Presidente della Repubblica abbiamo segnalato come l'avvio della legislatura abbia fatto emergere una potenziale maggioranza senza nostro coinvolgimento, con scelte di natura politica fatte non casualmente. Ora si tratta di capire se queste scelte saranno portate avanti coerentemente. Ora centrodestra e M5s dicano se sono in grado di portare avanti una proposta di governo, abbandonando i toni da campagna elettorale, perché quel tempo è finito […] Noi abbiamo detto al Capo dello Stato che per noi sono centrali 4 grandi questioni: quella sociale, per questo proponiamo anche l’estensione del reddito di inclusione, raddoppiando immediatamente le risorse a disposizione; il risanamento dei conti, che resta fondamentale perché lo Stato va amministrato come si fa nelle famiglie; quella migratoria, che ha visto risultati significativi da parte del governo precedente; il nostro ruolo nello scacchiere internazionale, che va confermato".
Consultazioni, Crimi (MS5): "Prima eravamo dei marziani in Parlamento, ora siamo più maturi"
"Prima la situazione era più complessa, eravamo alieni, marziani in Parlamento. Adesso in campo ci sono tre aree politiche mature. A partire dai temi, la situazione si sbloccherà". Questo è l'intervento di Vito Crimi su Repubblica , vice capogruppo al Senato del M5s, a proposito delle consultazioni della scorsa legislatura.
Crimi ieri è stato eletto presidente della commissione speciale del Senato, che ha il compito di esaminare il Def, il documento di economia e finanza, e i provvedimenti rimasti in sospeso con il cambio di legislatura. Il Def, spiega Crimi, "dev'essere fatto con un punto di riferimento preciso: i cittadini. Mettendo in campo strategie politiche di riduzione della povertà. Ed evitando che scattino le clausole di salvaguardia". Sul reddito di cittadinanza, il vice capogruppo M5s al Senato assicura: "Quello rimane un caposaldo e una priorità assoluta. Ma possono essere tante le forme di lotta alla povertà. Compresa la riduzione delle tasse alle imprese".
"È chiaro – aggiunge – che nel momento in cui dovremo confrontarci con altri, a causa di questa legge elettorale, nello scrivere questo contratto cercheremo di ottenere il più alto risultato possibile".
Salvini: "Dialogo con i grillini, con Renzi è più difficile perché ha governato male"
"Situazione di stallo. Tutti sono fermi sulle loro posizioni e se nessuno si muove si va a votare". Il segretario federale della Lega Matteo Salvini ha risposto alle domande del direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a poche ore dall'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la festa per i 22 anni del quotidiano online.
Il rapporto con i grillini? "Mi alzo la mattina e leggo sui giornali che ho incontrato, ho visto, ho sentito, ho cenato, ho pranzato. No, balle", risponde il leader della Lega. "Sulle presidenze di Camera e Senato abbiamo dimostrato di essere veloci, concreti e rispettosi della volontà popolare. Altro paio di maniche è il governo. C'è un programma che è quello di Centrodestra e da lì si parte, così come si parte dalla squadra del Centrodestra. Con i grillini dialogo, assolutamente, con Renzi invece è più difficile visto che ha governato per sei anni, male. Però i grillini non possono dire "quello non mi piace, quello mi sta antipatico, quello non lo voglio, il premier lo faccio io e il programma è mio". Per quanto riguarda i rapporti con Berlusconi il leader del Carroccio spiega che "l'alleanza c'è. Avevamo e abbiamo un programma comune". Salvini sostiene di aver fatto un favore a Berlusconi sulla scelta della presidente del Senato: "Abbiamo fatto un favore agli italiani e anche a Berlusconi, altrimenti saremmo ancora lì incagliati su un nome che non si trova", afferma Salvini.
