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Caos presidenze: Lega vota Bernini al Senato, ma lei rinuncia. Berlusconi è furioso

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Nella giornata di oggi, venerdì 23 marzo, si insediano le Camere e parte ufficialmente la nuova legislatura. Nel corso della prima seduta, i parlamentari di Palazzo Madama e Montecitorio saranno impegnati nell'elezione dei nuovi presidenti, ma al momento manca ancora l'accordo tra le forze politiche. Ai primi due scrutini della Camera e al primo del Senato tutti i partiti votano scheda bianca. La Lega ha votato Anna Maria Bernini al Senato per provare a uscire dall'impasse e aspettare una reazione di M5s e Fi.

12:35

Il ritorno di Maria Elena Boschi in Parlamento: "Siamo all'opposizione e ci resteremo"

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Dopo giorni di silenzio e una campagna elettorale defilata, da candidata del Pd in un collegio blindato in Trentino Alto Adige, la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi torna alla Camera dei deputati e torna a scrivere di politica attraverso i suoi canali social. Su Facebook la Boschi, dopo la sua rielezione a Montecitorio e durante la prima seduta della nuova legislatura, scrive: "Ricominciamo da qui, nell’aula in cui cinque anni fa ha avuto inizio questa grande avventura. L’emozione, l’onore e la responsabilità di servire il nostro Paese e rappresentare i nostri elettori ed elettrici si fanno sentire con la stessa forza del primo giorno. In questa legislatura onoreremo il nostro impegno e i nostri doveri dai banchi dell’opposizione, come hanno voluto gli elettori. Lo faremo con responsabilità e con la consapevolezza di servire ancora una volta ogni giorno il Paese più bello del mondo", scrive concludendo con l'hashtag #avanti, utilizzato anche su Twitter.

A cura di Stefano Rizzuti
12:09

Bossi: "Salvini sbaglia a trattare con M5S, meglio aprire al Pd"

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Per il senatore di ritorno, Umberto Bossi, un'alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega sarebbe un errore e Salvini farebbe meglio a guardare al Partito Democratico. In un'intervista concessa al Corriere della Sera, il fondatore della Lega Nord ha spiegato:

E quindi se Matteo Salvini e Luigi Di Maio decidessero di sostenere insieme un governo? «Salvini e Di Maio?
Chi si assomiglia si piglia, ma noi non possiamo andare con quelli là. Per il Paese sarebbe un salto nel vuoto. La ricetta dei 5 Stelle ci riporta alla cassa del Mezzogiorno. E invece dobbiamo subito intervenire perché l’Italia è seduta su tre bombe atomiche».

Quali bombe?
«Il sistema pensionistico, i giovani e la sanità».

Condivide le mosse fatte da Salvini finora?
«Io avrei trattato molto più con la sinistra che con i 5 Stelle».

Perché?
«Perché li conosciamo. Perché sappiamo che cosa è il Pd. Perché ci aiuterebbero a portare a casa l’autonomia».

A proposito: Berlusconi l’ha sentito in questi giorni? 
«Lo vedrò venerdì. Gli dirò che bisogna guardare di più al Pd. E poi ho in testa un modo per uscire dall’impasse in cui ci troviamo. Ma non lo racconterò certo ora».

A cura di Charlotte Matteini
11:44

Il neo-senatore Renzi offre caffè a 10 colleghi e dichiara: "Ora starò zitto per due anni"

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Il neo-senatore Matteo Renzi, arrivato alla buvette di Palazzo Madama, ha offerto caffè a 10 colleghi e ha scherzato: “Ora sto zitto per due anni”. Salutando i senatori che lo incrociano, ai giornalisti ha dichiarato "non parlo” e si è recato verso gli uffici del gruppo del Partito Democratico per firmare l'adesione.

