Nella giornata di oggi, venerdì 23 marzo, si insediano le Camere e parte ufficialmente la nuova legislatura. Nel corso della prima seduta, i parlamentari di Palazzo Madama e Montecitorio saranno impegnati nell'elezione dei nuovi presidenti, ma al momento manca ancora l'accordo tra le forze politiche. Ai primi due scrutini della Camera e al primo del Senato tutti i partiti votano scheda bianca. La Lega ha votato Anna Maria Bernini al Senato per provare a uscire dall'impasse e aspettare una reazione di M5s e Fi.
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Liberi e Uguali voterà scheda bianca alle elezioni dei presidenti delle Camere
Non solo il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle voteranno scheda bianca, anche Liberi e Uguali, la formazione capitanata dall'ex presidente del Senato Pietro Grasso, ha dichiarato che voterà scheda bianca durante i primi due scrutini, sia alla Camera che al Senato.
Il Pd voterà scheda bianca ai primi due scrutini per le elezioni dei presidenti delle Camere
Per le prime due votazioni per l'elezione dei presidenti di Camera e Senato il Pd voterà scheda bianca. Oggi sia alla Camera che al Senato si dovrebbero svolgere due votazioni: in entrambe il Partito democratico è intenzionato ad annullare il proprio voto in attesa di un accordo tra le parti e che venga espressa qualche figura di garanzia che rassicuri anche i dem. Maurizio Martina, segretario reggente del Pd, attraverso una nota conferma quanto già fatto sapere ieri sera: "Il Pd vuole garantire a Camera e Senato figure di garanzia e di livello. Mi sembra che le altre forze non abbiano colto l'importanza delle scelte che siamo chiamati a fare. Noi voteremo scheda bianca". Altra conferma arriva dal capogruppo uscente del Pd alla Camera, Ettore Rosato: "Il Pd voterà scheda bianca oggi, come già annunciato ieri, nelle prime due votazioni per i presidenti di Camera e Senato".
"La riunione di ieri sera – afferma Martina – ha confermato ciò che avevamo già previsto: ci troviamo in una fase di empasse determinata dal centrodestra e dal M5s. Il metodo di lavoro che hanno condotto fin qui è chiaramente insufficiente vista la delicatezza di questo passaggio. Hanno deciso di giocare diverse parti in commedia. Nessuno di loro si assume una responsabilità piena e invece gioca sui tatticismi. Così il groviglio anziché districarsi si complica. Dobbiamo riconosce che lo stallo dell'iniziativa è conclamato".
Elezioni presidenze delle Camere, il Movimento 5 Stelle voterà scheda bianca
L'intesa tra centrodestra e Movimento 5 Stelle è definitivamente saltata. I pentastellati hanno ribadito il loro "no" all'elezione del forzista Paolo Romani a presidente del Senato in quanto condannato in via definitiva, e ora è a rischio anche l'elezione dell'ortodosso Roberto Fico a presidente della Camera. I gruppi parlamentari, riunitisi ieri sera a Montecitorio su convocazione del Movimento 5 Stelle, non hanno trovato alcun accordo trasversale. Unica certezza: il Movimento 5 Stelle voterà scheda bianca ai primi due scrutini, mentre il Pd farà lo stesso solo al primo scrutinio. Visti i numeri dei vari gruppi parlamentari sia alla Camera che al Senato, è di fatto pressoché impossibile eleggere i presidenti senza un accordo trasversale "di maggioranza", dunque il voto potrebbe protrarsi oltremodo.
Sfuma l'accordo sui presidenti della Camere: M5S e Pd voteranno scheda bianca
Parte ufficialmente la XVIII legislatura e nella giornata di oggi, venerdì 23 marzo, si insedieranno le Camere e si procederà con l'elezione dei presidenti di Palazzo Madama e Montecitorio, rispettivamente la seconda e la terza carica dello Stato. Il rebus istituzionale, però, appare di difficile soluzione. Sebbene fino a qualche giorno fa sembrava che fosse stato trovato un accordo tra il centrodestra e il Movimento 5 Stelle – che avrebbero avuto diritto rispettivamente alla presidenza del Senato e a quella della Camera – a un certo punto l'alleanza è saltata. Forza Italia ha proposto il nome di Paolo Romani per la presidenza di Palazzo Madama, un nome che i pentastellati si rifiutano di appoggiare in quanto il senatore ha alle spalle una condanna definitiva per peculato. L'appoggio negato a Romani, però, potrebbe mettere in bilico anche l'elezione del pentastellato Roberto Fico alla presidenza della Camera, perché il centrodestra potrebbe far mancare i voti per ripicca.