La Lega sarà ricevuta al Quirinale alle 12:00 di questa mattina, subito dopo la delegazione di Forza Italia. Salvini ha fatto sapere ieri sera di non avere fretta, dal momento che a breve sarà impegnato con le elezioni in Friuli e in Molise. Da Mattarella partirà da un assunto: "La coalizione che ha vinto è il centrodestra e il programma da cui si parte è quello del centrodestra". Ma ha spiegato anche che sarebbe inutile ricevere un mandato esplorativo, perché oggi non ci sono i numeri. La situazione al momento è paralizzata proprio dal "no" fermo di Di Maio a Berlusconi, e questo sembra allontanare l'ipotesi di una soluzione in tempi brevi, attraverso un accordo Lega-M5S. È lo stesso Antonio Tajani , presidente del Parlamento Ue a confermarlo: "Scorporare la Lega da Fi per renderla subalterna al M5S è un sogno irrealizzabile" e giudica "puerili" e "antidemocratici" gli attacchi del leader M5s a Berlusconi.
Consultazioni, Salvini: "Se nessuno cede si torna al voto a giugno o a ottobre"
"È meglio non andare a votare. Ma se tra due mesi siamo ancora qua a dirci le stesse cose e tutti sono sulle stesse posizioni, basta". Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, che interpellato a margine di una cena a Milano ha ribadito che per arrivare a formare un governo "qualcuno alla fine dovrà cedere, perché se tutti rimangono sulle loro posizioni si va a votare o a giugno o a ottobre, tutti devono cedere, non solo M5s, anche Pd e Forza Italia".
Il leader del Carroccio ha anticipato la linea che intende tenere al Colle: "Io domani a Mattarella dirò che la coalizione che ha vinto è il centrodestra e il programma da cui si parte è quello del centrodestra. E per quanto riguarda i tempi ha detto: "Io ho già in calendario due incontri in Molise e in Friuli, quindi non ho fretta".
Sulla possibilità che il Presidente della Repubblica gli affidi l'incarico di formare il Governo ha detto: "L'esploratore lo facevo da boy scout a 10 anni, adesso c'è poco da esplorare. Oggi è inutile perché non ci sono i numeri, quindi io posso solo prendere atto che oggi non ci sono i numeri", ha aggiunto. E ha confermato che la prossima settimana incontrerà a Roma "in campo neutro" Luigi Di Maio.
Fraccaro (M5S): "Del veto a Berlusconi se ne riparla dopo le consultazioni"
"Domani ci sarà un'importante giornata di consultazioni e il confronto sarà con il presidente Mattarella: eviterei commenti perché è importante che la politica si sposti in quella sede". Lo ha detto il pentastellato Riccardo Fraccaro a proposito dell'avvertimento fatto dal leghista Giorgetti sul rischio di un ritorno al voto, nel caso di veti incrociati. "Vedremo dopo le consultazioni se ci sono incompatibilità. Noi – ripete – dialoghiamo con tutti, con Lega e Pd e cerchiamo di farlo anche grazie alle consultazioni al Quirinale".
Giorgetti (Lega): "Ora tocca al Pd o a FI fare una mossa per sbloccare lo stallo"
"Finché il M5S non riconosce che abbiamo vinto assieme a FI e dobbiamo discutere tutti assieme, non si risolve, c'è una pregiudiziale ingiusta di M5S su FI. La politica dei veti e pregiudizi porta solo di nuovo a votare e i problemi dell'Italia peggiorano". Così il capogruppo della Lega alla Camera Giancarlo Giorgetti intervenendo a "Porta a Porta".
E se la Lega dovesse stringere un accordo con M5S? "Berlusconi lo coinvolgiamo – risponde Giancarlo Giorgetti a Bruno Vespa – "ha spirito pragmatico, viene dall'azienda, sa se dare un contributo alla soluzione del problema. Nascerebbe un governo con una larga maggioranza e la forza per fare cose importanti per il Paese. Berlusconi chiede dignità per sè e per 5 milioni di italiani che l'hanno votato, mi pare ragionevole". Se Berlusconi accettasse una legge sul conflitto d'interessi? "Sarebbe la mossa del cavallo" che risolve i problemi, ha risposto Giorgetti.