A cura di Charlotte Matteini
11:22

Giachetti apre la prima seduta della Camera: "Abbiamo mortificato le istituzioni"

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È spettato a Roberto Giachetti il ruolo di presiedere la prima seduta della Camera dei deputati della diciottesima legislatura. E le prime parole sono state rivolte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che “nel suo ruolo quotidianamente interpreta con saggezza ed equilibrio il dettato costituzionale”. Giachetti ha ricordato il rapporto avuto nella scorsa legislatura tra i membri dell’ufficio di presidenza: Laura Boldrini, Luigi Di Maio, Simone Baldelli: “Mai sono mancate tra noi collaborazione e solidarietà, premesse indispensabili per la conduzione di questa istituzione”.

“È doveroso constatare – secondo Giachetti – in questa legislatura una maggiore presenza rispetto al passato di donne e giovani deputati, tuttavia – soprattutto in merito alle donne – non è ancora sufficiente. Lasciatemi inoltre rivolgere l’auspicio che sul tema del femminicidio, che sta divenendo una vera emergenza nel nostro paese, tutti ci si impegni non solo con la repressione. C’è u evidente problema culturale ed è arrivato il momento che noi ce ne assumiamo le responsabilità con la consapevolezza di quanto sia importante il nostro impegno”.

Giachetti ha ricordato come in questi giorni ricorrano due importanti anniversari come quello dell’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta e quello delle Fosse Ardeatine. Giachetti ha poi continuato: “Il Parlamento è il cuore della democrazia, è il luogo in cui gli antagonismi politici devono trovare” una soluzione, secondo il deputato del Pd. “La campagna elettorale è finita – ha continuato – si apre oggi un’altra fase. L’urgenza che dobbiamo avvertire è quella di onorare il mandato che i cittadini ci hanno conferito non tradendo la loro fiducia. La prima azione da fare è parlare una lingua di verità e la prima verità che dobbiamo rivelarci riguarda la complicità di parte di noi classe politica nella mortificazione delle istituzioni. Per imprimere un mutamento positivo alla dinamica democratica bisogna intervenire prioritariamente sul nostro comportamento”.

“La politica è bella – ha concluso Giachetti – facciamo in modo che smetta di essere un bersaglio e che torni a essere percepita come un vero segnale di speranza. La politica nasce nelle piazze e nelle istituzioni trova il suo compimento”. Giachetti ha concluso il suo intervento citando le parole di Marco Pannella e ha poi dato il via alle operazioni di voto dell’aula di Montecitorio per eleggere il nuovo presidente dell’assemblea.

A cura di Stefano Rizzuti
11:09

Di Maio: "Non farò mai un patto del Nazareno, mai inciuci con Berlusconi"

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Il leader del MoVimento 5 Stelle interviene direttamente nelle polemiche di queste ore, con un post sul blogdellestelle in cui spiega le ragioni del suo no a trattare direttamente con Silvio Berlusconi. Una linea che, al momento, concorre a determinare lo stallo in cui si trovano le trattative per l'elezione dei Presidenti di Camera e Senato e che potrebbe rappresentare solo l'antipasto di ciò che vedremo durante le consultazioni con Sergio Mattarella:

Nelle ultime ore stiamo assistendo a veti da parte di qualcuno che cerca una legittimazione che gli italiani non gli hanno dato. Io lo dico subito: un Nazareno bis non lo farò mai, non porterò mai il MoVimento a fare una cosa del genere.

Siamo la forza del cambiamento e sono orgoglioso della nostra compattezza granitica sui valori. Cambieremo il Paese con l'integrità, la coerenza e con il nostro metodo e questo cambiamento inizia con la presidenza della Camera. Siamo forti del mandato che ci hanno dato i cittadini e le altre forze politiche devono venire a parlare con noi.

Negli scrutini di oggi voteremo scheda bianca perché per il bene delle persone che vogliamo candidare alle presidenze non possiamo esporle ai giochi dei partiti finché non sarà chiaro il metodo con cui si vuole procedere. Nei prossimi giorni sapremo se per le altre forze politiche la volontà popolare conta ancora qualcosa oppure no.