Per sbloccare l'empasse della formazione del governo, dice il vicesegretario della Lega Giorgetti, "ci dovrà essere uno strappo positivo, benefico. Se tutti stanno fermi così, in surplace come nel ciclismo, quando tutti si studiano, nessuno vuole un incarico esplorativo per bruciarsi", "bisogna che qualcuno faccia la mossa decisiva, che ora è in casa del Pd o in casa di Forza Italia".
Martina: "Mi candido come segretario del Pd"
"L'Assemblea nazionale del Pd è convocata per sabato 21 aprile. Credo sia fondamentale avere un segretario nella pienezza delle sue funzioni pronto a lavorare insieme a tanti per ripartire con determinazione, umiltà e audacia". Lo scrive Maurizio Martina in un post su Facebook. "Penso che il tema non sia andare oltre il Pd, ma rilanciarne con forza la missione. Sono pronto a fare la mia parte candidandomi segretario, in coerenza con il lavoro da reggente" per "costruire la stagione del nostro rilancio".
"L'Assemblea nazionale del Partito Democratico", nel post il reggente del partito Maurizio Martina, "sarà una tappa importante del lavoro di rilancio che stiamo facendo dopo il 4 marzo e credo sia fondamentale, in particolare in questo momento delicato, avere un segretario nella pienezza delle sue funzioni". "Penso che il tema – aggiunge – non sia andare oltre il Pd, ma aprirci, radicarci, ascoltare, proporre la nostra idea di cambiamento del paese. Innovare le nostre risposte ai bisogni che sono emersi anche il 4 marzo con il voto. Unendo crescita e uguaglianza. Ripartendo dai temi della giustizia sociale e da una idea forte di partito come comunità di destino".
"Credo fermamente – conclude – nella possibilità di un impegno collettivo e sono pronto a fare la mia parte candidandomi segretario, in coerenza con il lavoro di queste settimane da reggente e nella convinzione profonda che si possa costruire la stagione del nostro rilancio".
Consultazioni, Meloni (FdI): "No a governicchio, meglio tornare alle urne"
"Abbiamo ribadito al Presidente della Repubblica che Fdi farà del suo meglio per dare all'Italia un governo in tempi rapidi. Quasi il 40% degli italiani ha scelto di dare la sua fiducia al centrodestra se si vuole rispettare la volontà popolare non si può che partire da noi e che il compito spetti al centrodestra". Lo afferma Giorgia Meloni, leader di Fdi al termine delle consultazioni al Quirinale, dove era arrivata a piedi, con il capogruppo alla Camera Fabio Rampelli.
La leader di FdI ha scherzato con i giornalisti: "Volevo venire in autobus ma la Raggi ha tagliato le corse e non passano". Pronta su twitter la risposta dell'assessore Linda Meleo: "Gli autobus passano regolarmente, per arrivare al Quirinale le linee 40-60-64 solo per citarne alcune, probabilmente Giorgia Meloni è abituata a prendere l'auto blu".
Meloni ha aggiunto: "Fdi è disponibile alla costruzione di una maggioranza con chi vorrà a guida centrodestra. Lo abbiamo detto a Mattarella dicendogli anche che non siamo disposti a sostenere un governicchio che nasca e duri con la scusa della legge elettorale, piuttosto che un altro governo Gentiloni noi preferiamo tornare alle urne". E spiega: "Noi abbiamo chiesto a Fico di inserire la nostra proposta di modifica della legge elettorale nella commissione speciale della Camera e toglierebbe l'alibi per fare un altro governo Frankestein".
E ha ribadito che secondo i patti della coalizione l'incarico verrà dato a Matteo Salvini: "Crediamo che sia giusto che sia lui a tentare di trovare una maggioranza. Se non ci riuscisse spetterebbe a Salvini trovare una personalità diversa. Ma ora noi siamo leali a quanto abbiamo detto agli Italiani". L'alternativa a un eventuale esecutivo guidato dal leader del Carroccio è l'indicazione di un'altra figura: "La seconda scelta dopo Salvini, se tutta la coalizione fosse compatta, potrebbe essere un altro esponente del centrodestra. Come Fratelli d'Italia pensiamo che l'incarico esplorativo spetti a Salvini ma se l'incarico non dovesse andare a buon fine e tutto il centrodestra fosse d'accordo a ragionare su un'altra figura purché sia una figura di centrodestra, un capo di centrodestra con un programma di centrodestra, Fratelli d'Italia non direbbe di no".
"Non accettiamo veti. E' normale che chi è arrivato secondo cerchi di dividere chi è arrivato primo, ma confido che non si cada nella trappola. Dobbiamo dare un segnale di unità, se ci fosse un altro giro di consultazioni io proporrò agli alleati di venire insieme, se ci dividiamo lo facciamo nell'interesse degli altri". Ma spiega che in ogni caso un governo si farà, anche se al momento Meloni non intende appoggiare la Lega, se dovesse separarsi da Forza Italia. Spiega poi qual è l'idea di Fratelli d'Italia per formare un esecutivo: "Come ho detto guardiamo a una interlocuzione a 360 gradi. Se c'è una guida di centrodestra e un programma con punti irrinunciabili, per me è irrilevante, che ci sia l'appoggio da parte di partiti o da parte di singoli parlamentari. I numeri non sono impossibili, se guardiamo che nella precedente legislatura in 450 hanno cambiato gruppo. La mia proposta è che si metta in piedi un decalogo e si chieda sostegno a parlamentari o sostegno a partiti, o anche un governo di minoranza. Il punto è se altri partiti vogliono riconoscere che c'è uno che ha vinto le elezioni".
Consultazioni, Bonino: "Chi ha vinto le elezioni ora governi"
"Chi ha vinto le elezioni adesso si assuma l'onore di governare il Paese magari sfumando, me lo auguro per il Paese, alcune posizioni non sostenibili assunte in campagna elettorale. Noi abbiamo perso le elezioni, la vicenda è chiusa". E' la posizione di Emma Bonino, leader di +Europa, che ha comunicato al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme al resto del gruppo del Misto del Senato.
"Chi non vince, ha un ruolo altrettanto importante che è il controllo di chi governa, dall'opposizione", ha aggiunto Bonino, sottolineando poi l'importanza di guardare all'Unione europea, su cui la leader di +Europa confida molto rispetto al prossimo esecutivo. "A partire dalle leggi di bilancio e la questione dei conti pubblici – ha spiegato – che non ci pare aver riscontrato in altre forze politiche durante la campagna elettorale. L'aggancio all'Europa a me sembra la priorità in assoluto e su questo +Europa lavorerà".
Consultazioni, domani toccherà a Pd, Forza Italia, Lega e M5S
L'Ufficio Stampa del Quirinale ha diffuso composizione delle delegazioni che domani incontreranno il Presidente della Repubblica in occasione delle consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Di mattina alle 10:00 toccherà al Pd con Andrea Marcucci e Graziano Delrio, rispettivamente presidente del gruppo parlamentare del Senato e della Camera dei Deputati, accompagnati dal segretario reggente Maurizio Martina e dal presidente del partito Matteo Orfini.
Alle 11:00 seguiranno Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini, rispettivamente presidente del gruppo parlamentare Forza Italia a Palazzo Madama e a Montecitorio, accompagnate da Silvio Berlusconi. Alle 12:00 verrà ricevuta la Lega, con i presidenti dei gruppi Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, insieme a Matteo Salvini. Infine si recheranno alle 16:30 al Colle Danilo Toninelli e Giulia Grillo, rispettivamente presidente del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle del Senato e della Camera, accompagnati dal leader pentastellato Luigi Di Maio.