Oggi i nostri portavoce sono chiamati a essere il cambiamento che rappresentiamo e ad essere da esempio per i cittadini lì fuori, perché come diceva Gianroberto Casaleggio "le parole volano, gli esempi restano".

A cura di Redazione
10:47

Napolitano: "Voto ha premiato le forze di più radicale rottura col passato, respingendo il Pd"

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La prima seduta del Senato nella diciottesima legislatura viene aperta da Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, e senatore più anziano tra quelli in aula. “Gli elettori – esordisce Napolitano – hanno premiato le forze politiche che hanno espresso la posizione di più radicale contestazione e di rottura rispetto al passato. Il partito che ha guidato tre esecutivi è stato respinto”. "Il voto del 4 marzo – aggiunge – ha rispecchiato un forte mutamento nel rapporto tra gli italiani e la politica quale si era venuta caratterizzando da non pochi anni a questa parte". Le elezioni dimostrano inoltre "quanto poco avesse convinto l'autoesaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e partiti di maggioranza".

L’analisi del voto di Napolitano prosegue: “Nessuna delle forze premiate dagli elettori ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi nelle due Camere. Occorre corrispondere alle scelte del corpo elettorale e delineare la strada per il futuro del Paese. Alcuni elementi possono concorrere a chiarire l’orizzonte, facendo leva sull’interesse generale del Paese”.

L’ex presidente della Repubblica parla poi di Europa: “Nulla può più darsi per irreversibile e scontato. Una parte larga degli elettori vede l’Europa come fonte di divisione e incertezza. Ma resta il solo ancoraggio per l’Italia che vuole contare nel mondo globale. Nel quadro di rapporti giuridici e internazionali nessuno può pensare di ripartire da zero. All’integrazione europea si devono conquiste che nel nostro sentimento ci appartengono e che nessuno di noi può lasciare che si dissolvano”.

“Bene comune del paese – aggiunge – deve essere, per chiunque venga chiamato a governare, la non violenza. Non dimentichiamo gli anni ’70, abbiamo appena ricordato la strage di via Fani e il rapimento di Aldo Moro fino alla sua barbara uccisione, ci resta il lascito prezioso della sua riflessione autocritica e la volontà di dialogo”. “È da considerare meritorio – continua – che le forze che possono essere chiamate a governare il Paese si sono dette responsabili”. E ribadisce che è necessario il “rispetto della volontà popolare e delle prerogative del presidente della Repubblica”, ricordando “la nostra stima e fiducia” nei confronti di Mattarella a cui l’Aula ha tributato un lungo applauso. Napolitano ha anche provveduto alla nomina ufficiale di senatrice a vita di Liliana Segre, anche lei applaudita da tutti i rappresentanti presenti a Palazzo Madama.

A cura di Stefano Rizzuti
10:27

Forza Italia voterà scheda bianca alle elezioni per le presidenze di Camera e Senato

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Secondo quanto si apprende, anche Forza Italia voterà scheda bianca alle prime votazioni per eleggere i presidenti di Camera e Senato, così come anche il Movimento 5 Stelle, il Pd e Liberi e Uguali. Saltato definitivamente l'accordo per le presidenze di Palazzo Madama e Montecitorio a causa del rifiuto dei pentastellati a sostenere l'elezione di Paolo Romani, il rebus istituzionale appare al momento senza soluzione. Le votazioni andranno dunque probabilmente a protrarsi nel tempo, finché non si troveranno dei nomi capaci di ottenere sostegno trasversale dalla maggioranza delle forze parlamentari in campo.

A cura di Charlotte Matteini
10:23

Liberi e Uguali voterà scheda bianca alle elezioni dei presidenti delle Camere

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Non solo il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle voteranno scheda bianca, anche Liberi e Uguali, la formazione capitanata dall'ex presidente del Senato Pietro Grasso, ha dichiarato che voterà scheda bianca durante i primi due scrutini, sia alla Camera che al Senato.