Grasso (LeU): "Pronti a collaborare con M5S se affronta nostri temi"
"A nome dei deputati e dei senatori di Leu ho espresso la disponibilità, con senso di responsabilità, a aprire un dialogo con forze che in via prioritaria abbiano nei programmi temi per noi essenziali", come un piano di investimenti, i diritti dei lavoratori, il rafforzamento del welfare e del Sistema sanitario nazionale, il diritto allo studio e all'ambiente". Lo ha detto Pietro Grasso al termine delle Consultazioni, escludendo un dialogo con il centrodestra e aprendo al Ms5, a condizione che ci sia un accordo sui temi, che dovranno essere affrontati dal nuovo Governo: "Noi siamo disposti a collaborare indipendentemente dalla partecipazione al governo". ha aggiunto.
Grasso ha poi espresso "l'auspicio che si possa aprire dialogo con tutte le forze riformiste e progressiste". Alla domanda su cosa intenda con le forze riformiste e progressiste, Grasso ha precisato: "Mi pare che avendo escluso un dialogo con con il centrodestra, quelle che rimangono sono quelle progressiste".
L'assemblea nazionale del Pd per eleggere nuovo segretario si terrà il 21 aprile
L'assemblea nazionale del Partito democratico si terrà sabato 21 aprile. E' questa, a quanto si apprende, la decisione che dovrebbe essere ufficializzata con la convocazione dell'assise. L'assemblea dovrà, preso atto delle dimissioni di Matteo Renzi, eleggere un nuovo segretario o convocare il congresso.
"C'è un'ossessione di Luigi Di Maio per Renzi: è strabiliante, non smette mai la campagna elettorale eppure dovrebbe assumersi la responsabilità delle scelte che spettano al suo movimento nelle prossime giornate". Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, lo ha detto ai giornalisti alla Camera, commentando l'apertura del M5S al Pd, richiesta valida però a patto che Renzi si metta da parte. "Ha detto bene ieri Martina – afferma il deputato Pd – in politica ci vuole rispetto per gli avversari".
"Di Maio – prosegue Rosato – ha qualche problema con la matematica perché continua a prendersela con la legge elettorale: il suo partito era per proporzionale puro e definiva incostituzionale il premio di maggioranza. Ma ora il M5s ha il 35% dei seggi con il 32% dei voti". "Sono molto stupito della voracità di M5S e centrodestra, sono voraci di poltrone, come dimostra la vicenda della commissione speciale. Fanno un numero crescente di proclami quasi orari, con assoluta assenza di proposte precise". A chi gli domanda se Giorgetti sia il regista del dialogo tra Cinque stelle e Lega, risponde: "Non conosco il regista ma conosco la trama che è quella che stanno disegnando da mesi ed è quella dell'accordo tra Lega e M5S. Credo che alla fine imbarcheranno anche Forza Italia per necessità oggettive che Salvini metterà sul tavolo".
Di Maio: "M5S prima forza politica, a Pd e Lega propongo di scrivere insieme contratto di governo"
In un post pubblicato sul Blog delle Stelle, il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, rilancia l'apertura a Pd e Lega: "Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, votata dal 32% degli elettori, pari a 11 milioni di italiani. L’altro vincitore delle elezioni è la Lega, il partito che ha preso più voti all’interno della coalizione di centrodestra. A causa dell’attuale legge elettorale, però, nessuna forza politica ha la maggioranza per poter governare da sola. I numeri per farlo non ci sono ed è chiaro che bisogna trovare una soluzione per uscire dal vicolo cieco in cui ci ha messo questa pessima legge elettorale. Lo dobbiamo fare per il Paese e per i cittadini che attendono da troppo tempo un governo capace di dare risposte ai loro problemi. La soluzione non è fare alleanze, inciuci, accordi tra le forze politiche. Per questo proponiamo un contratto di governo come quello che viene sottoscritto dalle principali forze politiche in Germania dal 1961. È un contratto in cui scriviamo nero su bianco, punto per punto, quello che vogliamo fare, dove si spiega per filo e per segno come si vogliono fare le cose e in quanto tempo. Proponiamo di scrivere insieme questo contratto di governo alla Lega o al Partito Democratico", prosegue Di Maio.
"La Lega, come già detto, è la forza politica che ha preso più voti all’interno di una coalizione di centrodestra che di fatto non esiste, e che alle elezioni si è presentata con tre programmi e tre candidati premier differenti. La Lega deve decidere da che parte stare: se contribuire al cambiamento che il M5S vuole realizzare per il Paese o se invece rimanere ancorata al passato e a Silvio Berlusconi, un uomo che ha già avuto la possibilità di cambiare l’Italia e che non lo ha fatto. Anche il PD è chiamato a scegliere. Scegliere se seguire la linea di Renzi, che per fare un dispetto al MoVimento 5 Stelle vuole lavarsene le mani dei problemi del Paese, o la linea di chi invece vuole contribuire a lavorare per i cittadini. Il Pd ha l’opportunità di non ignorare il messaggio arrivato dagli elettori, che hanno chiaramente bocciato le loro politiche e la legge elettorale che porta la loro firma".
"Speriamo di poter incontrare il prima possibile i due partiti per capire quali siano le loro proposte, e per capire con chi si possa iniziare a scrivere questo contratto. Noi abbiamo avuto un mandato chiaro dagli elettori. Un terzo degli italiani ci ha chiesto di cambiare questo Paese e ha detto basta a forzature e presidenti del consiglio non eletti. Noi siamo prontissimi a rispettare questa volontà popolare, vediamo se anche gli altri saranno pronti a farlo", conclude Di Maio.
Berlusconi: "Nessun dialogo con chi pone veti"
"Il presidente Berlusconi e Forza Italia dopo la vittoria della coalizione del centrodestra alle elezioni politiche ribadiscono con forza l'unità della coalizione e l'indisponibilità a qualunque forma di dialogo o ipotesi di governo con chi pone veti inaccettabili in una democrazia". E' quanto scritto in una nota al termine del vertice di Forza Italia a Palazzo Grazioli.
Il Cavaliere fa sapere poi che la delegazione di Forza Italia al Quirinale sarà guidata da lui e dalle due capogruppo Bernini e Gelmini.
Senato, Vito Crimi (M5s) eletto presidente della commissione speciale che esaminerà il Def
Il senatore del MoVimento 5 Stelle Vito Crimi è stato eletto presidente della commissione speciale del Senato che si è insediata oggi. Tra i compiti di questa commissione c’è quello di esaminare il Def, il documento di economia e finanza, e i provvedimenti rimasti in sospeso con il cambio di legislatura e quindi di Parlamento. Crimi è stato eletto con 19 voti su un totale di 27 componenti della commissione. In commissione sono presenti 9 componenti del M5s, 5 di Forza Italia, 5 della Lega, 4 del Pd, 2 di Fratelli d’Italia, 1 di LeU e 1 delle minoranze linguistiche.
Alla commissione speciale spetterà il compito di esaminare gli atti urgenti presentati dal governo. Vicepresidenti della commissione sono stati eletti Giacomo Caliendo (Fi) e Erica Rivolta (Lega). I segretari sono invece Simona Malpezzi (Pd) e Giovan Battista Fazzolari (Fdi). Il Pd, dopo non aver avuto segretari e questori alla Camera e al Senato, lamenta di essere stato escluso anche in questo caso dai giochi. Andrea Marcucci, capogruppo dem a Palazzo Madama, scrive su Twitter: “M5S e centrodestra si spartiscono incarichi vertice anche per la commissione speciale. Anche in questo caso impediscono al Pd di acquisire vicepresidenza, come è sempre avvenuto in passato. Sta nascendo nuova maggioranza politica con concezione proprietaria delle istituzioni”.