A cura di Charlotte Matteini
10:01

Il Pd voterà scheda bianca ai primi due scrutini per le elezioni dei presidenti delle Camere

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Per le prime due votazioni per l'elezione dei presidenti di Camera e Senato il Pd voterà scheda bianca. Oggi sia alla Camera che al Senato si dovrebbero svolgere due votazioni: in entrambe il Partito democratico è intenzionato ad annullare il proprio voto in attesa di un accordo tra le parti e che venga espressa qualche figura di garanzia che rassicuri anche i dem. Maurizio Martina, segretario reggente del Pd, attraverso una nota conferma quanto già fatto sapere ieri sera: "Il Pd vuole garantire a Camera e Senato figure di garanzia e di livello. Mi sembra che le altre forze non abbiano colto l'importanza delle scelte che siamo chiamati a fare. Noi voteremo scheda bianca". Altra conferma arriva dal capogruppo uscente del Pd alla Camera, Ettore Rosato: "Il Pd voterà scheda bianca oggi, come già annunciato ieri, nelle prime due votazioni per i presidenti di Camera e Senato".

"La riunione di ieri sera – afferma Martina – ha confermato ciò che avevamo già previsto: ci troviamo in una fase di empasse determinata dal centrodestra e dal M5s. Il metodo di lavoro che hanno condotto fin qui è chiaramente insufficiente vista la delicatezza di questo passaggio. Hanno deciso di giocare diverse parti in commedia. Nessuno di loro si assume una responsabilità piena e invece gioca sui tatticismi. Così il groviglio anziché districarsi si complica. Dobbiamo riconosce che lo stallo dell'iniziativa è conclamato".

A cura di Stefano Rizzuti
10:00

Elezioni presidenze delle Camere, il Movimento 5 Stelle voterà scheda bianca

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L'intesa tra centrodestra e Movimento 5 Stelle è definitivamente saltata. I pentastellati hanno ribadito il loro "no" all'elezione del forzista Paolo Romani a presidente del Senato in quanto condannato in via definitiva, e ora è a rischio anche l'elezione dell'ortodosso Roberto Fico a presidente della Camera. I gruppi parlamentari, riunitisi ieri sera a Montecitorio su convocazione del Movimento 5 Stelle, non hanno trovato alcun accordo trasversale. Unica certezza: il Movimento 5 Stelle voterà scheda bianca ai primi due scrutini, mentre il Pd farà lo stesso solo al primo scrutinio. Visti i numeri dei vari gruppi parlamentari sia alla Camera che al Senato, è di fatto pressoché impossibile eleggere i presidenti senza un accordo trasversale "di maggioranza", dunque il voto potrebbe protrarsi oltremodo.

A cura di Charlotte Matteini
09:54

Sfuma l'accordo sui presidenti della Camere: M5S e Pd voteranno scheda bianca

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Parte ufficialmente la XVIII legislatura e nella giornata di oggi, venerdì 23 marzo, si insedieranno le Camere e si procederà con l'elezione dei presidenti di Palazzo Madama e Montecitorio, rispettivamente la seconda e la terza carica dello Stato. Il rebus istituzionale, però, appare di difficile soluzione. Sebbene fino a qualche giorno fa sembrava che fosse stato trovato un accordo tra il centrodestra e il Movimento 5 Stelle – che avrebbero avuto diritto rispettivamente alla presidenza del Senato e a quella della Camera – a un certo punto l'alleanza è saltata. Forza Italia ha proposto il nome di Paolo Romani per la presidenza di Palazzo Madama, un nome che i pentastellati si rifiutano di appoggiare in quanto il senatore ha alle spalle una condanna definitiva per peculato. L'appoggio negato a Romani, però, potrebbe mettere in bilico anche l'elezione del pentastellato Roberto Fico alla presidenza della Camera, perché il centrodestra potrebbe far mancare i voti per ripicca.

A cura di Charlotte Matteini
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