Napolitano chiude la mattinata di consultazioni al Colle: terminato l'incontro con Mattarella
È terminato il giro di consultazioni di questa mattina del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo la presidente del Senato Casellati e quello della Camera Fico, il capo dello Stato ha incontrato Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica. L'incontro tra i due è durato poco meno di mezz'ora e al termine anche Napolitano, come chi lo ha preceduto, ha deciso di lasciare il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni (ma affermando "non mostrate sorpresa") ai giornalisti presenti davanti allo studio in cui Mattarella ha ricevuto questa mattina le principali cariche istituzionali dello Stato. I colloqui del presidente della Repubblica riprenderanno nel pomeriggio, esattamente alle 16, quando Mattarella incontrerà la delegazione del gruppo per le Autonomie del Senato. Si proseguirà alle 16.45 con il gruppo Misto di Palazzo Madama e alle 17.30 con lo stesso gruppo della Camera dei deputati. La prima giornata di consultazioni si concluderà alle 18.30, quando al Colle salirà la delegazione di Fratelli d'Italia, di cui farà parte anche la sua presidente Giorgia Meloni. Il primo giro di consultazioni entrerà nel vivo domani, quando Mattarella riceverà prima le delegazioni di Pd, Forza Italia e Lega (in mattinata) e poi, nel pomeriggio, quella del MoVimento 5 Stelle: il colloquio con i due capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo e con il capo politico Luigi Di Maio è previsto alle 16.30.
Consultazioni, terminato l'incontro tra Mattarella e il presidente della Camera Roberto Fico
Dopo l'apertura delle consultazioni con l'arrivo al Colle della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, è toccato al presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, incontrare il capo dello Stato Sergio Mattarella. Il colloquio, iniziato intorno alle 11.30, è durato una ventina di minuti: Fico ha lasciato lo studio del presidente della Repubblica intorno alle 11.50, senza rilasciare dichiarazioni. Fico è arrivato al Quirinale a piedi, così come fatto anche nel giorno della sua elezione alla presidenza dell'assemblea di Montecitorio. Dopo il suo breve colloquio, toccherà al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano andare a incontrare Mattarella.
La presidente del Senato Casellati al Quirinale: terminato l'incontro con Mattarella
Sono ufficialmente iniziate le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per tentare di risolvere il rebus del governo e provare a formare una maggioranza dopo il voto del 4 marzo. La prima a salire al Colle è stata la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il colloquio nello studio alla vetrata del Quirinale con il capo dello Stato si è concluso dopo circa 40 minuti. La presidente del Senato, al termine dell'incontro, ha deciso di non rilasciare dichiarazioni ma di lasciare subito il palazzo. Tra pochi minuti è previsto al Quirinale l'arrivo di Roberto Fico, presidente della Camera. Alle 12.30 sarà invece il turno del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.
Tajani (Forza Italia): "Di Maio è antidemocratico, fa giochi di palazzo"
Secondo il presidente del Parlamento europeo nonché uno dei principali leader di Forza Italia, Antonio Tajani, il metodo che sta mettendo in campo Luigi Di Maio in vista delle consultazioni è antidemocratico. Tajani, parlando a Radio Anch’io, su Radio 1, definisce i metodi del capo politico del M5s antidemocratici e sostiene che Di Maio “non mostra rispetto per i quasi 5 milioni di cittadini che ci hanno votati”, facendo riferimento alla sua apertura a Lega e Pd e alla sua contemporanea chiusura al partito di Silvio Berlusconi. “Sono parole infantili, puerili, ma ogni volta che hanno attaccato Berlusconi Fi ha aumentato i consensi”, aggiunge ancora Tajani.
Il presidente del Parlamento europeo aggiunge ancora: “La democrazia non si rafforza e non si rafforza il ruolo dei cittadini escludendo gli altri. Gli italiani non accettano le conventio ad excludendum perché sono metodi veramente antidemocratici. Di Maio non vuole parlare con Forza Italia, se chiederà di parlare vorrà dire che ha capito che la democrazia è diversa da quella che intende lui”.
Forza Italia è comunque disposta a dialogare con il M5s, nel caso in cui cadranno i veti finora messi da Di Maio. Però, precisa ancora Tajani, “se i voti di Forza Italia servono solo per eleggere il presidente della Camera non ci stiamo”. “Il M5s – prosegue il presidente dell’Europarlamento – è sempre più di palazzo e sempre meno a contatto con i cittadini. Di Maio fa giochi di palazzo. Dividerci è impossibile, i nostri parlamentari sono stati eletti dalla coalizione, è impossibile separare il centrodestra”.
Tajani comunica che, diversamente da quanto trapelato negli ultimi giorni, non andrà al Quirinale per le consultazioni con Mattarella a nome di Forza Italia. Ad andare al Colle saranno i capigruppo e Silvio Berlusconi. Infine, Tajani pone una condizione al M5s e al Partito Democratico: “Se Di Maio o il Pd vogliono sostenere il centrodestra è un'altra cosa, ma noi partiamo dall'incarico a Salvini”.
Lega: "Dialoghiamo con M5S partendo dal programma del centrodestra. E no veti su Berlusconi"
"Nessuno ha la maggioranza per fare il governo e porre condizioni a destra e a manca è un modo sbagliato di partire, legato alle poltrone. È come se noi ponessimo come pregiudiziale Salvini premier. Prima di mettere veti vorremmo parlare con gli altri e vedere cosa si può fare per questo Paese", ha dichiarato il capogruppo della Lega alla Camera, Giancarlo Giorgetti. Giorgetti, intervistato a Circo Massimo, ha inoltre sostenuto che la Lega è disposta a dialogare con il Movimento 5 Stelle a patto che si parta dal programma del centrodestra e che non ci sia alcuna pregiudiziale nei confronti di Berlusconi. "Noi abbiamo proposto un programma di grande cambiamento che Berlusconi ha sottoscritto. Di Maio ci propone un programma alla tedesca con i tradimenti all'italiana, di noi a Berlusconi e del Pd a Renzi. Non lo si può chiedere. Chi ha votato la coalizione di centrodestra ha votato anche Forza Italia. Siamo disposti a confrontarci con i cinquestelle ma senza pregiudiziali e pregiudizi nei confronti di nessuno, altrimenti non si fanno passi in avanti".
"Al presidente della Repubblica diremo innanzitutto che cosa vogliamo fare per cambiare il Paese. Poi arriveremo al resto. Ribadiremo i capisaldi del programma di centrodestra, sui quali siamo disposti a ragionare con chiunque se c'è compatibilità. La Lega sola con il centrodestra avrebbe fatto flat tax senza reddito di cittadinanza. Il M5s da solo avrebbe fatto reddito di cittadinanza senza flat tax. Ora bisogna trovare una via di mezzo", prosegue Giorgetti. "A meno di miracoli non penso che al primo giro di consultazioni ci sia un incarico. Credo vengano valutate tutte le pregiudiziali che mano a mano spero vengano rimosse", conclude il capogruppo della Lega.
Via alle consultazioni: il calendario degli incontri al Quirinale
Nella giornata di oggi, mercoledì 4 aprile, sono previste le consultazioni al Quirinale. I presidenti di Camera e Senato, insieme alle delegazioni delle forze politiche presenti in parlamento in questa XVIII legislatura, incontreranno il presidente della Repubblica per discutere della formazione del futuro governo. Manca ancora l'accordo tra le parti, M5S ha lanciato "il contratto di governo" e aperto sia al Pd "derenzizzato" sia alla Lega "deberlusconizzata", ma al momento sembra che né il Partito Democratico né Salvini abbiano intenzione di rispondere all'appello di Di Maio. Le consultazioni dureranno in tutto 2 giorni e termineranno domani, giovedì 5 aprile, nel pomeriggio.
Il calendario degli incontri:
Mercoledì 4 aprile
- 10,30 con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati
- 11.30 con il presidente della Camera, Roberto Fico
- 12.30 con il presidente emerito Giorgio Napolitano
- 16.00 con la delegazione del Gruppo Svp Senato e del Gruppo Misto Senato
- 17.30 con la delegazione del Gruppo Misto Camera
- 18.30 con la delegazione di Fratelli d'Italia
Giovedì 5 aprile
- 10.00 con la delegazione del Partito Democratico
- 11.00 con la delegazione di Forza Italia
- 12.00 con la delegazione della Lega
- 16.30 con la delegazione del Movimento 5 Stelle